L'integralismo antigay russo vuole vietare l'arcobeleno


Nella cittadina russa di Tomsk c'è una scala che sino fino a poco tempo fa era ricoperta di sporcizia. I pazienti del Family Medicine Center, una vicina clinica della fertilità, si lamentavano delle persone che vi si sedevano per bere o per fumare. Ed è per quel motivo la clinica ha deciso di intervenire e di riverniciatura l'area con i luminosi colori di un arcobaleno.
Tanto è bastato a mandare su tutte le furie Alexey Shpomer, un attivista della destra locale che si dice convinto che quell'arcobaleno sia un simbolo dell'orgoglio gay. Il nazionalista non ha smesso di sbraitare neppure quando gli è stato fatto osservare che quei colori non sono neppure quelli della bandiera lgbt: ai giornalisti ha continua a ripetere che «è un dato di fatto che stiamo guardando la bandiera della comunità LGBT». Poi ha spiegato la sua curiosa teoria per cui nessuno deve poter disegnare arcobaleni perché «Dio vuole che gli arcobaleni possano apparire solo nel cielo».
Yelena Barsunova, uno dei dipendenti del centro medico, ha spiegato che nel dipingere le scale non gli era passato neppure per l'anticamera del cervello che qualcuno potesse confondere i colori dell'arcobaleno per una qualche dichiarazione politica. I colori vivaci erano stati scelti per dissuadere le persone a sedersi sulle scale, mentre il viola scuro utilizzato per ridipingere le pareti è stato scelto per coprire i graffiti.

Fino a due anni fa, il partito politico "Patrioti della Russia" aveva un arcobaleno nel suo logo ufficiale, ma nel 2014 decisero di eliminarlo in risposta alla crescente pressione omofobica. Ormai l'arcobaleno è stato bandito in una Russia in cui l'isteria anti-gay sta divenendo patologica.
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