ProVita e GpV forniranno assistenza legale gratuita ai sindaci che delinqueranno a danno di una coppia gay
Prosegue senza sosta l'aggressione alla famiglie da parte dell'integralismo cattolico. In un clima da vera e propria persecuzione, sono sempre le solite associazioni e sempre gli stessi nomi a chiedere a gran voce che gay e lesbiche siano trattati come cittadini inferiori a loro, costretti a pagare le stesse tasse a fronte di diritti che non siano neppure lontanamente equiparabili.
La loro rivendicazione è volta a sostenere che il matrimonio sia tale solo se un uomo so porta a letto una donna per ingravidarla, motivo per cui dovremmo forse ritenere nulli tutti i matrimoni delle coppie eterosessuali che non hanno figli o dare tutele giuridica agli stupratori che ingravidano le loro vittime (raggiungendo quello che per Brandi e per i suoi amici è l'obiettivo ultimo). Ma a confermarci come la loro sia solo una scusa è come la loro rivendicazione paia includere solo ed esclusivamente quelle coppie gay a cui loro vorrebbero sia negato qualunque riconoscimento giuridico nel nome del loro pregiudizio e del loro disprezzo.
La legge sulle unioni civili, approvata nonostante la loro strenua opposizione, non include alcuna possibilità a quelle fantomatiche "obiezioni di coscienza" che alcuni gruppi integralisti volevano fossero previste. Inutile a dirsi, non ha senso che un comune possa rifiutare di rispettare la legge solo perché non gli è simpatico chi gli si presenta dinnanzi (altrimenti ai leghisti dovrebbero poter rifiutare diritti agli stranieri, così come ogni persona di buonsenso dovrebbe poter impedire il matrimonio tra due sentinelle in piedi in virtù di come la loro condizione li renda palesemente inadatti a poter prendersi cura di minori) ma evidente è come il loro unico scopo sia il garantire uno stigma sociale contro alcune famiglie, cercando di alimentare e giustificare la violenza omofonica.
Uscendo dal loro mondo di menzogne e di ideologia, però, la realtà è che un pubblico ufficiale che dovesse impedire un atto di legge sulla base della sua personalissima opinione è passibile di una condanna penale. Ma è proprio per cercare di convincere qualcuno a commettere tale atto illegale che le associazioni ProVita Onlus e i Giuristi per la vita assicurano che provvederanno loro a pagare ed occuparsi di quelle spese legali se a danno di una coppia gay. Affermano:
Le Associazioni ProVita e Giuristi per la Vita hanno offerto «pieno sostegno anche a livello giuridico» ai sindaci che hanno chiesto –invano– al Parlamento di prevedere l’obiezione di coscienza nella legge sulle unioni omosessuali.
Il sostegno vale «per qualsiasi problematica di tipo legale che possa insorgere» dal porre in essere gesti o attività come il rifiutarsi di costituire o registrare un’unione civile, la delega a terzi dei relativi compiti, oppure l’obiezione di coscienza integrale da parte dell’amministrazione locale.
Per farla breve, vengono offerti soldi ed avvocati a chiunque creerà un danno contro le famiglie gay e lesbiche, in quel clima in cui alcuni gruppi sostengono che la legge debba essere ignorata nel nome di Dio. A ribadire tale assurdità è proprio il presidente dell'associazione ProVita nel suo asserire che:
Toni Brandi, presidente di ProVita, ha dichiarato in un Comunicato Stampa: «Il rifiuto di ‘celebrare’ unioni civili non si basa su opinioni personali contrarie alla legge, ma sull’esigenza avvertita dalla coscienza di rispondere a una legge superiore: la legge naturale. Perciò siamo pronti a portare queste istanze davanti alla Corte Costituzionale».
La teoria è dunque sempre la stessa: Brandi sostiene che un'affermazione così opinabile come il suo definirsi "cristiani" sia motivo per cui lui debba essere esentato dal rispetto della legge, ritenendo che basti citare Dio per poter delinquere impunemente.
Al solito l'associazione non manca di improvvisarsi una sorte di azzeccagarbugli pronta a ridisegnare la Costituzione sulla base dei suoi pregiudizi, motivo per cui aggiunge:
È comunque sostenibile di principio l’illegittimità costituzionale della legge sulle unioni civili nella misura in cui non permette l’obiezione di coscienza dei sindaci, anche perché, come abbiamo visto, il tema riguarda non solo i Sindaci, ma anche altre categorie di impiegati e cittadini.
Il riferimento è loro sostenere che chiunque debba poter cercare di mettere il bastone fra le ruote alla celebrazione di un'unione civile: loro esigono che un fiorista possa dire che lui non fornirà fiori a dei gay, un ristorante dovrà potersi rifiutare di farli mangiare, un comune dovrà rifiutarsi di trascrivere la loro unione. Insomma, chiunque deve poter fare ciò che i nazisti facevano agli ebrei. O almeno, questa è l'assurda teoria di Brandi e di Amato.
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