I guru dell'omofobia, tutti cloni della stessa ideologia al servizio della medesima lobby

Pare assurdo pensare che le varie campagne anti-gay non siano orchestrate da una lobby comune. Tutti usano gli stessi simboli, gli stessi slogan, le stesse parole. Tutti sono partiti anti-europeisti, nazionalistici, omofobi e razzisti. Tutti indicano Putin quale unico leader a cui ambire. Tutti criticano il papa dicendo che i patriarchi russi sarebbero meglio di lui. Tutti usano sistematicamente Dio come mezzo di propaganda politica in quella menzogna che li porta a sostenere che i bambini dovrebbero essere «difesi» da chi vorrebbe garantire loro un futuro anche se diversi dal "prototipo ariano" da loro teorizzato.

Nel leggere il manifesto "antigender" scritto dalla Alternative für Deutschland (ossia dal nuovo partito di destra che sta avendo un successo vertiginoso soprattutto in Germania dell’Est), pare difficile non osservare come tutto sia identico ai manifesti italiani. Ormai hanno tutti gli stessi logo, usano le stesse frasi, e operano nella stessa maniera.

Nell'introduzione del manifesto l'Afd afferma:

Noi, come Alternative für Deutschland siamo l'unico partito che si difende contro questi attacchi contro i bambini. Giù le mani i nostri figli! Il genere non è costruito, il sesso è innata. Nessun genere indottrinamento dei nostri figli! Niente educazione sessuale agli adolescenti nelle scuole! La famiglia è il nucleo della coesione sociale! Nessuna apertura alle unioni civili!

Non manca ovviamente un capitolo dedicato all'isteria "gender":

Molti dei rappresentati del "gender mainstreaming" contraddicono i risultati delle scienze naturali, la psicologia dello sviluppo e l'esperienza di vita. Ci opponiamo quindi a qualsiasi finanziamento pugglico agli studi di genere. L'ideologia di genere emargina le naturali differenze tra i sessi es agisce contro i valori tradizionali e i ruoli di genere specifici della famiglia. Programmi di rieducazione sponsorizzate dal governo vengono attuate negli asili e nelle scuole per impedire la classica concezione dei ruoli corretti di un uomo e di una donna. L'Afs rifiuta questa educazione di genere, l'intervento sul naturale sviluppo dei nostri figli e nel garantire ai genitori il fondamentale diritto all'istruzione. L'Adf invita inoltre il governo a non effettuare educazione sessuale nelle scuole che creino l'incertezza dei figli in termini di identità sessuale.

Per la serie, la donna deve stare in cucina perché femmina e i bambini si "confondono" se si dice loro che non è sbagliato essere gay. Detto questi, si passa a sostenere che l'odio verso gay e lebiche debba essere ritenuta una "opinione" promossa dallo stato:

La classe non deve essere un luogo di indottrinamento politico. Nelle scuole tedesche spesso non ci si può formare una propria opinione a causa di preferenze ideologiche. L'obiettivo dell'istruzione scolastica deve essere di esclusiva responsabilità dei cittadini. Noi respingiamo un'enfasi unilaterale nel promuovere l'accettazione dell'omosessualità e della transessualità in classe come deciso da una influenza ideologica del "mainstreaming di genere". L'immagine della famiglia tradizionale non può quindi essere distrutto. I nostri bambini non devono essere un giocattolo nelle mani di una minoranza sessuale rumorosa.

Insomma, sempre le stesse cose, sempre le stesse strumentalizzazioni, sempre le stesse premesse alterate. Ed è così che se Brandi si da ragione citando la tedesca Gabriele Kuby, lo stesso probabilmente avverrà in Germania quando si daranno ragione citando Brandi.
Ma ciò non risponde alla più logica delle domande: chi è mai questa Gabriele Kuby che è spuntata dal nulla proprio quanto iniziata la crociata "anti-gender" al pari di come Brandi è spuntato dal nulla quando la promozione dell'omofobia si è palesata all'ombra del cupolone?

Dalle pagine de Il Giornale, Brandi raccontava che lui non credeva in Dio e si sarebbe convertito al cristianesimo solo dopo aver parlato per alcuni minuti con un prete lefebvriano. Della Kuby racconta che lei non era credente ma poi «un giorno le chiesero di pregare di fronte a una statua buddista, ma alla fine di quella preghiera capì che sarebbe diventata cattolica».
Storie simili, in grado di far breccia fra i bigotti e di permettere di non dare spiegazioni di tutto ciò che è avvenuto primo. Gente che si dice illuminata sulla via di damasco che nella religione dicono di aver trovato il motivo che li porta ad auspicare la morte dell'Europa e all'instaurazione di quel progetto chiamato "Eurasia" che tanto sta a cuore a Putin (al punto da aver già iniziato ad emettere una moneta unica per un'entità politica che non esiste). E tutti loro si dicono "cattolici" ma rinnegano l'accoglienza degli stranieri, così cime tutti loro dicono che l'unico modo per credere in Dio è manifestare disprezzo verso il prossimo. Ma dato che promettono la salvezza in cambio di odio (cosa assai più facile che guadagnarsela con l'amore predicato da Gesù), ecco che piacciono a quelle destre che erano alla strenua ricerca di una qualche scusa per tornare ad un nuovo fascismo.

Forse ci sarebbe da domandarsi quante risate vengano fatte dietro a quegli sprovveduti che si dicono disposti a lavorare per il loro progetto solo perché spaventati dalle loro false minacce, o di tutti quei preti che hanno offerto i pulpiti delle loro chiese per una tra le più sanguinarie campagne di indottrinamento ideologico che si sia visto negli ultimi decenni. genere magari ignara, ma complice di un piano geopolitico che non ha nulla a che vedere né con i gay, né con Dio, ma solo con i desideri terreni di lobby molto potenti.


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