Le assurde "motivazioni" con cui ProVita vuole sostenere i suoi distinguo


Nell'ambito della incessante propagandistica che ProVita ha messo in campo contro gay e lesbiche, l'associazione integralista si spinge sino a sostenere che i diritti dei gay non siano neppure paragonabili a quelli degli eterosessuali. Dalle oagine della loro "rivista" scrivono :

La questione del “matrimonio gay”, o unioni civili, è considerata da molti necessaria all’uguaglianza, perché a casi eguali spetterebbero uguali trattamenti. Ma il matrimonio gay è davvero uguale al matrimonio tra un uomo e una donna? Nello Stato sociale, le generazioni attive pagano la previdenza (pensione sanità) alle generazioni anziane. La sostenibilità dello stato sociale dipende quindi dall’equilibrio intergenerazionale, demografico, che ormai si è eroso, mettendo a repentaglio l'intero sistema sociale.

L'articolo propone dunque i matrimoni e le unioni civili quali sinonimi (e non lo sono) così come interessante è il solito uso delle virgolette per togliere dignità alle parole se rivolte ai gruppi sociali vittime della loro persecuzione. Ma è nelle "motivazioni" del loro odio che il gruppo integralista pare toccare il fondo:

Nello Stato sociale, le generazioni attive pagano la previdenza (pensione sanità) alle generazioni anziane. La sostenibilità dello stato sociale dipende quindi dall’equilibrio intergenerazionale, demografico, che ormai si è eroso, mettendo a repentaglio l'intero sistema sociale.
Oggi, infatti, il costo della nuova generazione, cioè dei figli, è prevalentemente a carico delle famiglie. I benefici dei figli invece, ossia la loro capacità di mantenere le generazioni anziane attraverso i contributi previdenziali e le tasse, vanno a tutti.
Allora è nell'interesse dello Stato sociale riservare un trattamento distinto alla famiglia, cioè a quella formazione sociale in grado di procreare: infatti, gli articoli 29, 30 e 31 della Costituzione, sono stati approvati anche dalla sinistra comunista, oltre che dall'ala riformista dell'epoca.

Insomma, ancora una volta il gruppo di Brandi promette soldi a chi discrimina. Il tutto sulla base di teorie che vengono spacciate per verità assolute anche se incapaci di reggere. Se davvero il matrimonio fosse finalizzato alla sola procreazione come sostengono, allora dovrebbe essere precluso anche agli eterosessuali senza figli. Eppure, incuranti di questa semplice evidenza, aggiungono:

In realtà però il riconoscimento della famiglia basata sul matrimonio, intesa come “società naturale” che precede quindi la politica e le istituzioni statali, non era e non è basato su fattori di morale sessuale, bensì sociale. Ovvero il trattamento “privilegiato” della famiglia, richiesta dalla Costituzione, ha come primario obiettivo la tutela dei più deboli, dei bambini, e, in una prospettiva politico-economica di medio-lungo termine, la sostenibilità del welfare, che presuppone equilibrio demografico. Non è vero, perciò, che “il matrimonio gay o le unioni civili non tolgono niente alla famiglia”.

Ma sempre lì si torna, dato che chi non avrà figli dovrebbe essere ritenuto una minaccia peggiore dei gay, perlomeno stando al loro delirio. Ancor più se si sostiene che l'obiettivo ultimo sia la produzione di figli a cui affidare il compito di pagargli la pensione.
E la prova del nove sull'assurdità di quanto affermano deriva da come ai tempi dei padri costituenti, ognuno si pagasse la propria pensione
Come avrebbero potuto dunque immaginarsi che un governo successivo avrebbe cambiato le regole dell'Inps solo per avere liquidità da destinare altrove?

Si passa poi a ribadire che i gay devono finanziare i privilegi altrui (comprese le coppie sposate senza figli) così, al pari di schiavi immeritevoli di pari dignità ma utili da derubare del frutto del loro lavoro:

Se la reversibilità della pensione e altri benefici (per esempio il contributo all'acquisto della prima casa) sono motivati soltanto con la cura che i coniugi si prestano vicendevolmente e non più con gli oneri di cura della futura generazione, questi stessi trasferimenti perdono la loro legittimazione: le future finanziarie decurteranno ulteriormente i trasferimenti alla famiglia, tra cui in primo luogo la pensione di vedovanza. Infatti, la discussione tra i costituzionalisti sulla legittimità della reversibilità della pensione, così come degli altri trasferimenti alle coppie sposate, in alcuni di quei paesi (come la Germania) che hanno già provveduto all'equiparazione della famiglia generativa a quelle formazioni sociali a priori non feconde, è già in pieno corso.

Solo sul finire gli integralisti toccano il punto focale che smonta la loro ideologia, ovviamente sostenendo che loro sanno cosa pensasse l'assemblea costituente meglio ancora di chi vi prese parte:

È da sempre vero che non tutte le persone sposate hanno dei figli e in base a questo ragionamento i promotori del matrimonio per tutti tentano di eliminare il trattamento distintivo della famiglia rispetto alle altre formazioni di convivenza. Ma resta sempre vero che l'unica formazione sociale da cui possono nascere figli è l'unione tra un uomo e una donna e pertanto il trattamento distinto della famiglia, come richiesto dalla Costituzione, sotto un determinato profilo, è da considerarsi un investimento nel futuro. Eil fatto che non ogni singolo “investimento nel futuro” effettuato dalla politica (ad esempio i contributi all'innovazione per le imprese per favorire l'occupazione) porti il risultato auspicato, non è un motivo valido per negarlo e lasciare tutto solo ai meccanismi del mercato libero.

Ma anche questa labile motivazione non regge. Perché quale libero mercato punterebbe su una ventenne che sposa un vecchio per ereditare? O su una coppia di anziani? Eppure loro possono sposarsi.
A questo punto ci si sarebbe dovuti aspettare una qualche norma che imponesse di aver quantomeno ingravidato la moglie prima di potersi sposare. Ma anche qui sappiamo che le cose sono diverse.

Ma non solo. Se prendiamo come esempio lo stesso Gandolfini, leader del loro movimento, per sua stessa ammissione sappiamo che non può avere figli e che ha adottato tutti i suoi sette figli. Quindi, per stare alla loro teoria, l'associazione ProVita dovrebbe essere in prima linea nel sostenere che quella di Gandolfini non sia ritenuta una famiglia o, in alternativa, dovrebbe battersi per riconoscere l'adozione per i gay in modo che i loro figli possano contribuire al welfare (e non ci sarebbe alcuna differenza fra i figli adottati da Gandolfini o quelli affidati ad una coppia gay). Ma anche qui le cose sono diverse, riprova di come non sia una motivazione ad armare il loro odio, ma sia il loro odio ad essere alla ricerca di una "motivazione".
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