La NuovaBQ chede che ai gay sia negata la possibilità di denunciare chi li aggredisce nel nome di Dio
Durante il nazismo era la "razza ariana" a conferire maggiori diritti e privilegi assoluti ad alcuni personaggi. Ora l'integralismo cattolico pretende di introdurre distinguo simili, sostenendo basti citare a casaccio Dio per sentirsi esclusi dal rispetto della legge. Sostengono che un sedicente cristiano debba avere il diritto di impedire l'unione altrui, così come esigono che un prete possa delinquere a proprio piacimento se a danno delle loro vittime preferite.
A sostenerlo ancora una volta è la solita Nuova Bussola Quotidiana, pronta a sostenere che i gay non debbano avere il diritto di denunciare le persone da cui si reputano offese dato che solo gli integralisti devono poter avere accesso alla giustizia (basti pensare a come quelle stesse pagine abbiano celebrato le denunce intimidatorie presentate da Provita o dai Giuristi per la vita).
Con i soliti toni da guerra civile, scrivono:
Ci risiamo. Questa volta a finire nel registro degli indagati saranno non uno, ma ben tre vescovi. E non per un’omelia, ma per aver esercitato il loro diritto di espressione criticando la recente legge emanata dall’assemblea autonoma di Madrid sull'educazione gender obbligatoria nelle scuole. In Spagna tornano i “taglialingua” riuniti sotto una delle tante sigle dell’apparato Lgbt e incuranti della recente archiviazione nei confronti del vescovo di Valencia Cañizares rispolverano la via giudiziaria. Certi che è la goccia che scava la pietra.
E’ successo nei giorni scorsi ad opera dell’Osservatorio Spagnolo contro la “Lgbtfobia” che ha denunciato davanti alla procura di Madrid il vescovo di Getafe Joaquín López de Andújar, il suo Ausiliare José Rico Pavés e il titolare della diocesi di Alcalà Juan Antonio Reig Pla. Quest’ultimo non è la prima volta che finisce sotto la lente della “gestapo gay”, ma la procura aveva sempre archiviato il caso. Come è accaduto recentemente per il titolare di Valencia. Ma la strategia delle lobby gay è quella radicale: a forza di insistere si troverà un giudice compiacente che condannerà i prelati.
Da quello che scrivono pare che quai cattivoni dei gay abbiano osato denunciare quelle persone sulla base del nulla, anche se in realtà si tratta di persone che hanno sostenuto di non voler applicare i programmi ministeriali perché ritenuti troppo gay friendly, ovviamente esigendo i contributi statali come scuole paritarie. È la teoria della legge fai-da-te, dove si sostiene che chiunque debba poter infrangere qualunque leggi non condivida (il che poterebbe a legittimare anche l'omicidio qualora l'assassino dica che è stato Dio a volere che uccidesse qualcuno)
Ma non solo, La Nuova Bussola Quotidiana dice anche che:
Ma a dare maggiore fastidio alle lobby gay è stata questa frase: “Tra le vittime reali della dittatura del relativismo ci sono coloro che soffrono la confusione sulla propria identità, una confusione che con leggi come questa sarà ancor più aggravata”.
Sempre lì siamo. Nonostante sia un'evidenza scientifica che l'identità sessuale non sia una "confusione" e nonostante sia provato che la posizione suggerita dai vescovi aumenti di 13 volte la possibilità che i bambini si suicidino, la Chiesa esige che sia fatto del male alle nuove generazioni nel timore di dover riconoscere il loro errore nella creazione di dogmi volti a condannare l'opera di Dio.
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