Dov'è l'obiezione di coscienza inneggiata dai leghisti per chi si oppone alla propaganda della Cappellini?
La sentinella in piedi Cristina Cappellini (che risulta anche un assessore lombardo leghista a tempo perso) è la promotrice della vergognosa iniziativa atta ad alimentare isteria e paura verso le minoranze attraverso la propaganda omofoba dei gruppi di cui fa parte. Non pare un caso, infatti, che la donna si sia vantata con loro (e non certo con i cittadini che le pagano lo stipendio) del suo essere stata capace di far approvare un servizio "anti-gender" che sfrutti i soldi pubblici per promuovere l'agenda politica di una certa lobby. Ne è testimonianza come su Twitter la donna abbia dedicato la sua iniziativa ad Allenza Cattolica, la Manif Pour Tous, Jacopo Coghe, Filippo Savarese, Maria Rachele Ruiu , il Comitato Articolo 26, le Sentinelle in Piedi, don Lazzara, Giancarlo Cerrelli, Luigi Amicone, Tempi, La Nuova Bussola Quotidiana e Simone Pillon.
La signora Cappellini è parte anche di quel fronte della Lega Nord che sostiene la necessità di non rispettare la legge se non la si condivide. Ed è nel nome della presunta superiorità che questa gente attribuisce ai rapporti che hanno fre le coperte che si è partiti nell'invitare i sindaci leghisti ad impedire con ogni mezzo il riconoscimento delle unioni civili fra persone dello stesso sesso. Il tutto con la signora Cappellini irrimediabilmente presente come capifila di quella crociata atta a danneggiare quelle minoranze che sono da lei rese vittima di una vera e propria persecuzione.
Eppure, se davvero la Cappellini credesse a ciò che dice, allora dovremmo immaginarcela convinta nel sostenere che ogni cittadino debba poter esercitare una «obiezione di coscienza» a tutto ciò che non si condivide. E sicuramente un'iniziativa biologica volta a creare pregiudizi, sofferenza e morte pare ben candidarsi per questa opzione. In fondo dei dice che la si possa invocare per impedire la felicità altrui, qui si chiede di non essere corresponsabili di quel genocidio che la Regione Lombardia è pronta ad orchestrare per il suo tornaconto politico...
Se provate ad inviare una lettera alla Regione Lombardia chiedendo quali modalità sia possibili attuare per essere certi che le proprie tasse non finiscano a finanziare l'opera di morte della Cappellini, non vi giungerà nessuna risposta. Come cittadini sarete obbligati a pagarle lo stipendio e a finanziare le sue attività immorali e contrarie alla coscienza di molti cittadini. Sempre più evidente, dunque, è un'ideologia che pervade il Pirellone nel nome di parole che l'assessore Cappellini usa per promuovere la discriminazione ma che poi si rimangia quando qualcuno chiede di non essere suo complice.