Adinolfi spiega che bisogna costringere le donne a partorire o nessuno pagherà la sua pensione
Dopo la piazza deserta di Rimini, pare anche anche a Roma le cose non vadano meglio per Mario Adinoli. Perlomeno stando alle immagini diffuse sui social network che ce lo mostrano armato di megafono pronto a rilanciare i suoi slogan populisti a dei cassonetti.
In fondo qui non c'erano autobus e panini gratis offerte dalle parrocchie e senza quei benefit da "Family day" non pare che nessuno se lo fili. Oppure Sky ha ritenuto di doverlo invitare al confronto fra i candidati di Roma, con il leader integralista che su Twitter lancia anatemi in cui si chiede un intervento di Mattarella.
Se non si fossero davanti ad una persona che sta seriamente mettendo a rischio la vita di migliaia di adolescenti per un tornaconto personale, farebbe quasi pena. Ancor più quando lo si ritrova a cercare i voti dell'estrema con un'intervista rilasciata a Francesca Romana Poleggi di ProVita in cui si lancia nell'affermare che «l'unico voto utile» sia un voto dato a lui. Non male come esternazione di cristiana superbia.
Eppure quell'intervista non andrebbe trascurata, dato che contiene tutto ciò che potrebbe convincere chiunque a non votarlo. Non mancano i soliti toni di chi si credere il nuovo Re di Roma nell'affermare che «Il voto al Popolo della Famiglia è l’unico voto utile il 5 giugno. Una massiccia affermazione del Popolo della Famiglia è la sola risposta che i cittadini che hanno partecipato e sostenuto i Family Day hanno per far sentire alta la loro voce. Votare per i soliti partiti non modifica nulla. L’unico voto indigeribile dal sistema è quello al Popolo della Famiglia e per questo siamo quelli più insultati e più presi di mira sui social. Temono la nostra affermazione».
Curiosa è la teoria con cui basta far incazzare la gente con insulti e strumentalizzazioni facili perché si debba votare qualcuno. A questo punto perché non spingersi a proporre la pedofilia obbligatoria nelle scuole? Così prenderebbe ancora più insulti e sosterrebbe che bisogna votarlo ancora di più...
Sui contenuto non va meglio,. dato che dinnanzi agli innumerevoli problemi dell'infanzia lui dice che la priorità sia lottare contro un qualcosa che manco esiste: «Per l’infanzia -dice- bisogna prima di tutto affrontare l’ondata ideologica gender che si abbatterà sulle scuole comunali nel prossimo anno scolastico, complice l’approvazione della sconsiderata legge Cirinnà».
L'altro punto è impedire qualunque contrasto alla violenza omofoba, sostenendo che il bullismo omnofobico non esista e che nessun bambino romano sua mai stato preso in giro in virtù del suo orientamento sessuale. Pare follia, eppure Adinolfi non pare vergognarsi nell'affermare:
Il Popolo della Famiglia ha nel proprio simbolo la scritta: “No gender nelle scuole”. Credo ci sia poco altro da aggiungere. Se non che il Gay Center di Fabrizio Marrazzo per quella scritta ha chiesto al ministero dell’Interno di rendere illegittima la presentazione del nostro simbolo alle elezioni. Questo fa capire quanto il Popolo della Famiglia dia fastidio a certe organizzazioni lgbt che aspettano il prossimo anno scolastico per rubare soldi pubblici con i finti corsi contro il “bullismo omofobico”.
Dopo aver precedentemente spiegato che lui farà di tutto per impedire che le famiglie gay possano avere figli desiderati, in questa occasione si passa a spiegare come cercherà di far partorire a forza tutte quelle madri che non vogliono un figlio. Ma in quel discorso non manca un dato interessante, ossia il suo sostenere che i figli debbano essere prodotti in serie per garantire la sua pensione. Dice:
Finanziare i Centri aiuto alla Vita, come ho già detto, è la nostra priorità. Un’amministrazione comunale guidata dal Popolo della Famiglia sarebbe caratterizzata dalla lotta senza quartiere alla piaga sociale dell’aborto, che in tempi di clamorosa denatalità rischia di piegare prima e far collassare poi l’intero sistema di welfare che diamo per scontato. Se non nascono rapidamente centinaia di migliaia di bambini, tutto crolla.
Insomma, a lui servono contribuenti che paghino i suoi privilegi e non certo bambini felici che possano vivere in famiglie amorevoli. Quando si dice l'amore cristiano.