Arcigay sul "telefono gender" della giunta Maroni: «Si fa propaganda sulla pelle dei ragazzi e delle ragazze»

«Un provvedimento paradossale, che mentre finge di offrire sostegno alle famiglie in realtà le spaventa con dei fantasmi tutti ideologici e utili solo alla propaganda elettorale». Così Gabriele Piazzoni, segretario nazionale di Arcigay, attacca l'iniziativa della Regione Lombardia che ha introdotto una linea telefonica destinata anche alla segnalazione di "progetti gender" nelle scuole.
«Il modo più subdolo di fare politica -prosegue Piazzoni- è creare problemi, per poi far finta di risolverli: questa è la strategia della Giunta Maroni. L’aggravante è che questo giochetto si faccia sulla pelle dei ragazzi e delle ragazze, su chi cioè è più fragile. Inoltre la spesa in campo, del tutto insufficiente ad avviare un progetto serio, è la prova concreta del fatto che con quei soldi si stia solo tentando di conquistare qualche titolo di giornale: è un investimento in marketing, non un provvedimento che tenta di affrontare problemi importanti, come il bullismo e le difficoltà delle famiglie, che hanno bisogno di ben altri interventi. Stupisce poi che un’istituzione come la Regione affidi al monitoraggio dei genitori l’attività di un’altra istituzione, la scuola, le cui linee educative vengono definite dal cuore istituzionale del nostro Paese, cioè dal Governo e dal Parlamento. Un processo di delegittimazione a catena che serve solo a mascherare l’assenza di un assessore alla Scuola che sappia fare il suo lavoro. E questa lacuna ci costa 50mila euro».
Della stessa opinione è Fabio Pellegatta, presidente di Cig Arcigay Milano, che commenta: «La linea telefonica “antigender” della Giunta Maroni - prosegue - è un tormentone che ormai ci accompagna da tempo e che ora si concretizza in una forma assurda, che cerca di tenere assieme il contrasto bullismo e la campagna di delegittimazione contro l’educazione alle differenze. Peccato che l’educazione alle differenze sia proprio il principale antidoto al bullismo: allora la Giunta Maroni deve fare pace con se stessa e affrontare seriamente e fuori dagli slogan problemi importanti, che coinvolgono la vita quotidiana di tante famiglie e di tanti adolescenti»


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