ProVita: «Noi etero siamo discriminati perché non possiamo discriminare i gay»


In un crescendo di violenza, pare che all'associazione ProVita non basti più suggerire ai genitori atteggiamenti di rifiuto che possano accrescere le possibilità di suicidio tra i figli transessuali, così come non si accontentano più di promuovere quelle torture psicologhe che hanno causato numerosi morti fra gli adolescenti gay. Ora l'organizzazione di Brandi punta a rivendicare il "diritto" di poter causare danni materiali a qualunque gay in virtù del disprezzo che loro ostentano verso un'intero gruppo sociale.
In un articolo intitolato "Matrimonio gay imposto a tutti. Pasticcieri condannati", l'organizzazione di estrema destra afferma:

Essere contrari al cosiddetto “matrimonio gay” non è possibile. Il diktat omosessualista non accetta che vi siano persone che decidono di opporvisi, seguendo la propria coscienza anziché l’ideologia. Alla faccia del presunto problema dell’omofobia: qui le vere discriminate sono le persone banalmente eterosessuali.

In concetto espresso è semplice. Brandi esige di poter sposare chiunque voglia e di poter ottenere qualunque servizio richieda ma, al contempo, sostiene che tale diritto non riguardi i gay dato che la sua opinione è che a chiunque debba essere permesso di non rispettare i loro affetti o di negargli un qualche servizio. Volendo invertire la situazione, sarebbe come chiedere che la cassiera si rifiuti di fare il conto a Brandi in virtù del disprezzo che prova verso la sua ideologia o che il panettiere rivendichi il "diritto" di sputare sui suoi panini perché quel vecchio non gli va a genio. Sarebbe folle, ma è ciò che Brandi vorrebbe sia legittimo fare a danno di un gruppo sociale che da anni è al centro della sua costante persecuzione.
Inoltre pare evidente che c'è una contraddizione evidente nel loro dirsi "discriminati" perché non possono discriminare i gay: così come nessun etero può negare beni o servizi ad un gay, anche nessun gay non può negare il medesimo trattamento agli etero. Dunque dove starebbe la "discriminazione" in una regola che garantisce pari dignità al posto di conferire una presunta "superiorità razziale" ai redattori del sito integralista?

Il tema in questione è la causa persa da un pasticcere irlandese che si è rifiutato di vendere le sue torte ad un gay in virtù del suo orientamento sessuale. Un fatto che viola le regole dei locali pubblici, dato che fortunatamente l'ideologia del gestore non gli permette di selezionare la clientela e di respingere alcuni clienti in virtù di sesso, razza, colore della pelle o orientamento sessuale.
Ed è citando come fonte della loro "opinione" un integralismo della galassia anti-gay italiana, Brandi dice che lui ha ragione perché il suo amichetto Puccetti concorda con lui nel sostenere che i diritti non riguardino i gay. Scrive:

In relazione a questo caso, Renzo Puccetti scrive nel suo recente libro LegGendeR metropolitane: «La ragione della condanna riportata nella sentenza è che i McArthur “hanno cancellato questa ordinazione poiché sono contrari al matrimonio omosessuale per la ragione che essi lo considerano un peccato contrario alle loro sincere convinzioni religiose“. Ma per il giudice questo non è sufficiente ad assolverli perché “gli imputati non sono un’organizzazione religiosa“». Come dire: ognuno dev’essere libero di pensare e agire come vuole, a patto che non vada a toccare i “diritti” rivendicati dalle persone Lgbt…Questa conferma di condanna è un atto grave, del quale siamo certi che la grande stampa non parlerà.
Il matrimonio gay è un grande imbroglio di cui sono vittime tanto le persone con tendenze omosessuali, quanto chi è in favore della famiglia naturale. Ma soprattutto ne sono vittime i bambini, e non solo coloro che sono costretti a crescere con due persone dello stesso sesso bensì tutti, visto l’influsso dell’ideologia omosessualista, oramai propinata sotto molteplici salse (dalla televisione, ai libri…).

Ma perché il discorso regga, Brandi dovrebbe spiegarci una cosa: lui è favorevole all'ipotesi di permettere a chiunque di rifiutargli beni o servizi in virtù del disprezzo che tante persone provano verso di lui? O forse dovrebbe valere quel semplice principio per cui tutti dovrebbero godere di pari dignità anche se c'è qualche vecchio integralista che si crede "Migliore" e più "ariano" degli altri per un presunto diritto di nascita?
Patetico è anche il solito piagnisteo in cui questa gente si lagna se la stampa non si uniforma al loro pensiero unico, anche perché sono loro stessi a palesare come il loro dichiararsi "maggioranza" sia solo l'ennesima bufala di un gruppo che vive di menzogna.
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