Intervista a Sem&Steèn
Da poco hanno lanciato il loro primo album, dal titolo "Wearing Jewels & Socks", che risulta nella top 30 della classifica generale di iTunes e al terzo posto nella classifica elettronica. Stiamo parlando di Sem & Steèn, coppia artistica e nella vita. Per conoscerli meglio, li abbiamo incontrati.
Ci raccontate qualcosa di voi?
Siamo Sem&Stènn, aka Salvatore (il moro) e Stefano (il biondo), siracusano e bresciano, sud e nord. Stiamo insieme da cinque anni e dopo un anno di relazione abbiamo iniziato a fare musica.
Com'è nata la vostra passione per la musica elettronica?
Abbiamo iniziamo come dj, a mettere dischi in NABA, a Milano, dove frequentavamo il corso di Electronic Music Production, da li sono iniziate tante cose. Abbiamo suonato in diversi locali milanesi, partendo dal Toilet Club, fino ad arrivare adesso al Plastic e a Diskorama, il nuovo progetto di Alphabet Milano.
Il progetto del nostro primo album Wearing Jewels&Socks è nato circa un anno e mezzo fa, prima scrivevamo per altri artisti, di tutt'altro genere (Pop, R’n’B). Quando abbiamo iniziato a scrivere per noi non avevamo stabilito un genere definito da seguire. Sicuramente i set che suonavamo (e suoniamo) nei club hanno influenzato tanto. Abbiamo sempre passato M.I.A., MGMT, Robyn, Basement Jaxx, Audio Bullys, Pet Shop Boys. Siamo un po’ l’ibrido di tante cose che ci piacciono, di base elettronica, dai diversissimi sapori.
Siete una coppia non solo artistica ma anche nella vita. Come vi siete conosciuti e com'è nato il vostro amore?
Ci siamo conosciuti a 15/16 anni in un blog di musica e dopo cinque anni di amore platonico ci siamo finalmente incontrati a Milano, quando Sem iniziava l’università, Dopo diversi incontri è nato tutto. Siamo rispettivamente la prima storia gay dell’altro. Abbiamo iniziato a fare musica abbastanza spontaneamente, nonostante nessuno dei due lo avesse mai fatto prima, per lo meno pubblicamente. Da bambini Salvatore cantava Christina Aguilera e i Doors sotto la doccia, mentre Stefano cantava nel coro della parrocchia diretto dai suoi.
Ritenete che lavorare con il proprio partner sia un vantaggio o uno svantaggio?
Nella maggior parte dei casi è uno svantaggio, ne siamo consapevoli, lo è stato anche per noi. Adesso lo riteniamo un vantaggio. Avere una passione, un obiettivo comune così forte ci unisce ancor di più. Anzi, crediamo che forse è uno dei punti in cui ci sentiamo più solidi, forti. Ad ogni modo non vogliamo porci così tanto il problema. Sta funzionando tutto molto bene, la stiamo vivendo benissimo, per cui che continui ad andare così.
Se trovaste un genio della lampada, qual è il primo desiderio che esprimereste?
Sicuramente, come qualsiasi altro artista indipendente, il nostro desiderio più grande è quello di raggiungere più persone possibili. La musica, come l’arte in generale, perde tanto del suo valore se non viene condivisa. La condivisione per noi è un importantissimo valore che ci permette di dire la nostra, raccontare storie, metterci a confronto.
Oltre alla nostra musica, da coppia gay dichiarata, speriamo di veicolare come primo messaggio l’amore universale. Vogliamo che dopo aver sentito un nostro pezzo, visto un nostro video, alla gente venisse voglia di uscire correndo verso ciò che si desidera (come cantiamo in Baby Run), che venisse voglia di sentirsi liberi di essere ciò che si è. Per questo motivo ci sentiamo fortemente supportati dalla comunità LGBT, ed è una bellissima cosa per noi.
Che progetti avete per il futuro?
Adesso vogliamo goderci l’uscita dell’album promuovendolo ovunque è possibile. Il nostro calendario si arricchisce di date, vogliamo arrivare a più persone possibili e non potevamo desiderare altro. Nel futuro ci sarà sicuramente nuova musica, e nel prossimo album vorremmo collaborare con altri artisti di altri generi. Abbiamo già delle idee e non vediamo l’ora di realizzarle.