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Anche il sindaco leghista di Gallarate cerca pubblicità rifiutandosi di celebrare le unioni civili

Provate ad andare al Comune di Gallarate a dirgli che proprio non ve la sentite di pagargli le tasse. Come minimo troverete i carabinieri dinnanzi a casa vostra. Eppure è con quelle stesse parole che il sindaco della città pensa di poter negare i diritti costituzionali di cittadini a lui sgraditi.
Andrea Cassani, eletto a giugno con l'appoggio di Lega Nord, Forza Italia e Fratelli d'Italia, è uno di quei sindaci che spera di poter ottenere visibilità ostentando la sua omofobia. Ed è così che è andato dai giornalisti a raccontare loro che: «Riconosco i diritti degli omosessuali, ma non mi sento di celebrare l’unione tra due persone dello stesso sesso. E lo stesso, credo, valga per i componenti della mia giunta. Se ci sarà qualche ufficiale civile disposto, nessuno negherà loro la funzione».
Insomma, la sua idea è che i diritti siano tali solo se qualcuno pagato dai cittadini sarà disposto riconcedere i loro diritti, mentre ovviamente si esige che non vi sia obiezione agli obblighi imposti a quai cittadini che loro reputano indegni di pari dignità. Siamo dinnanzi a sindaci che credono di poter rendere ostaggi delle proprie ideologia i cittadini, incuranti della legge e di ciò che è dovuto.
A farne le sperse è una coppia che aveva chiesto di potersi unire e che si è sentito rispondere picche dall'amministrazione. «Mi sono sentito rispondere di no da parte del sindaco -spiegano- con la giustificazione che il matrimonio è solo tra uomo e donna. Il primo cittadino è cosciente di aver giurato sulla Costituzione e non sul Vangelo?».
peccato che il tema non sia solo ideologico ma anche pratico, dato che il rifiuto ad un atto dovuto è causa di effetti tangibili: dall'impossibilità di accedere a taluni bandi sino all'impedimento ad una dichiarazione dei redditi congiunta. Atti dovuti ma negati nel nome di chi crede che l'odio possa portargli voto e che essere sindaco sia un qualcosa da sfruttare per imporre la propria volontà e non per servire la cittadinanza.
Cassani ha anche idee molto personali di ciò che sia legale: «Se questo governo, non eletto da nessuno, con un Parlamento illegittimo, ha deciso di approvare la Cirinnà, ne prendo atto ma è un mio diritto non celebrare le unioni civili. Dove iniziano i miei diritti, finiscono quelli degli altri». peccato che tale affermazione si smentisca da sé dato che non vale l'opposto: la presunta "libertà" di discriminare del sindaco è un'stacolo alla libertà di chi vuole poter decidere con chi vivere la propria vita, anche con scelte diverse da quelle che avrebbe compiuto il leghista.
Ed è così che la coppia gay a cui è stato negato il loro diritto ad un'unione civile, commenta: «Sono stato umiliato e sono pronto alla guerra. Ho ricevuto il supporto di diversi avvocati. Cassani è un omofobo. Perfino un prete della diocesi milanese mi ha telefonato per esprimermi solidarietà e dirmi che Cassani è un cretino. A volte la Chiesa è più avanti delle istituzioni».


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