CasaPount si lagna che ai rifugiati gay non siano imposti "esami fisici" per provare la loro sessualità
L'estrema destra odia gli stranieri quasi quanto odia i gay, ed è forse quello il motivo per è attraverso le pagine di Primato nazionale che CasaPound prova ad inventarsi una qualche storiella che accomuni i due gruppi di persone. Ed è dimostrando di non conoscere manco la lingua italiana, il sito titola: "Ora gli immigrati fanno outing per ottenere l'asilo". Ovviamente nessun rifugiato farà outing, casomai faranno coming out!
Ma è proseguendo nella più totale noncuranza di come alcune persone vivano in Paesi in cui il solo fatto di esistere può comportare il carcere o la pena di morte, la propaganda di estrema destra si affretta sa proporre una semplificazione vergognosa della vicenda nell'affermare:
Dichiararsi omosessuali ed ottenere asilo politico. Un escamotage da quattro soldi, ma che in regioni come le Marche, potrebbe rivelarsi capace di far lievitare il numero di domande di asilo accolte dall’attuale 5% fino ad un possibile 50%. Fare outing e dichiararsi gay in fuga da regimi oppressivi dell’Africa e del Medio Oriente, è questa l’ultima strategia dei richiedenti asilo per ottenere lo status di rifugiato.
Poi, senza citare alcuna fonte verificabile per le loro accuse e preoccupandosi di lanciare accuse contro gli enti internazionali a loro sgraditi, aggiungono:
A denunciare questa prassi sono stati alcuni operatori delle Marche, dove praticamente tutti i richiedenti asilo nel presentare la domanda hanno fatto coming out. E’ evidente che la nuova “strategia” per diventare rifugiati sia stata suggerita da qualcuno. E chi avrebbe dato l’imbeccata agli immigrati? Voci di corridoio parlano direttamente di addetti dell’Unhcr, l’agenzia internazionale per i rifugiati.
Ma l'odio non si ferma qui. Si afferma anche che quasi i rifugiati racconterebbero storie false e avrebbero abbandonato lavoro, famiglie e futuro solo perché la loro massima aspirazione è di vivere in un'Italia che li disprezzerà e che manco riconoscerà i loro titoli. E farebbero tutto questo così, solo per dar fastidio ai razzisti:
La fuga da una nazione dove la Shaaria o la legislazione in genere preveda pene corporali, carcere, se non addirittura la pena capitale come punizione per l’omosessualità, è un motivo sufficientemente valido per ottener lo status di rifugiati. E soprattutto è possibile affermarlo senza doverlo dimostrare, visto che nessuno gli chiederà di fornire delle prove “fisiche” della propria omosessualità. Quella del coming out sarà dunque una storiella che si andrà ad aggiungere alle altre raccontate dagli aspiranti rifugiati, quasi tutte uguali e spesso inventate di sana pianta.
Il riferimento a "prove fisiche" pare rievocare le barbara pratiche attuate dai peggiori regimi integralisti in cui i cittadini possono essere sottoposti ad umilianti esami anali sulla base di teorie scientifiche priva di ogni fondamento. Ma in fondo qui siamo nel campo della propaganda e la realtà conta poco: l'obiettivo è respingere il prossimo mentre si appendono migliaia di crocefissi dei muri.
Ed è inevitabile osservare come la falsificazione e la semplificazione dei fatti regni sovrana, esattamente come quando cercarono di alimentare odio verso i rifugiati lamentano che avessero dei telefonini e che quindi non erano poveri. Peccato che quella non fosse gente che scappava dalla fame, ma persone che scappavano dalla persecuzione (motivo per cui hanno soldi, cultura e capacità professionali che sono costretti ad abbandonare per poter essere sé stessi).
In quella deriva che ha portato la Lega Nord ad avvicinarsi sempre più all'estrema destra neofascista, non c'è da stupirsi se il Carroccio non abbia esitato a salire sul carro di chi diffonde diffidenza per convenienza politica:
Una situazione che ha generato le proteste di alcune forze politiche, tra cui la Lega Nord, che tramite il deputato lombardo Paolo Grimoldi promette battaglia: «A questo punto rischiamo che venga riconosciuto lo status di rifugiati a decine di migliaia di immigrati che altrimenti verrebbero espulsi. Alla ripresa dei lavori parlamentari presenterò al ministro degli Interni un’interrogazione per sapere quanti sono i richiedenti asilo che nel presentare domanda di protezione si sono dichiarati omosessuali. Vogliamo sapere quante sono le domande accolte e se sono state fatte delle verifiche sulla veridicità di queste dichiarazioni».
Forse sarebbe bastato informarsi per sapere che i controlli ci sono e che sono molto più serrati di chi si dichiara eterosessuale. Magari sarebbe bastata anche solo una telefonata per sapere che spesso gli italiano che hanno rapporti affettivi con extracomunitari si trovano indagati per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e che devono comparire dinnanzi ad un giudice per dimostrare che la loro storia d'amore sia in corso da anni.
Ma forse è un commentatore del sito a mostrarci come a questa gente piaccia parlare solo perché hanno una bocca, incuranti della situazione di quelle persone e sprezzanti nel sostenere che la vita ultra non valga nulla se si può ottenere un vantaggio personale dalla morte del prossimo. L'uomo scrive: «L’unica è accogliere e concedere lo status di rifugiato solo ed esclusivamente a chi abbia un procedimento penale a carico per gaytà nel paese d’origine».
Interessante sarebbe comprendere in che modo speri che possa esserci un processo nelle terre in cui le milizie dell'integralismo religioso pattugliano le strade e ammazzano sommariamente chiunque venga sospettato di essere gay. O bisognerebbe domandare lui se il diritto di asilo deve avvenire prima che si sia lanciati da un tetto di un palazzo o solo dopo che il corpo si è sfracellato al suolo. Ma, evidentemente, l'idea che alcune persone debbano vivere nel terrore di essere "punite" per il solo fatti di esistere non è una cosa che li turbi più di tanto.