La7 torna a dare visibilità all'odio di Adinolfi, con tanto di prese in giro a danno della dignità umana
Bisognerebbe domandarsi perché mai La7 dia così tanto spazio agli integralisti, proponendoci i rantoli omofobo di personaggi discutibili ed amorali come Mario Adinolfi ogni qualvolta si parli di gay. Sarebbe come se un ebreo non avesse il diritto di poter parlare liberamente di sé senza che ci sia vicino un nazista con in mano un'accendino. E se un gay non può parlare senza un contraddittorio da parte di un qualche personaggio che ostenti la propria omofobia, il messaggio che viene passato non lascia dubbi: ci dicono che è sia lecito essere in disaccordo con la loro esistenza o che sia giusto apostrofarli come «sodomiti» così come avvenuto proprio su La7.
E la prova del nove di come si sia dinnanzi ad una palese discriminazione ci giunge da come ad Adinolfi venga concesso di parlare anche in assenza di una qualche persona di buonsenso che possa sottolinearne la violenza e l'integralismo. Perché a lui non è richiesto alcun contraddittorio mentre alle sue vittime sì?
Fatto sta che è nel corso del programma "In Onda" che il leader integralista ha segnato un'orribile a fra le pagina della storia della televisione.
Già, perché Adinolfi non si è limitato ai suoi soliti insulti, ma si è lanciato anche nel dire che la legge sulle unioni civili sono discriminatori verso i gay perché nega loro quella pari dignità e quei pieni diritti di cui lui gode in virtù di come abbia dato prova di essere andato a letto con almeno due moglie diverse. Ovviamente sono cose risapute, ma il fatto che uno dei responsabili di quei distinguo discriminatori possa andare in televisione a vomitare addosso alle sue vittime quello che è il risultato del suo uso politico della religione è troppo. È un'onta intollerabile e violenta.
E se ciò non bastasse, il leader integralista non ha nemmeno risparmiato insulti neppure agli ospiti. Quando il conduttore ha dato la parola a due ragazze, Adinofli ha ironizzato sul fatto che probabilmente quelle due lesbiche non sapessero manco cosa fosse la Costituzione. Ha poi sostenuto che le unioni sinora celebrate non fossero altro che delle «carnevalate» ed è partito sulle sue solite filippiche volte a sostenere che gli eterosessuali convincenti sarebbero discriminati rispetto ai gay perché non hanno accesso alla pensione di reversibilità (forse dimenticando che loro possono sposarsi, diritto che è stato proprio Adinolfi a chiedere che fosse negato alle persone che lui perseguita nel nome del loro orientamento sessuale a lui poco gradito). Immancabile sono stati anche i suoi slogan sulla maternità surrogata, forse ignorando che una coppia di due donne ha già due uteri a disposizione senza doverne cercare un terzo. Insomma, la solita brutta pagina di televisione che calpesta la dignità umana nel nome di un personaggio che non vale più dello 0,6% di opinione pubblica.