ProVita Onlus chiede la distruzione dell'Unione Europa come mezzo per favorire l'omofobia
Tutto fa pensare che lo scopo primario dell'associazione ProVita Onlus sia la promozione dell'omofobia a fini politici, in un'ottica in cui l'odio possa tornare utile alle mire espansionistiche di Mosca. Oltre a collaborare con i gruppi geopolitici di Putin, l'associazione di Toni Brandi cerca anche di favorire il successo politico dei gruppi neo nazionalisti ed anti-europeisti in quell'ottica in cui la paura dell'Islam e l'odio verso le minoranze possa portare consensi alla repressione russa (non a caso, uno tra i Paesi con il più alto tasso di suicidi fra la popolazione).
In tale ottica è un articolo di Federico Catani ad ingolosire i più bassi istinti dei loro lettori nel sostenere che la distruzione dell'Unione Europea possa potrà ad una maggiore discriminazione delle minoranze. In merito al referendum inglese per valutare la possibilità di uscire dall'Europa, il sito integralista scrive:
La lobby LGBT britannica a quanto pare ha deciso di schierarsi sulla questione della Brexit: voterà “No”.
Il prossimo 23 giungo i cittadini del Regno Unito saranno chiamati alle urne per decidere se il loro Paese debba restare o meno nell’Unione europea .
Il premier “conservatore” David Cameron, artefice degli pseudo-matrimoni gay nel suo Paese e promotore delle quote arcobaleno nella Bbc, è fortemente contrario a qualsiasi ipotesi di sganciamento dall’Unione.
Non stupisce allora che anche l’associazionismo omosessualista la pensi allo stesso modo. In un articolo apparso su un organo di stampa della lobby LGBT, il deputato “conservatore” Ben Howlett, dichiaratamente omosessuale nonché strenuo sostenitore della “politica arcobaleno” del premier, ha invitato tutti i membri della comunità LGBT del regno Unito a votare contro la Brexit.
Come consuetudine l'articolo presta molta attenzione a mancare sistematicamente di rispetto verso i matrimoni gay (apostrofati come «pseudo-matrimoni») e si ricorre al solito gergo neofascista volto a sostenere esitano fantomatiche «lobby gay». Dicono anche esista un «organo di stampa della lobby lgbt» che, per quanti se lo stessero giustamente chiedendo, viene da loro identificato con il sito inglese GayTimes.
Si inizia così ad affermare che l'Unione Europea sia responsabile di una politica volta a garantire diritti anche a quelle minoranze che loro vorrebbero opprimere, giungendo sino a negare che esistano discriminazioni verso i gay (quegli stessi gay che con disprezzo vengono da loro etichettati come «lobby gay»):
Per la lobby LGBT è meglio, molto meglio, restare sotto la protezione dell’Unione europea. Howlett spiega molto bene il perché.
Come riconosce limpidamente, l’adesione alla Ue è stata di vitale importanza per migliorare i diritti e la qualità della vita delle persone LGBT del Regno Unito. Le direttive comunitarie e gli interventi della Corte di Giustizia europea sono stati di grande aiuto. Ma tutto ciò ovviamene non ha riguardato solo la comunità britannica, bensì quelle di tutta Europa.
È “grazie” alle pressioni delle istituzioni europee se i vari Stati membri pian piano stanno adeguando la propria legislazione ai diktat della lobby LGBT, in modo che scompaiano tutte le presunte discriminazioni ancora presenti. Sono i burocrati di Bruxelles ad adoperarsi perché non vi siano diversità di trattamento, ad esempio, tra i gay francesi e quelli italiani.
Secondo Howlett c’è ancora molta strada da fare per raggiungere la piena uguaglianza. Ecco perché il lavoro di gruppi come ILGA-Europe è preziosissimo in sede Ue. Insomma, se gli organi comunitari sposano sempre più l’agenda omosessualista è perché la lobby LGBT è perennemente in azione.
Ormai senza freni, si giunge a sostenere che l'omofobia non esista neppure in quegli stati in cui l'omosessualità è punita con la morte, lamentando come l'Unione Europea combatta i pregiudizi al posto di alimentarli come è solito fare il loro amico Putin:
L’Unione europea, poi, promuove attivamente politiche gay-friendly in tutto il mondo, utilizzando la diplomazia per introdurre nei singoli Stati la lotta alla presunta omofobia, lo pseudo-matrimonio gay e l’adozione per le coppie dello stesso sesso. Il Regno Unito, quini, secondo il deputato del Partito Conservatore, deve continuare a dare il suo contributo a queste politiche.
Per concludere, solo rimanendo all’interno dell’Unione europea – secondo Howlett – è possibile continuare a lottare per i “diritti” dei gay e dunque per il “progresso”.
Insomma, la lobby LGBT sembra convintamente europeista. E ci spiega qual è il ruolo di Bruxelles. Lascio ai lettori trarre le dovute conclusioni…
Date le premesse alterate, pare difficile che si possa sostenere che si stia lasciando ai lettori il compito di trarre le proprie conclusioni dato che le tesi sono già state loro fornite.
Pare dunque che a loro non interessi nulla che l'Unione Europea abbia permesso di scongiurare guerre per oltre 70 anni (cosa che non è capitata alla loro amata Russia, dove le mire espansionistiche di Putin hanno portato all'ingresso armato in Ucraina), l'unico loro obiettivo è garantire che gay e lesbiche siano fatte soffrire nel nome del loro pregiudizio e in un ottica in cui la loro nuova razza ariana possa governare il mondo sfruttando un falso sentimento religioso e alimentando la distruzione di qualunque altra cultura o realtà. Il potere è ciò a cui si ambisce e pare non ci si faccia problemi se per ottenerlo serva fare qualche vittima o distruggere un intero tessuto sociale.
Pare ormai chiaro che quelli di ProVita sono contro la solidarietà dei paesi europei, sono per Putin, sono per l’Eurasia, sono conto l’Euro e per i valori della "mano forte" che protegge i valori della "tradizione". La distruzione dell'Europa è ciò che a loro serve per portare a compimento la loro agenda politica.
Nonostante l'associazione ProVita sia solita non pubblicare i commenti che vengono inseriti dagli utenti, in questo caso ce ne sono addirittura 16, tra i quali anche alcuni cui l'autore dell'articolo da spettacolo. Dinnanzi a chi osa manifestare dissenso, Catani risponde: «Il suo commento parla da solo. Tutti possono vedere quanto civili e tolleranti sono gli ideologi LGBT. Ideologi che l’Unione europea sostiene e difende. Ed è proprio per questo che noi siamo preoccupati». Ed ancora, afferma che l'umanità sia a rischio di estinzione se i gay non verranno discriminato: «Continuando su questa strada, carissima signora, molto difficilmente ci sarà un domani. Oltretutto, ad essere discriminati oggi sono quelli che la pensano come noi. Quindi, stando al suo ragionamento, a breve avremo la “rivincita”». Ed ancora: «Signora cara, il mondo va già a rotoli e non serve essere degli illuminati per capirlo. E francamente continuo a ribadire che nessuno discrimina i gay, che godono di tutti i diritti riconosciuti agli altri. Magari c’è qualcuno che vorrebbe sposarsi con un uomo e una donna contemporaneamente: perché lo Stato glielo dovrebbe impedire? Se l’amore è amore…».
Insultati i gay mentre si sostiene che l'omofobia non esista, non manca il solito sostenere che il mondo debba basarsi sulla negazione dei diritti alle minoranze: «Siccome ci sono tante anime belle che ancora sono entusiaste dell’Unione europea, abbiamo pensato di far parlare gli LGBT. Non i populisti. Ma gli LGBT. Ebbene, a quelle persone moderate, “cattoliche” e comunque di buon senso che ancora magnificano l’Ue, sarebbe bene far presente che le istituzioni comunitarie stanno dalla parte dell’ideologia omosessualista. Tutto qua».
L'apoteosi è però il commento in cui il redattore di ProVita sottolinea tutto il suo disprezzo verso le donne, quasi voler involontariamente testimoniare come il maschilismo e la misoginia siano parte integrante dell'omofobia. In risposta ad una donna, scrive: «Guardi, i suoi interventi non stanno deponendo a favore delle donne… Evidentemente non è bastato darvi il diritto di studiare… Meno male che le donne vere non sono femministe».
Un qualche psichiatra potrebbe forse trovare interessante come Catani sia convinto che il diritto all'istruzione per le donne non sia un diritto ma una concessione che è stata fatta loro, peraltro affrettandosi a sostenere che si sia trattato di un errore dato che le "vere" donne sono solo quelle che si sottomettono all'uomo come la Miriano.