ProVita: «È colpa della legge Cirinnà se la Rai non censura i baci gay»

L'associazione ProVita sostiene che l'omofobia e l'istigazione all'odio siano da ritenersi tutelati dalla «libertà di espressione», in quell'ottica in cui un neonazista che prende a manganellate un gay è una persona che sta semplicemente esprimendo «un'opinione». Eppure, nel clima totalitario della loro propaganda, ecco che la censura di qualunque opinione contraria alla loro ideologia viene spacciata come un qualcosa di dovuto.

Pare pura follia, ma è quanto sostenuto nero su bianco dall'associazione integralista. In un delirante articolo, si lanciano nel sostenere che:

«Ma che male vi fa il “matrimonio” gay? Concedere diritti a persone che finora ne erano prive non li toglie mica a tutti gli altri!». Quante volte abbiamo sentito ripetere queste osservazioni nel periodo in cui la legge Cirinnà sulle unioni civili veniva votata dal Parlamento? Purtroppo tanti si sono fatti convincere, se non altro per evitare il marchio di “omofobi”, “fascisti” o “retrogradi”. Tuttavia, ora che il cosiddetto matrimonio omosessuale è diventato legge, appare più chiaro quanto il discorso della lobby LGBT fosse menzognero.

Insomma, è sempre la solita solfa di chi cerca di alimentare paure irrazionali che possano tornare utili a fini politici per la promozione dei gruppi di estrema destra. il tutto passando dalla costante diffamazione di interi gruppi sociali la chiara intenzione di alimentar paura (e conseguenze violenza) verso quella gente che Brandi sostiene don debba neppure avere il diritto di vivere o di esprimersi nel nome del disprezzo che lui prova nell'auto-proclamarsi migliore e più meritevole di loro per un presunto diritto di nascita
Grave, però, è come la premessa del loro discorso pare sia il sostenere che l'eterosessualità debba conferire maggiori diritti e che i gay siano da ritenersi essersi spregevoli possano esercitare «una cattiva influenza» suoi propri figli:

Se due persone dello stesso sesso possono sposarsi, evidentemente lo Stato riconosce la bontà e la normalità della loro relazione. E se lo fanno le istituzioni pubbliche, allora anche l’opinione pubblica e la gente comune dovranno, obtorto collo, conformarvisi. Oltretutto nella legge Cirinnà non è previsto nemmeno il diritto all’obiezione di coscienza. E più si andrà avanti, più l’opposizione alle unioni gay troverà spazio solo all’interno delle menti di quanti non si rassegnano a piegarsi. A meno che non si imponga a tutti il lavaggio del cervello come ai tempi di Mao. In questo clima e con questa situazione, per le famiglie sarà sempre più difficile preservare i propri figli da cattive influenze e distorti insegnamenti.

Siamo alle solite. Nonostante i gay non si possono sposare proprio a causa di quella gente che aderisce all'ideologia di Brandi e la tramuta in una forma di violenza (ancor più alimentata dal tormentone in cui in ogni singolo articolo sostengono che la "coscienza" dovrebbe poter essere sfruttata per danneggiare il prossimo in quel loro totalitarismo che tanto assomiglia ad un nuovo stato islamico), siamo dinnanzi a chi invoca discriminazioni e si vanta della sua zione contraria ai diritti fondamentali dell'uomo.

Ma considerato la grande "moralità" di questa gente, non stupisce come tutto questo discorso serva a legittimare affermazioni al limite del ridicolo. La loro intenzione (ovviamente politica) è di sostenere che sia tutta colpa della Cirinnà se la Rai non insiste nella censura le sequenze in cui due uomini si danno un bacio:

Rebus sic stantibus, diventa quindi effettivamente illogico censurare la scena di una serie tv perché prevede un bacio tra omosessuali. La polemica ha riguardato Rai 2, che lo scorso venerdì 8 luglio ha mandato in onda, in prima serata, una delle puntate della serie statunitense “Le regole del delitto perfetto“. Come riporta l’Ansa, una funzionaria Rai, all’insaputa della neo-direttrice di rete Ilaria Dallatana, ha tagliato la scena del bacio di due personaggi della storia, tra cui l’attore Jack Falahee, che ha protestato pubblicamente per quanto accaduto.
Apriti cielo! Ovviamente sui social network è scoppiato il finimondo. Su Twitter è dilagato l’hastag #Raiomofoba. Così la televisione di Stato è subito corsa ai ripari. Ha chiesto scusa per quello che ha definito un “eccesso di pudore” e ieri sera ha ritrasmesso la puntata senza alcuna censura. La lobby LGBT –coadiuvata dai suoi fedeli devoti– ormai tutto controlla e tutto dispone. Eppure non dobbiamo arrenderci.

Quindi pare che nel totalitarismo di Brandi e nel regime che vorrebbe imporre all'Italia, la televisione deve diventare un mezzo di propaganda politico in cui qualunque espressione costasti con la sia ideologia integralista essere vitata e censurata. E questo viene detto da quello stesso tizio che sosteneva che una legge contro i crimini omofobi sarebbe risultata "liberticida" verso chi vuole ostentare il suo odio verso interi gruppi sociali.


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