Il lato oscuro di Madre Teresa
Le infiltrazioni integraliste all'interno della Chiesa Cattolica sono ciò che stanno devastando quel poco che era rimasto. Siamo dinnanzi a uomini che hanno sostituito l'amore di Dio con la violenza dei loro precetti, pronti a vendere indulgenze e assoluzioni quasi fossero prodotto immessi sul mercato. Tutti loro sono sempre pronti a ostentare piena certezza nel sostare di sapere benissimo che Dio la pensa esattamente come loro su tutto, ma soprattutto riguardo ad ogni loro più perversa ideologia e folle pregiudizio. Adinolfi sa che Dio odia i gay e lo lo stesso ce lo dice pure Amato mentre va in giro a chiede ai comuni leghisti di patrocinare i suoi convegni in cui dirà che l'omosessualità è il più grave peccato del mondo. E lo stesso avviene anche per il razzismo e la xenofobia, sempre legittimati nel nome di un Dio che è presente in ogni affermazione di gente che pare dirsi "cristiana" solo per avere una scusa per imporre il proprio pensiero.
Sappiamo ad esempio che il sesso e la sessualità sono un dono di Dio, eppure sono aspetti della natura umana che la Chiesa ha sempre demonizzato in un ottica in cui avrebbero reso tutti "peccatori" in modo da assicurandosi il dominio di masse che si sarebbero dovuti rivolgere a loro perché impaurite di poter finire all'Inferno. E tutto questo non ha nulla a che vede con Dio, ma solo su un uso di Dio a scopo politico.
E se oggi alcuni di quei tentativo per soggiogare la popolazione non funzionano più, ecco che si punta tutto sul marketing. Si preferisce l'immagine alla sostanze, magari proponendo un pontefice simpatico mentre l'antipapa agisce alle sue spalle o proponendo gesta che hanno tutta l'aria di veri e propri rituali pagani. Si pensi a come la Lega Nord si dice convinta che sia lecito ignorare l'accoglienza prefdicata da Gesù se si impone il crocefisso ai mussulmani o come il divorziato Adinolfi possa divenire il leader di un movimento che vuole vietare il divorzio. Non c'è limite dato che questa gente invoca una religione che non deve essere vissuta, ma deve essere imposta quale scusa per limitare la libertà e la vita altrui sulla base dei propri pregiudizi e sella propria convenienza che rigorosamente vengono spacciati per dogmi voluti da Dio.
A riaccendere la discussione su questa tematica è stata la recente santificazione di Madre Teresa di Calcutta, un simbolo di marketing che è in grado di produrre un business miliardario in tutto il mondo. E se la sua santificazione produrrà ulteriori guadagni, c'è chi storce il naso dinnanzi a chi pare aver voluto chiudere gli occhi dinnanzi ad alcune ombre della sua vita.
Sono stati raccolti documenti, condotte inchieste, registrate testimonianze, eseguite indagini: più si scava nell'attività svolta da Madre Teresa, più crescono i tanti i dubbi che riguardano il suo operato. A dispetto di quello che si è soliti creder, la suora non ha mai aperto un solo ospedale: gestiva solo un piccolo ospizio per moribondi da quaranta posti letto, il Nirmal Hriday.
L'autorevole rivista medica "The Lancet" e il "British Medical Journal" criticarono pesantemente quella struttura, lamentando come ai sofferenti non venisse praticato alcun trattamento per lenire il loro dolore. Critiche vennero rivolte anche ad una inesistente igiene e ad una struttura in cui i moribondi venivano stipati in brandine sucide ed affidati a suore allo sbando che non avevano alcuna competenza medica. Dopo aver visitato la struttura, il dottor Robin Fox riferì inorridito di aver assistito a scene agghiaccianti: «Gli ospiti della casa di Madre Teresa erano in balia di suore sprovviste di competenza medica, incapaci di fare diagnosi e di rispettare le più elementari precauzioni igieniche. Alcuni medici hanno riferito di aghi di siringa usati e riusati su diversi pazienti, sulla cattiva qualità di cure e di cibo».
Non solo. L'incompetenza delle suore nel formulare diagnosi ha causato la morte di pazienti che si sarebbero potuti salvare se solo fossero stati sottoposti a cure adeguate.
Magari qualcuno dirà che quelle suore stavano facendo del loro meglio, ma ciò non spiega perché mai le numerose donazioni ricevute da Madre Teresa siano state interamente destinate ad espandere la sua congregazione anziché venir investite per offrire medici e cure dignitose ai suoi pazienti. Uomini, donne e bambini che per espressa volontà di Madre Teresa non potevano ricevere visite né lasciare la struttura: dovevano morire lì, nella sofferenza. Una sofferenza che non veniva lenita né prevenuta perché la suora diceva che: «Se accetti la sofferenza e la offri a Dio, ti darà gioia. La sofferenza è un grande dono di Dio».
Eppure, quando fu lei ad aver bisogno di cure mediche, Madre Teresa si fece ricoverare dalla Mayo Clinic e in altre strutture americane per la medicina di lusso. Evidentemente la sofferenza doveva essere imposta agli altri e lei non era certo intenzionata ad affidarsi ad un'orda di suore sprovvedute che non avevano alcuna competenze per occuparsi della sua salute.
Inoltre c'è chi osserva che i suoi 150 conventi non apparivano tanto interessati a fornire assistenza ai bisognosi quanto a ricattarli: cibo ed assistenza erano forniti solo a chi era disposto a rinunciare alla propria fede religiosa per dichiararsi "convertito" al cristianesimo. Vien da sé che chiedere un tornaconto alla carità fa sì che non la si possa più considerare tale.
Secondo un'inchiesta del Guardian, pare che andasse ancor peggio strutture della sua congregazione destinate agli orfani. I bambini erano vittime di continui abusi, operati sempre in virtù di quella dottrina della sofferenza che tanto piaceva alla suora. La giornalista olandese Linda Polman scrisse: «Ero a Calcutta quando era ancora viva e gestiva un ospedale. Circondato da mura altissime, era il terrore per i bambini che si sentivano dire: guarda che se non stai buono viene Madre Teresa e ti porta via. Di fatto, varcate quelle mura la gente moriva senza cure mediche e medicine […] I finanziamenti che riceveva in cifre ingenti non li spendeva per l’ospedale ma li accumulava sul proprio conto».
L'immagine più folkloristica di Madre Teresa pare legata alla sua incessante attività di marketing. La religiosa frequentava salotti e ritirava premi mentre chiedeva donazioni per la sua congregazione, occupandosi anche di farsi fotografate con aristocratici e governanti in ogni Paese in cui si recava. Non si fece problemi neppure ad accettare i soldi dallo spietato dittatori di Haiti ed ignorò le richieste dei giudici che le intimarono di riconsegnare i 1.250.000 dollari che incassò da Charles Keating, l'affarista condannato per truffa, racket e cospirazione. Al solito, il suo abito religioso le evitarono qualunque conseguenza per la sua inadempienza nel rispettare le leggi dello stato.
Dato che la donna trascorreva più tempo per il mondo che nel suo lebbrosario, Madre Teresa aveva acquistato una costosissima prenotazione a vita nella business class dell'India Airlines, garantendosi poltrone e confort assai diverse dalle squallide brandine che destinava ai suoi malati.
Impegnata anche nell'attivismo ultra-conservatore, la donna voleva imporre un divieto all'uso degli anticoncezionali e del divorzio. Ed è proprio attingendo alle donazioni ricevute che nel 1996 finanziò personalmente una campagna politica in Irlanda per chiedere che il divorzio fosse reso reato. Ma, al pari di Adinolfi, anche lei cambiò magicamente idea quello stesso anno quando a divorziare fu la sua finanziatrice Diana Spencer. In quell'occasione dichiarò a Vanity Fair di essere felice per quel divorzio divorzio «perché chiaramente il suo matrimonio è infelice».
Inoltre le suore di Madre Teresa si sono sempre rifiutate di ottemperare agli obblighi della legge indiana e hanno illegalmente deciso di non fornire alcun bilancio delle loro entrare. Pare però che molti di quei soldi si trovino in vaticano, messi al sicuro nei forzieri dello IOR. E chissà se non sia questo il motivo per cui il vaticano ha provveduto a santificarla in tempi record, nonostante il governo Indiano abbia appurato che il presunto "miracolo" necessaria a tale atto fosse una falsificazione creata ad arte. Il Vaticano sostiene infatti che una donna sarebbe stata miracolosamente guarita da un tumore grazie a Madre Teresa, anche se le pratiche mediche suggeriscono che la guarigione sia dipesa dalle cure che le sono state fornite in un ospedale (un vero ospedale, non certo il tugurio in cui giacevano i suoi malati in attesa di morire).
E se ciò non bastasse, è nel 2007 che emersero alcune lettere in cui Madre Teresa rivelò ad un sacerdote di aver perso la sua fede e di non credere più in Dio. Eppure tale affermazione risultava molto pericolosa per una persona che giustificava il dolore ed ogni suo integralismo facendo riferimento a Dio, in quell'ottica che anche oggi osserviamo in un integralismo cattolico che giustifica con presunte argomentazioni di fede ogni violenza ed ogni discriminazione che viene compita al fine di ottenere un vantaggio personale. Ma, come sempre, seriamo ripetere a pappagallo che sarebbe Dio a volere tutto quello.