Dopo la crociata anti-gay, il vescovo di Noto se la prende anche con Pikachu: «Crea dipendenza a un sistema totalitaristico che è pari a quello nazista»
C'è da chiedersi che conseguenze avrà la deriva integralista assunta da una Chiesa dove ogni presa di posizione viene giustificata parlando di diavoli, madonne o nazisti che vogliono colonizzare il mondo. Tra tante problematiche serie che esistono al mondo, il vescovo di Noto ha deciso di intraprendere una crociata per combattere i Pokémon.
Non è dato di sapere se a scatenare un simile astio sia stata la difficoltà che si ha nel catturare Pikachu, ma fatto sta che monsignor Antonio Staglianò ha annunciato la volontà di avviare una costosa e lunga causa legale contro "Pokémon Go". Sostiene si tratti di un gioco «diabolico» che a suo dire minaccerebbe «la sicurezza sociale degli uomini e delle donne della Terra da preservare» e creerebbe «dipendenza a un sistema totalitaristico che è pari a quello nazista».
Il sacerdote ha anche spiegato la sua linea d'azione, spiegando che ha chiesto ad alcuni avvocati di identificare un qualsiasi motivo attraverso il quale attaccare il gioco. Per la serie, prima si decide il nemico e poi ci si mette a cercare una qualche motivazione per attaccarlo.
La diocesi di Noto è già stata al centro di iniziative ideologiche pesantissime a danno dell'intera società, attraverso l'organizzazione di convegni di disinformazione anti-gay in cui il solito Gianfranco Amato è stato invitato a spaventare la popolazione con le sue fantasiose teorie sulla fantomatica "ideologia gender". Ed è così che se il loro relatore va in giro a dire che i gay sono opera Satana, l'uomo che l'ha fatto chiamare sostiene anche che anche Pikachu abbia risvolti satanici. Il tutto mentre si dice ai fedeli che l'omofobia non esiste.