Roma, padre e madre organizzano un raid punitivo contro la figlia lesbica


Uno degli aspetti più devastanti dell'omofobia è come il pregiudizio, quello stesso pregiudizio oggi propagandato dall'integralismo cattolico, possa tramutare dei genitori nei peggiori carnefici dei propri figli. Ed è da Roma che giunge notizia dell'ennesimo caso di una "famiglia tradizionale" che si è tramutata nel peggior incubo di una ragazza, una 21enne che avrebbe dovuto trovare nei suoi genitori delle persone pronte a proteggerla e non certo ad attaccarla per un orientamento sessuale a loro non gradito.
La giovane aveva fatto da poco coming out in famiglia e frequentava un'altra ragazza. Tanto è bastato per provocare una reazione violenta dei genitori che si sono recato nella Gay Street di Roma per aggredirla sotto gli occhi di decine.
La ragazza era lì insieme alla compagna per bere qualcosa, ignara di come il padre e la madre di lei, accompagnati pure dalla zia, si fossero messi in mente di dar vitta ad un raid punitivo. Intorno alle 2 di notte, sono andate da lei per picchiarla.
Un testimone racconta: «Quando hanno individuato la compagna tra la folla, le si sono avvicinati, con la scusa di chiederle una sigaretta. Erano solo la madre e la zia, il padre nel frattempo stava cercando la compagna. Dopo pochi secondi, una delle due si è rivolta ad Angela, dicendole: "Tu si entrata nel nostro mondo e io ora entro nel tuo"». A quel punto la donna ha sferrato uno schiaffo alla ragazza.
Qualcuno prova ad intervenire mentre la madre ha iniziato a mostrare il dito medio ai presenti accompagnando il gesto con insulti omofobi. Intanto il padre ha trovato la figlia, immediatamente colta da un attacco di panico. Ha iniziato ad insultarla e le ha sferrato un pugno nello stomaco.
I carabinieri hanno impiegato una decina di minuti per arrivare sul posto ed hanno identificato i resposabili dell'aggressione. Gli agenti hanno chiesto alla ragazza se volesse denunciare i suoi genitori per l'aggressione, anche se lei ha risposto di non sentirsela. Avrà solo tre mesi di tempo per farlo e, senza un esposto, le forze dell'orine non potranno procedere.
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