ProVita: «Non si nasce gay. L'omosessualità si sceglie e crea spazio ai disturbi psichiatrici»
Gettate via i libri scientifici, date alle fiamme qualunque certezza giunga dal mondo accademico! L'associazione ProVita ha deciso che il pregiudizio del suo presidente deve essere ritenuto come un doma di fede inviolabile, motivo per cui da oggi i gay devono essere ritenuti dei "malati". Anzi, gli unici malati che non hanno esenzioni dal ticket, non hanno posti assegnati sull'autobus e vengono derisi da sedicenti gruppi cattolici.
L'ennesimo affondo è contenuto in un articolo intitolato "Omosessuali non si nasce, si diventa". Non ci sono punti di domanda, nessuna forma dubitativa: ProVita dice che è così perché loro vogliono che si creda sia così. Punto. Dopo l'immancabile fotografia di Luca Di Tolve, il sito integralista scrive:
Una ricercatrice affermata, che collabora con l’American Psychological Association (APA) e attivista lesbica, ha riconosciuto che omosessuali non si nasce, ma si diventa. La dottoressa Lisa Diamond, co-redattrice del Manuale APA su Psicologia e Sessualità, uno dei membri più rispettati dell’APA, afferma che l’orientamento sessuale è “fluido” e modificabile. La battaglia per confutare la tesi che omosessuali si nasce, la “born gay theory”, secondo la Diamond è conclusa.
Si passa così a sostenere che:
Tipicamente, infatti, gli omosessuali – soprattutto maschi – sostengono che sono nati così e che non possono cambiare. Che questa tesi fosse puramente ideologica lo dimostra il fatto che sono migliaia le persone che hanno “recuperato” la loro identità eterosessuale (così come molti etero a un certo punto diventano omo). Sono pochi quelli che hanno il coraggio di dirlo ad alta voce, come Luca Di Tolve, perché rischiano l’ostracismo, lo stigma sociale degli attivisti LGBT e “derivati”, e in molti casi una vera persecuzione violenta e intollerante. È sulla scia di questa ideologia che in America e poi in Italia sono stati presentati progetti di legge (tipo quello di Lo Giudice) per vietare e criminalizzare addirittura le terapie riparative. La Diamond aveva riassunto i risultati delle sue ricerche già in una conferenza presso la Cornell University, nel 2013.
Oggi è proprio a fronte delle recenti leggi promosse dagli attivisti gay e approvate in diversi Stati americani, che vietano le “terapie riparative”, che le sue teorie possono servire ad aiutare le persone che non sono soddisfatte nell’essere attratte sessualmente da persone dello stesso sesso.
Siamo dinnanzi ad affermazioni di una ignoranza stratosferica, confutabili anche con una semplice osservazioni: se davvero Brandi è convinto di tutto ciò che dice, perché mai non ce ne da prova e ci dimostra che lui può "diventare" gay dall'oggi al domani? Perché mai solamente i gay dovrebbero poter modificare orientamento sessuale e non viceversa? E perché quei gay vicini all'integralismo come Giorgio Ponte dicono di non essere riusciti a "cambiare" nonostante Brandi e Di Tolve sostengono si possa fare?
Ma è in un crescendo di affermazioni demenziali che la branda di Toni Brandi aggiunge:
La questione di fondo è che i sentimenti non annullano la volontà: il comportamento è una scelta, soprattutto nel campo dell’attrazione sessuale. Del resto il discorso che non si può dar sfogo ai propri istinti sessuali irragionevolmente è un discorso che vale per tutti: chi volesse essere fedele al proprio fidanzato o coniuge sa bene che la volontà può (e deve) prevenire le “relazioni pericolose”… ma anche questo forse oggi non va più di moda. Mettersi le corna a vicenda è diventato molto “in”… Quanto alle tendenze omosessuali, in particolare, l’idea che ciò che una persona è ciò che si sente è molto pericolosa: lascia campo libero ad ogni tipo di disturbo psichiatrico.
Inutile a dirsi, il concetto stesso di "essere ciò che si sente" è una generalizzazione criminale inventata daii gruppi integralisti ed il fatto di basarsi su tali assunti pare atteggiamento molto poco etico e morale. Ma forse, senza simili falsificazioni, difficilmente Brandi avrebbe potuto chiudere il suo delirio scrivendo:
A nostro parere per dirimere certe questioni è sufficiente la ragione naturale e il buon senso, ma quelli che hanno sempre pronta la citazione di “ciò che dice l’APA” – come se gli psicologi americani fossero dei padreterni – forse dovrebbero prendere atto delle ricerche della Diamond e ridimensionare a ideologia ciò che sta nell’ambito dell’ideologia, appunto e non della scienza.
Peccato che se si osserva il lavoro di Lisa Diamond, pare difficile osservare ciò che Brandi sostiene, anche perché la donna non ha mai detto nulla di simile. La ricercatrice sostiene che «la sessualità fluida non si limita unicamente ad un’espressione fluttuante dell’identità di orientamento sessuale di una persona nel corso della sua vita, ma viene estesa all’intero concetto di identità sessuale, composta da cinque diversi elementi: sesso biologico, identità di genere, ruolo di genere, orientamento sessuale e orientamento affettivo. L’identità non è una proprietà data dalla nascita, ma è un processo in continuo divenire, il quale tende all’instaurarsi di una stabilità relativa alla coerenza tra la percezione di sé e le diverse componenti sopra elencate, capace di rendere una persona ciò che è». Per prendere simili frasi e giungere a sostenere che l'omosessualità non sia innata ce ne vuole, ancor più se la tesi della donna è che «concetto di sessualità fluida non descrive l’espressione fluttuante dell’orientamento sessuale, ma aiuta a riflettere sul costrutto di identità sessuale».
Senza domanda rimane anche il perché una persona come Brandi decida di dedicare la sua vita a sostenere che la natura altrui sia una «scelta» quando gli altri dicono che non lo sia. Dinnanzi ad una persona che ama citare il «buonsenso» quale giustificazione all'odio, forse bisognerebbe ricordargli che pè il buonsenso a suggerire che sia preferibile occuparsi della trave che è nel proprio occhio al posto di agitarsi per puntare il dito contro la pagliuzza nell'occhio del fratello. E questo Brandi lo dovrebbe sapere, dato che non perde occasione per definirsi «cristiano» mentre attribuisce i suoi distinguo a quella che lui spergiura sia una presunta volontà di Dio.