Internet e la rete diabolica con cui neointegralismo cattolico propaganda l'ideologia del disprezzo
I gay sono dei malati mentali che possono essere "curati" se i loro genitori li impacchettano e le consegnano ad un centro di rieducazione cattolico. È questo il messaggio che serpeggia fra le fila delle testate riconducibili alle lobby integraliste, tutte volte a promettere che qualunque genitore possa tramutare i figli in ciò che loro desiderano se solo non di faranno problemi a impartire loro delle torture psicologiche che li portino ad odiare sé stessi. Ovviamente tale atto non è solo profondamente immorale, ma è anche dannoso: innumerevoli studi scientifici spiegano come quell'azione induca ad atti di autolesionismo se non al suicidio.
ma si sa, per l'integralismo cattolico è meglio un figlio morto che un figlio gay. In fondo non ci si può aspettare molto da chi usa il nome di Dio per carcere di promuovere omofobia, xenofobia e razzismo a scopi politici, attraverso una cultura del disprezzo che possa dare nuova linfa vitale ai rigurgiti neofascisti?
Qualcuno dice dopotutto non sono in molti a leggere i vari proclami propagandistici pubblicati da ProVita di Brandi, dalla Bussola Quotidiana di Cascioli o dal Timone di Cascioli. E se questo è parzialmente vero, altrettanto vero è come questa gente abbia creato su Internet una vera e propria rete di diffusione ideologica che possa martellare quotidianamente una fetta del mercato per farli familiarizzare con termini inventati di sana pianta come "teoria gender" o "omosessualismo".
Ad esempio è stata La Nuova Bussola Quotidiana a pubblicare i proclami di Tommaso Scandroglio volti a sostenere che un divieto delle torture sui minorenni gay sia da intendersi come «una legge per mettere in galera chi vuole preservare i bambini dall’ideologia omosessualista». Ma quella teoria è stata rilanciata nel tempo e nello spazio attraverso la ripubblicazione distribuita sui social network. L'articolo viene rilanciato integralmente dal sito da LoSai.eu che, a sua volta, lo riprende lo Informare per resistere. Lo stesso accade anche per i proclami di Federico Catani (ProVita) e ai suoi insulti contro chiunque osi avere un orientamento sessuale diverso dal suo. E non pare un caso che queste realtà sono state classificate da Bufale.net quali siti di disinformazione. LoSai.eu è stato inserito fra i "siti di bufale e disinformazione medica e scientifica", Informare per resistere tra i "siti di disinformazione politica".
Scorrendo la lista si osserva come l'omofobo ImolaOggi risulti fra i siti di bufale politiche e razziste, così come RiscattoNazionale (il sito di estrema destra gestito dallo stesso proprietario del gruppo "No ai matrimoni gay in Italia") sia identificato come un clickbait (ossia pronta a rilanciare notizie prese da fonti casuali senza alcuna verifica dei fatti, ma provvedendo ad inserire titoli accattivanti per attrarre il lettore).
Siamo dunque dinnanzi siti infarciti di pubblicità, fonte di inesauribili guadagni nella vendita di disinformazione e legittimazione dei più bassi pregiudizi di chiunque non sia alla ricerca della verità ma solo di qualcuno che compiaccia i suoi più bassi istinti. In molti casi appare evidente che nessuno si aspetta che quegli articoli vengano letti, ma ci si affida a titoli studiati per ottenere grande diffusione sui social network. Su quelle pagine c'è sempre una qualche "minaccia" e i bambini sono sempre "in pericolo" perché così si collezioneranno più condivisioni e la notizia verrà diramata urbi et orbi. Si otterranno anche guadagni dalla pubblicità, nonché ritorni legati alla promozione di determinati partiti politici.
Nel caso di "informare per resistere", è una delle sua fondatrici a raccontare i cupi scenari che stanno dietro a quella realtà. Nel giugno del 2015, scriveva: «Mi stupisce che, solo ora, ci si sia accorti di ciò che sia diventata quella pagina. Da diversi anni, ormai, una pagina, un tempo quotatissima, si dedica a pubblicare articoli di complottismi idioti, senza un minimo di veridicità». In un passaggio del suo racconto, spiega anche come Stefano Alletti avesse preso pieno potere della pagina e si fosse circondato di «personaggi di dubbio gusto»:
Quando cercavo di riavvicinarmi, sperando che le cose potessero tornare come prima, trovavo puntualmente situazioni insostenibili che hanno reso la pagina quella che oggi è: un covo di falsità e complottismi degni del blog di un adolescente. A titolo di esempio, cito uno dei tanti articoli che si voleva fossero pubblicati sulla pagina. Non ricordo il titolo ma era un post di “denuncia”: l’abbaiare dei cani non è un’azione a caso, ma i cani sono mandati dalla massoneria ed è la massoneria ad aver fatto diventare i cani “animali domestici” che con il loro abbaiare provocavano delle onde a sega che distolgono le nostre menti. Ricordo che in quel post c’era di tutto: con l’abbaiare dei cani erano citati anche i gay, le adozioni da parte dei gay e chi più ne ha più ne metta. Un miscuglio complottista degno forse solo dell’On. Borghezio che all’europarlamento, con gli ufo, fece di meglio.
Il problema, però, è che quelle falsità vengono spalmate quotidianamente sulla bacheca Facebook di quasi un milione di seguaci, a cui poi si sommano i 200mila di LoSai.eu. Si tratta di un canale di disinformazione altamente preoccupante in virtù di come quelle bufale cerchino di fare il lavaggio del cervello attraverso titoli ad effetto che propongano una visione politica ben precisa: loro vogliono uscire dall'Europa per aderire all'Eurasia di Putin. In tale scenario i gay e i migranti sono le vittime sacrificali da criminalizzare al fine di ottenere consensi al progetto, esattamente come un ventennio fa accadde in Russia su spinta politica degli evangelici statunitensi. L'odio vende e c'è chi non si fa problemi a cercare di specularci sopra.
E poco importa se ad essere citati sono gli articoli di ProVita, Forza Nuova, Casa Pound o La Bussola Quotidiana: si tratta di realtà tutte legate alla stessa matrice lobbistica con finalità politiche comuni.
Un'ulteriore conferma ci giunge dal profilo Facebook di Stefano Alletti, immancabilmente legato ai soliti Simone Pillon, Luca Pavani dell'Uccr, Filippo Savarese della Manif pour tous, monsignor Antonio Morabito della Pontificia Università Lateranense, Maria Rachele Ruiu della Manif pour tous e Massimiliano Di Benedetto di LoSai.eu... Insomma, sempre gli stessi nomi, sempre le stesse realtà di propaganda anti-gay. Interessante è poi come quella stessa persona che usa presunte motivazioni religiose per giustificare la sua crociata contro i diritti dei gay, poi dichiari di lavorare in un sito di incontro che permette di trovare sesso facile o possibili relazioni extraconiugali.
Fatto sta che il vero problema non è l'azione di un gruppo integralista, quanto il mancato rispetto della Costituzione da parte di uno stato che sarebbe tenuto a garantire il diritto alla sicurezza di tutti i cittadini anche in un ottica di contrasto a chi usa menzogne e diffamazioni quali armi di distruzione di massa in una società basata comunicazione. Perché se l'opinione è una liberà fondamentale, diverso è il mentire per ottenere facili consensi a danno di gruppi sociali ben localizzati ed identificabili.
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