Rodolfo de Mattei: «I ragazzi non devono poter amare chi vogliono, dobbiamo imporgli chi amare»


In quel diabolico meccanismo in cui le realtà integraliste sperano di rendere "vere" le loro teorie nel rilanciarle attraverso molteplici piattaforme, capita che i medesimi articoli appaiano su "testate" come Corrispondenza Romana, l'Osservatorio Gender di Famiglia Domani o l'immancabile Nuova Bussola Quotidiana di Riccardo Cascioli. E tra questi ci sono anche i lamenti del solito Rodolfo de Mattei, indemoniato dinnanzi all'idea che qualcuno possa dire ai ragazzi delle scuole che l'omosessualità sia una normale variante della sessualità umana.
Nel nome del suo disprezzo verso il creato e nella sua convinzione di essere "migliore" degli altri per diritto di nascita, De Mattei ripete ossessivamente che l'omosessualità debba essere raccontata ai ragazzi come un qualcosa di immorale ed innaturale, brutta, peccaminosa, satanica, inaccettabile, intollerabile e fonte di ogni male. Ed è dall'altro del suo pregiudizio, l'uomo cerca di promuovere l'intolleranza attraverso un attacco ai progetto di educazione alla diversità, asserendo:

Cinema e scuola uniscono le forze per promuovere la “bellezza” e la “normalità” gay tra gli adolescenti con il progetto rivolto alle scuole, Un Bacio Experience.
L’iniziativa fa seguito al recente film politically correct,
Un Bacio, del super-impegnato regista Ivan Cotroneo. Il lungometraggio, presentato come un lodevole film-denuncia del bullismo e dell’omofobia che racconta in maniera “toccante” la storia della ricerca della felicità di tre adolescenti, è in realtà un vero e proprio spot a favore dell’omosessualità e di ogni tendenza sessuale.

Nulla di nuovo. Dinnanzi a chi promuove la violenza contro i gay, sarebbe stato difficile chiedere un minimo di pietà verso le vittime della sua persecuzione. Ed è così che persino il sostenere che il racconto della violenza omofobia sia toccante viene posto fra virgolette, forse sostenendo che quella violenza sia meritata e che quei bambini devono essere vittima di violenza perché a lui sgraditi.
Ed è così che si passa a lamentare che il progetto sia sostenuto da «importanti istituzioni tra le quali il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e il Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza». Tutti dei deficienti a detta dell'integralista, convinto che la sua opinione valga più della loro competenza solo perché a lui i gay fanno schifo e farebbe qualunque cosa pur di danneggiare le loro vite. Dice infatti:

Gli studenti delle scuole italiane saranno portati direttamente al cinema per assistere alla proiezione del film “educativo” e per poi discutere con degli “esperti” della materia, individuati dagli organizzatori del progetto.

E se è ormai prassi di queste "persone" che si dicono "cristiane" abusare nell'uso di virgolette che tolgano dignità alle persone che sono al centro della loro offensiva, ostentando la malafede di chi sopperisce alla mancanza di "argomentazioni" attraverso insulti gratuiti.

Ed è sulla base del nulla che Rodolfo de Mattei sentenzia:

Il lancio del progetto per le scuole, Un Bacio Experience, induce alcune riflessioni rispetto a tre temi: educazione, linguaggio e “gender” a scuola.
Riguardo l’educazione, è evidente come il progetto sia stato pensato dai suoi promotori come una vera e propria iniziativa di indottrinamento dei giovani alunni al diktat omosessualista contemporaneo. Secondo quanto scritto sullo stesso sito di Un Bacio Experience, ben 30.000 studenti saranno infatti costretti ad abbandonare i propri banchi di scuola per andarsi a “sorbire” il filmato “educativo”, per poi, se il messaggio non fosse arrivato sufficientemente chiaro, doversi ascoltare anche il parere dell’ “esperto”, rigorosamente “individuato attraverso le associazioni partner“.
Una volta tornati a scuola, gli alunni dovranno poi dare prova di aver assimilato bene i concetti, superando una sorta di “test” con il supporto dei propri docenti equipaggiati per l’occasione con uno speciale “gender kit” didattico. L’obiettivo primario del progetto è chiaramente spiegato dallo stesso regista Cotroneo quando afferma che “La sessualità non si sviluppa secondo un modello unico, è complessa e sfaccettata”. Un’affermazione perfettamente in linea con la tendenza “gender fluid” odierna, sempre più diffusa soprattutto tra gli adolescenti. Una repentina e drammatica escalation dovuta al martellante clima culturale odierno di cui il film “Un Bacio” ne costituisce un esempio da manuale. La scuola si sostituisce alla famiglia e si arroga il diritto di impartire arbitrariamente agli studenti l’insegnamento alla nuova “morale pubblica” di Stato.

Ovviamente si sottintende che De Mattei è convinto che i figli siano una sua proprietà privata e che lui abbia tutto il diritto di calpestare la loro identità (magari sottoponendoli a quelle torture psicologiche spesso morali che il suo amico Cascioli è solito promuovere). fateci caso, questa gente continua a dire che loro hanno il "diritto" di fare ciò che vogliono dei loro figli, ma mai si occupano del diritto dei ragazzi ad avere una vita anche se hanno avuto la sfortuna di nascer in famiglie integraliste in sui i genitori vogliono decidere persino con chi debbano fare sesso e versoi chi debbano provare attrazione.

Il secondo aspetto riguarda la capziosa neolingua adottata dai sostenitori del progetto per mischiare le carte. Un Bacio viene infatti presentato, subdolamente, come un lungometraggio di denuncia sociale, dall’alto valore educativo, invitando i giovani a riflettere sulle 3 parole chiave del film: #bullismo, #amicizia, #futuro. Il copione è sempre lo stesso, ci si nasconde dietro vocaboli ambigui e anche condivisibili, per promuovere il proprio sovversivo programma ideologico attraverso una sapiente operazione di ingegneria sociale che pretende di trasformare una “normalità” (imposta e indotta) di tipo sociologico in una normalità di tipo antropologico morale.
Obiettivo dichiarato del film è insegnare ai ragazzi che possono amare come e chi vogliono, indipendentemente da quello che è il proprio sesso biologico di nascita e dai modelli (stereotipi) che vorrebbero imporre la famiglia o la società. Una folle filosofia di vita, completamente capovolta, che istiga i giovani ad “essere quello che sentono o percepiscono di essere” invece di quello che “realmente sono”.

Anche qui emerge la volontà dell'integralista di imporre norme rigide basate su sé stesso. Una persona non può amare chi vuole, deve amare chi lui ha deciso vada bene., Praticamente si è tornati ai tempi in cui i genitori si arrogavano il diritto di scegliere la moglie o il marito dei propri figli.

Per ultimo, non si può non evidenziare come Un Bacio Experience sia un’iniziativa che gode di un ampio appoggio trasversale che va dalle potenti case cinematografiche ad importanti realtà didattiche fino al MIUR e l’Autorità Garante dell’Infanzia e dell’Adolescenza.
Al di là della impressionante “armata” pro gender che scende in campo a favore della “normalizzazione” gay, è infatti importante sottolineare come ancora una volta il MIUR, guidato dal Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, dia il proprio avvallo istituzionale ad un’iniziativa palesemente pro gender, frugando ogni dubbio (per chi ancora ne avesse…) in merito alla posizione del Governo Renzi in materia di “educazione sessuale”.

Esatto, si sostiene che gli adolescenti gay sono persona sacrificabile nel nome del suo obiettivo politico: un attacco a Renzi e una strenua promozione dei gruppi neofascisti con cui lui collabora attraverso la sua appartenenza alla "Marcia per la vita". Per questa gente la vita umana non ha alcun valore a fronte del guadagno personale che sperano di ottenere nel promettere oppressioni e persecuzioni di interi gruppi sociali attraverso ideologie che non presentano praticamente alcuna differenza con il nazismo.

Ed è sempre in un quadro di propaganda e di disinformazione che De Mattei prosegue nelle sua promozione dell'intolleranza nell'affermare:

A chi ancora si domanda, per ignoranza o malafede, “che cosa è il gender?” rispondiamo che il progetto Un Bacio Experience ne rappresenta un esempio magistrale.
L’ideologia “gender” è infatti quel sistema di idee che pretende di distinguere tra sesso biologico e sesso socio-culturale o psicologico. Secondo i teorici del gender occorre infatti distinguere tra il sesso che ci è dato alla nascita e il sesso che ci assegniamo noi stessi, in un secondo momento, sulle base delle nostre soggettive e mutevoli percezioni. Dunque, si nasce di sesso maschile o femminile ma si diventa del genere (gender) che vogliamo.
In questa senso, l’odierna tendenza “gender fluid” , negando l’esistenza di una natura umana, esorta i ragazzi a liberarsi dalle obsolete e bigotte “etichette” sessuali di maschile e femminile per abbracciare la pansessualità e far sì che la propria sessualità, in perenne divenire, fluttui liberamente senza alcun limite morale e naturale.

Appare evidente la malafede di De mattei nel cercare di mescolare affermazioni che non c'entrano l'una con l'altra al solo fine di sopperire alla più totale assenza di argomentazioni a sostegno delle sue teorie. Ma, soprattutto, l'integralismo ci tiene a far saper che da parte loro ci saranno persecuzioni e denigrazioni gratuite contro chiunque osi contrastare il loro pensiero unico dato che loro non vogliono che i gay possano esistere e faranno di tutto per danneggiare la loro vita.
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