La NuovaBQ: «I gay cristiani che non vogliono abbandonare la propria condizione omosessuale inoculano il virus dell'omosessualismo»

Riccardo Cascioli pare provare piacere nel creare un clima d'odio in cui gay e lesbiche si sentano rifiutarti dalla Chiesa. Attraverso i suoi giornali (La Nuova Bussola Quotidiana e Il Timone) è costantemente impegnato nella promozione dell'intolleranza, sostenendo che essere cristiani significhi odiare i gay e impedire l'accoglienza dei rifugiati. Tutto qui. A lui il messaggio d'amore di Dio non interessa, interessa solo imporre precetti e perseguitare chi è diverso da quella nuova "razza ariana" che lui ha provveduto teorizzare.
In tale ottica non è strano che si sia scagliato con inaudita violenza contro un report che ha fotografato le diverse realtà associative dei cristiani lgbt, ossia cristiani che lui non vorrebbe esistessero. Ed è infatti facendo molta attenzione a risultare il più offensivo possibile che Cascioli ricorre un lungo giro di parole volte a negare che un gay possa essere cristiano o che l'omosessualità possa esistere in quanto tale. La sua versione è che si sia trattato di un report volto a scattare una «fotografia di quelle realtà associative e non che si dicono cristiane e che si ispirano alle idee lgbt».
Da notare è come dica che i gay «si dicono cristiani» perché lui ha deciso non lo siano, in quella palese violazione della libertà di religiosa che di chi si arroga il diritto di decidere che cosa debba pensare Dio. Ma non solo, il suo sostenere che quei gruppi non siano formati da persone gay ma da gente che «si ispira alle idee lgbt» è una frase di una tale assurdità da lanciarci ben comprendere come l'autore dell'articolo si dimostri tragicamente e penosamente divorato dal pregiudizio.

I gruppi criticati da Cascioli partono dal presupporti che l'omofobia della Chiesa non sia solo un rigurgito degli integralisti, ma sia un errore che qualche cristiano commette sulla base di mera ignoranza. È per quello che l'obiettivo è di affrontare la questione dal basso e presentare al natura dei fatti a chi magari è stato tratto in inganno da chi ha emesso giudizi sulla base del sentito dire. Grossomodo l'idea è quella di far notare che è facile dire che i gay non sanno amare perché il Cascioli di turno lo scrive sui suoi giornali, più difficile è sostenere che Tizio o Caio provino sentimenti meno nobili dei propri se si ha la possibilità di conoscerli e di si toccare con mano come le tesi di Cascioli presentino preconcetti assai lontani dalla verità dei fatti. È forse questo il vero motivo per cui l'integralismo è impegnato nella costruzione di muri con cui allontanare i gay, sapendo che la conoscenza e il rispetto non renderebbero più tollerabili le loro tesi.

Ma è all'interno del suo schema propagandistico di promozione dell'odio che l'articolo pubblicato da cascioli si conclude con l'affermare:

E’ un bene che esistano gruppi come questi? Sì, a patto che servano per far abbandonare alle persone la propria condizione omosessuale o il proprio transessualismo. No, se servono per inoculare il virus dell’omosessualismo e del transessualismo negli ambienti cattolici.

Parole inaccettabili, di incredibile violenza. Forse basterebbe questa semplice frase per poter affermare con certezza che non c'è cristianesimo nell'opera di Cascioli, solo una vergognosa legittimazione dell'odio attraverso la costante promozione di assurdità criminali che rischiano di danneggiare i giovani pur di compiacere i pregiudizi di quattro integralisti assetati di sangue e di potere politico.

E se ciò non bastasse, Cascioli ha anche organizzato degli incontri con Luca Di Tolve per tentare convincere i genitori bigotti che i loro figli possono "diventare" eterosessuali se li si affiderà a "terapisti" senza scrupoli che possano inculcargli gravi sensi sensi di colpa, dicendo loro che Dio e che i loro genitori non li vogliono per ciò che sono. Ovviamente nessuno cambierà orientamento sessuale, statisticamente qualcuno si suiciderà e alcuni fingeranno di essere ciò che i loro genitori vogliono per paura della società. Magari Cascioli si compiacerà anche nell'aver distrutto la vita di qualcuno pur di sentirsi migliore nel nome della sua eterosessualità, ma appare inaccettabile che le autorità stiano a guardare mentre c'è chi tortura dei ragazzi nel nome del più becero pregiudizio.


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