LaNuovaBQ difende il dipendente Atc che ha violato la legge per discriminare una coppia gay

Se qualcuno dovesse invitare i propri lettori ad aggredire il direttore de La Nuova Bussola Quotidiana, tale atto risulterebbe sicuramente denunciabile. È per questo motivo che non si capisce perché mai Riccardo Cascioli possa utilizzare il suo giornale per invitare all'illegalità a danno di interi gruppi sociali che rischiano di vedersi negati i loro diritti costituzionali nel nome del pregiudizio di un singolo uomo.

Noto è il caso del dipendente pubblico che ha infranto la legge negando un ricongiungimento familiare a due donne. Invocando una fantomatica «obiezione di coscienza», un dipendente dell'Atc di Torino ha negato la domanda di ospitalità per permettere una donna (divorziata, disoccupata e con una figlia a carico) di poter ospitare sotto lo stesso tetto sua moglie. Per aver abusato del suo ruolo e per aver negato un diritto riconosciuto dalla legge, il dipendente è stato sospeso.

Eppure La Nuova Bussola Quotidiana ha così riassunto il caso:

Anna, divorziata, disoccupata e con una figlia a carico vive in una casa popolare a Torino e vuole ospitare, come residente, la sua compagna. Il dipendente dell’Agenzia territoriale per la casa (Atc) si rifiuta di accettare la domanda per l’ospitalità nonostante il regolamento Atc lo permetta. E si appella giustamente all’obiezione di coscienza anche se il regolamento non la preveda. Risultato: azione disciplinare a suo carico. Il dipendente si è visto subito decurtata l’indennità di sportello e forse perderà il posto.
Il presidente dell’Atc, Marcello Mazzù: «Avessi saputo prima delle resistenze dell’impiegato avrei già chiesto di rimuoverlo». Non ancora vigente la legge sulle Unioni civili – che come si vedrà andrà a sconvolgere tutti gli ambiti del vivere civile e non solo il diritto di famiglia – ecco che è già iniziata la persecuzione nei confronti di chi difende la famiglia.

Naturalmente è busso che Cascioli possa sostenere che una qualche famiglia sia stata «difesa» attraverso una violazione, così come grave è il suo sostenere che il dipendente abbia «giustamente» infranto la legge per penalizzare due donne sulla base del loro orientamento sessuale. Di fatto l'unica evidenza è come questi gruppi stiano promuovendo violenza gratuita nel nome di fantomatici dogmi religiosi e sarebbe anche ora che la Procura inizia ad occuparsi di questa propaganda d'odio diffusa a mezzo stampa.

Alla fine, però, la domanda è sempre la stessa. Se Cascioli andasse in comune a rinnovare la sua carta d'identità e un dipendente si rifiutasse di farlo perché lo considera un farabutto violento, siamo certo che parlerebbe ancora di una «giusta» azione perché dettata dalla coscienza?


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