ProVita chiarisce: il corpo è tuo ma lo gestisce Brandi
In quel clima di costante, incessante, inarrestabile e violenta persecuzione quotidiana contro gay e lesbiche, l'associazione ProVita ha pubblicato la sua solita pillola di disinformazione volta a creare confusione nei lettori al fine di poterli indottrinare al loro odio.
Un tizio chiamato Clemente Sparaco scrive:
Torniamo a parlare di adozioni gay, prendendo in esame soprattutto la pretesa genitoriale delle coppie gay e i diritti del bambino. Se la si guarda in prospettiva, la pretesa al figlio delle coppie omosessuali è solo l’ultima delle “battaglie civili” in nome del principio di autodeterminazione. Al pari della rivendicazione dell’aborto, dell’eutanasia, della fecondazione eterologa, essa è avanzata nel solco di un’incontrastata lotta per l’emancipazione dell’individuo da ogni divieto o vincolo.
La premessa è che il prendersi cura dei bambini sia come abortire e i bambini abbandonati siano meglio se li si lascia morire di fame piuttosto che affidarli alle amorevoli cure di una famiglia gay. Ma, soprattutto, si arriva a sostenere che debbano esserci dei divieti, presumibilmente sottintendendo che a deciderli debbano essere loro. Tu non devi poter fare ciò che Brandi non vuole. Punto.
Non manca un attacco alla pari dignità della donna, gradita solo se sottomessa o se vista come un oggetto utile solo alla procreazione:
Il diritto all’autodeterminazione in dipendenza dalle proprie scelte, giuridicamente e politicamente costituisce ormai qualcosa di inderogabile, che semplicemente non ammette limitazioni. Vale il vecchio slogan femminista delle campagne per l’aborto di quarant’anni fa: «Il corpo è mio e lo gestisco io!», che viene all’uopo declinato nella forma più metafisica: «La vita è mia e ne faccio quello che voglio io». Le adozioni gay costituiscono, appunto, un chiaro esempio di questo pensiero. Una volta incasellata la richiesta a quell’indirizzo il gioco è fatto, per cui essa sembra non poter essere rifiutata. Quindi: perché vietare ad una madre di esercitare la sovranità sul proprio corpo e sul frutto del proprio corpo? Perché vietare il ricorso alla fecondazione eterologa per una coppia che altrimenti non potrebbe veder soddisfatto il proprio desiderio di genitorialità? Perché vietare il suicidio assistito ad un malato terminale che vuole morire con dignità?
Sia mai! Il malato terminarle deve morire attraverso atroci sofferenze per compiacere Brandi, così come alcune coppie non devono avere figli sempre per compiacere Brandi. A decidere i limiti deve essere l'integralismo, ovviamente con le debite eccezioni che già si sono viste quando il divorziato Adinolfi ha detto che avrebbe combattuto per vietare il divorzio (altrui).
Confondendo i generi con l'orientamento sessuale, si arriva ben presto alle solite strumentalizzazioni ideologiche:
Allo stesso modo anche i teorici del gender, di quella ideologia che in sé importa una svolta antropologica rispetto all’intera storia dell’umanità, sembrano averla vinta. Essi ci vengono a dire che la primordiale e tradizionale distinzione tra uomini e donne basata sul sesso, da cui deriva la trasmissione della vita, non vale più, perché le identità sessuali oramai sono molteplici (omosessuale, bisessuale, transgender, trans, transessuale, intersex, androgino, agender… si superano le sessanta possibilità e c’è chi –per non piangere– ci fa dell’ironia), optabili, interscambiali, non naturali, ma culturali, indotti, se non addirittura imposti.
Sarebbe di per sé un’affermazione che si oppone all’evidenza scientifica e storica, se non implicasse in sé l’ennesima mutazione di gene del principio di autodeterminazione dell’individuo.
Derise le identità di genere di persone non conformi alla loro ideologia, le si apostrofa come "non naturali" per spingersi a sostenere una persona non debba poter far sesso con chi vuole ma debba poterlo fare solo con le persone scelte da Brandi:
Anche il sesso si riconduce alla libera volizione. L’individuo lo adotta a seconda del suo orientamento, al di là di ogni costituzione fisica, al di là del dato biologico. Ne scaturisce come corollario pedagogico che assegnare a un bambino il cartellino di maschietto o di femminuccia rappresenta una sorta di indebita intromissione nel libero sviluppo del suo orientamento sessuale, un’induzione esterna, tendenzialmente violenta.
Probabilmente nell'ultima frase volevano parlare dell'identità di genere, ma si sa che questa gente ama creare confusione in modo tale che i loro lettori possano essere ingannati più facilmente. Ma è quel piano inclinato in cui il delirio pare aumentare di frase in frase, ecco che si arriva a sostenere che:
Ne deriva la conseguenza di non poco rilievo che, come una madre deve veder riconosciuta la propria libertà sia di mettere al mondo un bambino sia di disfarsene, così una coppia omosessuale deve veder riconosciuta, al pari di una coppia etero, il diritto di avere figli: le cosiddette adozioni gay, meglio velate sotto la locuzione inglese stepchild adoption. Va da sé che quel figlio, inconcepibile per via naturale, sarà ottenibile tramite fecondazione eterologa, dove l’eterologia implica l’utero in affitto o un prestatore di seme (nel caso di coppie lesbiche). E’ questa la sostanza della stepchild adoption, il diritto riconosciuto al partner in una coppia omo di adottare il figlio biologico del compagno (o della compagna).
Ovviamente non viene da sé, se solo non fosse che quella stessa gente che si lamenta della fecondazione eterologa è la stessa gente che non vuole permettere che i gay possano offrire una casa ad un bambino abbandonato. Forse sarebbe stato più corretto dire che quello è l'unico metodo che le limitazioni e i distinguo pretesi dell'integralismo cattolico non ha ancora colpito.
Inoltre sarebbe bene ricordare che la quasi totalità delle nascite che avvengono mediante gpa sono richieste da coppie eterosessuali, anche se il fatto non li ha minimamente interessati sino a quando non hanno pensato bene di inventarsi un po' di disinformazione. Si noti, ad esempio, come si sostiene che il garantire diritti ad un bambino già nato (ossia la stepchild adoption) abbia effetti sulla modalità di nascita. peccato che nella realtà dei fatti si stia chiedendo di rendere un bambino orfano di uno dei genitori solo perché non graditi a Brandi.
Inoltre c'è da rimanere sbalorditi dinnanzi a chi si lancia in simili miscuglii in cui si cerca di confondere temi così diversi come le adozioni, la gpa, l'eterologa, la stepchild adoption, l'eutanasia, l'identità di genere, l'aborto e l'orientamento sessuale.