Lo sciacallaggio di Adinolfi sulla strage di Orlando: «Il matrimonio gay non li salvati, quindi è solo ideologico»
Da un personaggio come Mario Adinolfi non ci si sarebbe potuti aspettare altro. È dalle pagine del sito integralista Intelligonews che il leader integralista si è subito affrettato a sciacallare anche le 50 vittime della strage di Orlando.
Premettendo che i gay sono persone cattive e che lui è molto più buono nel negare loro ogni dignità e nel battersi perché i loro affetti non valgano tanto quanti i suoi due matrimoni (di cui uno celebrato in scarpe da ginnastica in un casinò di Las Vegas), se ne uscito con un vergognoso «Ora che il killer era gay non scenderò sullo stesso piano del mondo lgbt». peccato che il solo fatto di dirlo equivalga a farlo.
Ci sarebbe anche da chiedersi se Adinolfi abbia fatto sesso con il killer per poter sostenere così tanta certezza che fosse gay, soprattutto considerato come oggi si sia ancora nel campo delle illazioni. E comunque ciò non cambierebbe proprio nulla: da sempre si è detto che i personaggi creati dall'integralismo cattolico (che si tratti di Giorgio Ponte o di Luca Di Tolve) appaiono come vittime di una certa follia, ed un «gay» che si sposa per ben due volte non appare certo una persona lasciata libera di vivere la propria sessualità, soprattutto se a metà della strage prende il telefono per rivendicare motivazioni religiose alla strage.
Ma questi discorsi non paiono interessare ad un integralismo che cerca solo di scollarsi di dosso le colpe dei crimini causati dal loro odio, motivo per cui ci si affretta al lanciare accuse gravissime:
Io vedo intolleranza e sciacallaggio compiuto su quei poveri morti da parte di chi, come alcuni politici espressione del mondo Lgbt, anziché racchiudersi in preghiera ed esprimere dolore e cordoglio hanno scelto la via della strumentalizzazione. Una via che non ripercorreremo certo noi dicendo che l'assassino era un gay.
Meglio sarebbe dire un «peccatore» o un «deviato», dato che questa è la terminologia che la sua gente ama utilizzare contro i gay grazie alla legittimazione all'odio che ha ricevuto da alcuni gruppi che si dicono cristiani. Ma dato che al peggio non c'è mai fine, Adinolfi si lancia nell'asserire che:
C'è lì la legge contro l'omofobia? C'è il matrimonio omosessuale? Sì, ci sono. Poi però c'è pure la strage di Orlando. Il che vuol dire che quegli apparati ideologici non servono a niente per prevenire simili follie. O si analizzano fattori endogeni e internazionali che si fondono in maniera molto pericolosa, oppure se ognuno pensa a coprire la propria posizione ideologica siamo davanti a una pratica sciacallesca, direi indifendibile. La riflessione diventa sterile, debole.
È dunque immancabile la solita mistificazione dei fatti. Innanzi tutto verrebbe voglia di ricordare ad Adinolfi che uno dei ragazzi scampati alla strage è stato licenziato perché il suo datore di lavoro ha scoperto fosse gay (e tale atto viene permesso nel nome della "libertà religiosa") così come gli andrebbe ricordato che la Florida è stato terreno di scontro per una crociata omofoba a sostegno della Prop8 (anche qui con l'uso della religione quale argomentazione a sostegno della necessità di negare un diritto costituzionale alle persone meno gradite al clero). Generalizzare i fatti e negare l'evidenza appare come il subdolo tentativo di trovare argomentazioni ad un odio che non ha scuse.
È ovvio che non sia sufficiente l'approvazione del matrimonio egualitario per cancellare l'omofobia o la propagandando di personaggi come Adinolfi, motivo per cui è ridicolo sostenere che se la cultura del Paese non è cambiata in pochi mesi allora non c'è motivo di garantire ai gay i loro diritti e il riconoscimento delle loro famiglie.
Stando al suo ragionamento, dinnanzi ad un crimine razzista dovremmo forse sostenere che non abbia senso aver permesso i matrimoni misti dato che si verificano ancora crimini d'odio? Dovremmo sostenere che la mancata discriminazione dei neri sia un fatto ideologico? Sarebbe folle, come folle è il suo discorso.
Non si capisce neppure come si possa sostenere che non abbia valore il riconoscimento legale del propri affetti quando lui è stato il primo a spostarsi più volte. Se anche volesse tirare in ballo motivazioni religiose, il suo secondo matrimonio non ha valore per la Chiesa cattolica ma lui l'ha celebrato lo stesso e gode di tutti i diritti che ne conseguono. Eppure non vuole che lo stesso possa accadere ai gay (e sappiamo come alcune delle vittime volessero sposarsi). Questa è ipocrisia oltre che violenza!
Ma dato che l'importante è dire che i cristiani valgono più di tutti gli altri e che i gay non si devono lamentare se gruppi organizzati li etichettano come «sodomiti», «pervertiti», «immorali» e «meritevoli di morte» (giusto per citare uno degli ultimi post pubblicati da Adinolfi in cui lodava il sacerdote sardo che aveva sostenuto tale tesi), l'integralista aggiunge:
Prima il problema era il suo essere estremista religioso. Adesso è un gay, ma la colpa è sempre della religione. Le due cose non stanno insieme no? Bisogna ragionare su cause un pochino più profonde. Se semplicemente si vuole appiccicare la biografia di questa persona su un lavoro ideologico, signori è pericolosissimo! Altrimenti io potrei dire che è colpa dei gay, sono stati loro. Ma sarei scemo se dicessi una cosa del genere! L'assassino è un gay, quindi sono i gay ad avere problemi mentali? Sarebbe una semplificazione cretina. Ma è identicamente cretino dire che la colpa è dell'omofobia. Il problema della strage di Orlando è dentro una serie di cause complesse. Se si usa la strage per un uso sciacallesco siamo davanti a un qualcosa di semplicemente inaccettabile.
Quindi da domani si torna a dire che i gay sono malati e che rappresentano un pericolo contro i quali «bisognerebbe prendere i fucili» (a dirlo era sempre lui, ndr) tanto l'omofobia non c'etra e non centrano neppure quei gruppi organizzato che fomentano l'odio versi i gay. Ovviol, lo dice il leader di uno di quei gruppi!
In fondo si sa che i gay muoiono per caso e forse era un caso anche se la discoteca presa di mira era gay. Sempre che non si legga l'articolo pubblicato da Adinolfi in cui si sosteneva i gay muoiono perché "disagiati" in virtù del loro orientamento sessuale, ma ovviamente non è il sostenere simili fesserie ad aliemntare quel crimine d'odio che può condurre sino a epiloghi così violenti e drammatici.