Il partito di Adinolfi in piazza per chiedere che il loro leader disconosca una delle figlie?
È sulla sua pagina Facebook che la sezione torinese del partito di Adinolfi afferma:
La nostra Costituzione riconosce all'articolo 29 i diritti "della famiglia" (come società naturale fondata sul matrimonio). Invece, la nuova repubblica grillina istituita a Torino decide che la famiglia -femminile singolare- riconosciuta dalla Costituzione non esiste più e che essa è sostituita da un concetto tutto nuovo –le “famiglie”– definite a totale arbitrio del potere.
Il 16 luglio andiamo in piazza Palazzo di Città per dire che "di famiglia ce n'è una sola"!
Il problema è dunque evidente: dato che il loro leader ha due famiglie, il loro leader non rientra nei distinguo che vengono manifestati nella pubblica piazza.
La situazione è molto chiara: c'è una prima famiglia in cui Adinolfi si è sposato in chiesa con una donna ed ha avuto una figlia, poi c'è un'altra famiglia che è nata da un matrimonio celebrato in tuta da ginnastica in un casinò di Las Vegas. E da quella seconda unione è nata una seconda figlia. Ma se la famiglia è una sola e se si esige che lo stato non si occupi delle famiglie, viene automatico dedurre che una delle due famiglie di Adinolfi non debba esistere. Perlomeno non secondo le regole della sua gente.
Pare dunque legittimo domandarsi se i seguaci di Adinolfi scenderanno in piazza per rivendicare ciò che dicono, ossia per dire ad una delle figlie di Adinolfi che la sua famiglia non è tale e che il donatore dello sperma è da ritenersi una persona esterna alla sua famiglia. resta solo da domandarsi se a non essere ritenuta «l'unica famiglia» sarà quella formazione sociale che è nata dal primo o dal secondo matrimonio, giusto per comprendere quale delle due figlie debba esserne ritenuta estranea.
E chissà che quei manifestanti non dicano alla primogenita o alla secondogenita di Adinolfi che la sua nascita è un concetto del tutto nuovo, inventato da ideologici che non capiscono che una nascita esterna «all'unica famiglia» non debba avere dignità di estere.
Ovviamente dire una cosa simile ad una ragazza è una violenza pura e una barbarie inaudita, ma il problema è che è stato Adinolfi ad addestrare i suoi seguaci ad un odio cieco verso chiunque non rientri in schemi ideologici volti a negare la natura e l'esistenza di intere famiglie. E se pare cosa certa che Adinolfi abbia ideato questo odio al solo fine di colpire la dignità dei figli altrui, ci sarebbe da domandarsi se non sia finito con il fare del male alle sue stesse figlie nel nome di un'ideologia zoppa che nega una realtà che è sotto gli occhi di tutti.
Eppure anche l'incongruenza è evidente: se Adinolfi deve poter avere due famiglie, perché è nel suo nome che si chiede che ad altre persone sia negata anche solo una famiglia?
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