Cagliari. Due ragazzi aggrediti perchè gay
I fatti risalgono alla notte tra venerdì e sabato. Due ragazzi avevano deciso di festeggiare l'ultimo giorno di scuola tra amici, in un locale sul lungomare di Quartu (Cagliari).
«Eravamo tra amici, stavamo ballando, indossavamo vestiti semplici, niente di appariscente -raccontano i due giovani- Intorno alle 4 del mattino siamo usciti dal locale per prendere una boccata d’aria». A quel punto si sono sono seduti su una panchina non distante dalla discoteca, quando due ragazzi più grandi si sono avvicinati a loro e li hanno dapprima prima insultati perché gay, poi gli proposto loro dei soli per ricevere del sesso orale a pagamento. «Abbiamo replicato con un pacato e semplice no», raccontano Alessio e Alessandro. Ma «a quel punto la risposta deve aver mandato in bestia i due energumeni che, molto probabilmente sotto effetto di droghe pesanti, hanno deciso di prenderci a pugni».
I due giovani sono così stati brutalmente picchiati prima che i due si allontanassero «con tutta tranquillità, camminando come se avessero fatto la cosa più normale del mondo. Ho subito pensato di entrare dentro il locale non solo per avvisare un’amica di quanto fosse appena accaduto, ma soprattutto per prendere del ghiaccio. I buttafuori del Frontemare mi hanno però impedito l’accesso, nonostante fossi visibilmente scosso e soprattutto visibilmente in difficoltà, visto che i pugni appena ricevuti avevano lasciato il segno sul mio volto».
Un loro amico racconta: «Appena uscito dal locale ho visto Alessio e Alessandro col viso gonfio e sporco di sangue. Ho subito chiesto loro cosa fosse successo e mi sono precipitato all’interno del locale per chiedere fazzoletti e ghiaccio. C’è stata molta indifferenza: la gente che passava tranquillamente al nostro fianco senza intervenire. Se non ci fossimo stati noi difficilmente sarebbero riusciti ad avvisare gli amici e a procurarsi del ghiaccio».
Il titolare del locale spiega che «Nni non ci siamo resi conto del fattaccio, indubbiamente avremo fatto qualcosa per impedire il pestaggio se fosse avvenuto all'interno o all'esterno del nostro locale, ma il personale, non avendo assistito alla rissa, non è potuto intervenire». Riguardo al comportamento die buttafuori, la società che si occupa della sicurezza dice: «I nostri ragazzi devono seguire un regolamento, sono persone formate e pronte a ogni evenienza. La decisione di non far entrare i giovani all'interno è dovuta al fatto che i bodyguard non erano sicuri che non fossero stati proprio loro a scatenare la rissa. Non avendo assistito alla scena, non potevano con certezza stabilire che i giovani erano le vittime e non i teppisti che avevano fatto violenza contro di loro, quindi per la sicurezza del locale ma soprattutto dei clienti che si trovano all'interno».