ProVita: «Noi in battaglia contro lo strapotere totalitario delle lobby omosessualiste»
«La famiglia subisce continuamente l’attacco delle lobby omosessualiste. Oggi è sempre più rischioso difendere il matrimonio tra uomo e donna: si viene subito accusati di discriminazione delle minoranze… Tuttavia, nonostante lo strapotere totalitario dell’associazionismo LGBT, a volte capita anche di vincere qualche battaglia. La guerra, invece, è pienamente in corso». Sono questi i toni allarmisti con cui ProVita cerca di indottrinare all'odio omofobico i suoi lettori, indirizzandoli al disprezzo delle minoranze attraverso un linguaggio che pare preso dalle peggiori dittature del secolo passato. I termini legati alla politica di Forza Nuova vengono proposti come se si trattasse di termini comuni, mentre si inneggia ad un'ideologia volta a «difendere» qualcosa di imprecisato attraverso la discriminazione altrui, esattamente come si fece con le leggi per la «difesa» della razza.
Grave è anche il loro continuo riferimento a termini violenti come il sostenere che sia in atto «una battaglia» contro i diritti altrui, graficamente rappresentata da loro con alcuni uomini che duellano con delle spade. Un messaggio troppo facilmente equivocabile da lettori che potrebbero essere stati indottrinati all'isteria verso fantomatiche «ideologie gender» attribuite a chiunque chiede apri dignità per tutte le famiglie.
Si passa poi a mettere nella bocca dell'Unione Europea parole mai pronunciate per affermare:
E così accade ad esempio che il primo tentativo di bloccare la petizione dei cittadini europei Mum, Dad & Kids per definire univocamente la famiglia e il matrimonio in tutti i Paesi membri dell’Unione europea è fallito.
L’International Lesbian, Gay, (Bisexual, Trans and Intersex) Association (ILGA) ha fatto ricorso alla Corte di Giustizia dell’UE contro la decisione della Commissione europea di registrare la raccolta firme avviata da Mum, Dad & Kids. Per i dittatori arcobaleno è infatti inaccettabile considerare legittimo chiamare i cittadini a sottoscrivere quel che dovrebbe essere ovvio in una società normale. Le regole democratiche, si sa, valgono solo quando fanno comodo…
Come riferisce AgendaEurope, però, la Corte ha rigettato il ricorso della ILGA come “manifestamente inammissibile”. In altre parole, mentre è possibile discutere sul rifiuto di una iniziativa popolare, non è invece possibile farlo nel caso in cui venga riconosciuta e registrata.
Implicitamente la decisione della Corte di Giustizia conferma che la proposta di definire il matrimonio (solo) come una unione tra un uomo e una donna e di conseguenza la famiglia come basata sul matrimonio, è pienamente compatibile con i valori fondamentali dell’UE.
In realtà l'Unione Europea ha semplicemente parlato di procedure e non di contenuti. Il sostenere che una procedura sia ammissibile non significa esporre un giudizio sul suo contenuto, anche se a ProVita torna utile far credere il contrario solo perché a loro piacerebbe veder legittimata una discriminazione che mini le fondamenta dei diritti personali delle perone oggetto della loro campagna di morte.
La banda di Brandi si permette poi di uscirsene con i suoi soliti slogan ideologici, volti a sostenere che i gay siano «una lobby» e chi discrimina i gay sia un da ritenersi un «difensore» della famiglia (ovviamente solo quella eterosessuale e possibilmente pronta a negare pari dignità alle altre famiglie). Così, per fede e sulla base di un uso strumentale dell parole. Scrivono:
Per il momento famiglia 1, lobby gay 0
Dietro al ricorso, ufficialmente presentato a nome di un… anonimo (identificato con un non meglio precisato “MV”), pare ci sia l’affiliata italiana dell’ILGA, “Certi Diritti”. Il bello è che l’anonimo in questione ha chiesto assistenza legale. Non si può però far finta di non sapere che “Certi Diritti”, così come “ILGA Europa”, sono potenti gruppi di pressione, con grandi finanziatori alle spalle. Evidentemente, la lobby gay non si fa problemi a mettere in moto procedure giudiziarie inutili a spese dei contribuenti. Ma è possibile accettare che le nostre tasse servano ad aiutare chi vorrebbe imporci la dittatura del pensiero unico imbavagliandoci la bocca e mettendoci in galera?
Nell'articolo seguono i riferimenti con cui ProVita chiede di poter accedere alle tasse degli italiani per proseguire nella sua crociata di morte contro i diritti delle minoranze e a favore di una nuova razza ariana basata sull'orientamento sessuale che possa compiacere l'agenda politica di Putin.
E che dire delle innumerevoli azioni legate firmate da ProVita e dai Giuristi per la Vita che si sono rivelate inutili, ideologiche e strumentali nonostante abbiano sottratto risorse pubbliche alle famiglie per i loro fini politici? Non sarà che anche in questo caso pretendano di voler avere più diritti di chiunque altro, solo perché loro si reputano più meritevoli di diritti civili sulla base di un presunto diritto di nascita.