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L'ira dei vescovi contro il sacerdote spagnolo che ha osato benedire due lesbiche

La Chiesa Cattolica sta assumendo sempre più la forma di una setta in cui la massima priorità è diffondere odio pur di non rimettere in discussione i dogmi creati dall'uomo, forse impauriti all'idea che ammettere un errore possa mettere a rischio l'illusione di una fantomatica infallibilità del clero.
Ed è così che se in Spagna un prete osa benedire l'amore fra due persone dello stesso sesso, l'ira dei vescovi si materializza in punizioni esemplari che possano servire da monito a chiunque osi mettere in discussione il loro pensiero unico. Edattamenye come fecero i sacerdoti che preverivano la salvezza di Barabba a quello di Gesù pur di impedire il dissenso a ciò che loro imponevano nel citare gli dei quale giustificazione ad ogni loro personale idea.

I fatti risalgono al 30 luglio scorso, quando Josè Garcìa, parroco nella comunità di Onda, in Spagna, ha benedetto l'unione civile tra due donne dello stesso sesso. Secondo quanti riporta il quotidiano Pùblico, fonti vicine alla diocesi si sono affrettate a dichiarare che quel gesto «contraddice gravemente la dottrina della Chiesa cattolica». Mentre si è ancora in attesa di conoscere quale terribile punizione verrà inflitta al sacerdote, la Diocesi precisa anche che l'uomo avrebbe riconosciuto «il grave errore commesso» a causa di «un'erronea applicazione della misericordia». Peccato che a riportare quelle frasi non sia il parroco ma i suoi cernifici, pronti ad asserire anche che l'uomo «si scusa per la Chiesa e per tutti quelli che si sono sentiti offesi e ha promesso che non avrebbe mai più commesso un simile gesto».
Interessante è osservare come la Chiesa dica che i cristiani di sentino offesi se una vittima della loro persecuzione osa credere in Dio e si assume la propria responsabilità dinnanzi alle proprie scelte. Ma ormai il nuovo "cristianesimo" non è più vissuto in un'ottica in cui ognuno renderà conto a Dio delle proprie azioni, ma di un qualcosa che debba essere imposto al prossimo quale scusa per violenze e persecuzioni.
In un comunicato ufficiale la diocesi ha anche affermato che «non vi è alcuna base analoga, neppure lontanamente, tra le unioni omosessuali e il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia», motivo per cui la sostengono debbano essere i preti a negare i sacramenti ai gay nel nome dell'odio e della violenza che predicano nei loro confronti.

In Spagna, come in Italia, è sempre la Chiesa Cattolica ad aver schierato i suoi vescovi contro una legge del Parlamento della comunità autonoma di Madrid che chiede alle scuole pubbliche di includere contenuti educativi contro la discriminazione basata sulla diversità sessuale e di genere. I vescovi hanno invitato i "cattolici" a ribellarsi a questa legge, infastiditi da chi osa preservare dalle violenze i bambini a loro sgraditi. Ed anche loro hanno tirato in ballo i soliti slogan volti a sostwnere che la prevenzione delle violenze sia «un attacco contro la libertà religiosa e di coscienza». Una libertà che evidentemente negano ai preti che credono innun Dio dell'amore e non in un Dio dell'odio.
Ma questa è la nuova Chiesa. Una Chiesa che rinnega Dio e che si affida ai gruppi neonazisti pur di cercare di impedire che qualcuno possa togliergli lo status di cittadini che contano più degli altri. Ed è per il potere temporale che il clero sta uccidendo Dio e la società nel nome dei loro più perversi pregiudizi, in contrasto con la filosofia di quel Dio a cui dicono di credere.


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