Tommaso Scandroglio: «L'omosessualià non è innata, i gay sono persone che hanno seri problemi di salute»
All'interno di quella incessante promozione dell'odio messa in capo da sedicenti gruppi "cristiani" che mirano ad un vero e proprio genocidio di gay e lesbiche, è l'organizzazione guidata da Roberto Cascioli a rappresentare una delle realtà più sanguinarie della galassia integralista. I suoi miliziani sono costantemente impegnati a teorizzare una nuova "razza ariana" in cui le pratiche sessuali di Cascioli vengono elevate a caratteristiche in grado di definire quei distinguo che servono solo a sostenere che loro siano "migliori" degli altri per diritto di nascita. Il tutto nella più totale noncuranza di tutte le evidenze scientifiche che dimostrano come le fantomatiche "terapie riparative" da lor promosse non siano altro che torture psicologiche che spesso causano danni irreparabili (se non la morte) delle vittime a cui vengono sottoesposte.
Ma è nel suo disprezzo verso la vita umana che Cascioli pare non preoccuparsi degli adolescenti che vengono uccisi nel nome della sua ideologia, nel grave silenzio di uno stato che non difende i suoi cittadini da quella che è una reale minaccia alla vita di interi gruppi sociali.
L'ennesimo attacco giunge da un articolo firmato da Tommaso Scandroglio. L'integralista mette le cose subito in chiaro: tutti gli scienziati sono dei perfetti deficienti e gli unici «onesti» sarebbero quelli che giustificherebbero la sua patologica ideologia di morte. Siamo dunque dinnanzi ad un'idea della scienza che non è vista come un qualcosa di oggettivo, ma un qualcosa che lui sceglie sulla base della sua convenienza. Sarebbe come sostenere che non c'era nulla di male nello sterminare gli ebrei nei campi di sterminio perché si è convinti dell'obesità di quegli scienziati nazisti che diedero vita alla teorie sulla razza.
E tutto questo sulla base di una malafede senza paragoni, dato che Scandoiglio cita le teorie di Lawrence S. Mayer e di Paul R. McHugh nonostante il loro articolo pubblicato su The New Atlantis non dica esattamente ciò che l'integralista attribuisce a loro. E questo senza neppure osservare come tutte le teorie a cui lui si aggrappa siano state ampiamente screditate nel mesi scorsi.
Ma in quel mondo parallelo dell'integralismo cattolico, dove la verità non è oggettiva ma è basata sulla ripetizione di finte tesi che vengono attribuiti ad altri, che l'articolo pubblicato su La Nuova Bussola Quotidiana spergiura:
Gli autori, dopo accurata revisione di differenti studi, dichiarano che “le prove scientifiche non supportano la tesi che l’orientamento sessuale è una proprietà innata e biologicamente fissata nell’essere umano (l’idea che gli individui sono ‘nati così’)”. In merito alla cosiddetta identità di genere la musica non cambia: “gli studi scientifici non supportano l’ipotesi che l’identità di genere sia una proprietà innata e umana fissa e indipendente dal sesso biologico, cioè che una persona è ‘un uomo intrappolato nel corpo di una donna’ o ‘una donna è intrappolata nel corpo di un uomo’, come se ci fosse un errore nel suo corpo e nei suoi genitali”.
Nè ci sarebbero cause neurobiologiche alla base del transessualismo. Le cause dovrebbero essere rinvenute non tanto nella genetica bensì nei fattori ambientali. Ad esempio il duo Mayer-McHugh fa sapere che le persone omosessuali hanno subito violenze sessuali con una frequenza doppia o tripla rispetto alle persone eterosessuali.
In realtà siamo sempre e solo dinnanzi alla ripetizione ossessiva delle teorie di Nicolosi, utile a quegli integralisti cattolici che crederebbero anche agli unicorni se ciò potesse giustificare il loro odio contro gay e lesbiche. L'unico loro obiettivo è cercare di sostenere che i gay possano essere incolpatati per la loro sessualità, magari giustificando ogni forma di violenza nei loro confronti in in quadro in cui dovremmo immaginare Scandoglio che si diverte a prendere a calci in faccia i bambini leucemici. Già, perché nella perversa ossessione di questa gente, caso vuole che loro vogliano sostenere che i gay debbano essere visti come "malati" e che la loro "malattia" debba essere motivo di persecuzione e non certo dei un trattamento riservato a tutti glia altri malati.
E per tutti quei gay che sono tali anche senza aver subito violenze, sappiate che do voi a Scandroglio non gliene frega nulla perché lui crede a ciò che serve alla sua propaganda e non gli interessa certo la verità. A lui piace sostenere che chi è stato vittima di violenze in età adolescenziale meriti di essere vittima di nuove violenze: se davvero credesse a ciò che asserisce, allora dovremmo immaginarcelo come un vero e proprio mostro che vuole infierire sulle fasce più deboli (anche se forse lui sa benissimo che tutto ciò che dice è mera falsità, motivo per cui non vede come le sue parole siano una contraddizione oggettiva).
Nel suo rantolo di promozione del pregiudizio, Scandroglio aggiunge:
Riguardo poi all’asserita immutabilità dell’orientamento sessuale l’articolo tiene a precisare che l’80% dei maschi adolescenti che accusa un orientamento omosessuale lo abbandona nell’età adulta. Lo stesso dicasi per le disforie di genere anche manifestate in età infantile: dopo poco tempo queste scompaiono.
Un’altra sezione dell’articolo riguarda la salute mentale delle persone omosessuali e di quelle transessuali. “I membri della popolazione non-eterosessuale – si legge nello studio – sono 1,5 volte più a rischio di disturbi d’ansia rispetto ai membri della popolazione eterosessuale, così come hanno circa il doppio di rischio di depressione: è poi 1,5 volte più alto il rischio di abuso di sostanze e quasi 2,5 volte più alto rischio di suicidio”. In merito a quest’ultimo aspetto i transgender corrono il rischio di suicidarsi con un tasso del 41%, quando la media nella popolazione americana è meno del 5%. Gli autori tengono a precisare che questi numeri non tendono comunque a diminuire in quegli ambienti fortemente inclusivi. Tanto per ricordare che la cosiddetta “omofobia interiorizzata” pare spesso solo una scusa.
Anche qui siamo dinnanzi alle solite strumentalizzazioni che da anni Comunione e Liberazione cerca di promuovere come giustificazione all'odio sin da quando padre Carbone sostenne quelle teorie al Meeting di Rimini. Ma nonostante quelle teorie siano state ampliamene sbugiardate, l'integralismo continua a ripeterle come un doma di fede in quel quadro in cui l'unica cosa importante è dire ai bigotti che la violenza contro gay e lesbiche non deve essere ritenuta causa del loro malessere, motivo per cui si può continuare a creare morte senza preoccuparsi di chi si sta uccidendo.
Partendo così dal presupposto che quelle teorie siano "vere" solo perché utili a giustificare la sua malvagità e la sua insensata avversione contro ogni forma di diversità, il sito ciellino sentenzia:
L’articolo ha fatto imbufalire molti. Non c’è da stupirsi. Tanto più che entrambi gli autori, seppur in modo diverso, provengono dalla Johns Hopkins University, l’università che ha dato i natali accademici al dott. John Money, pioniere delle ricerche sulla cosiddetta “identità di genere”, neologismo da lui stesso inventato per sdoganare la transessualità e l’omosessualità. E così 670 persone hanno firmato una petizione per chiedere al dipartimento di medicina della Johns Hopkins di sconfessare l’articolo. Tra i firmatari abbiamo 264 ex alunni, 200 studenti, 30 docenti, e 100 altre persone tra impiegati e collaboratori dell’università.
E mentre Mayer e McHugh mettono a repentaglio la loro carriera ribadendo ciò che molti studi scientifici ormai da tempo asseriscono, cioè che l’omosessualità e la transessualità non sono congenite e che queste persone hanno seri problemi di salute, ecco che, dall’altra parte dell’Oceano, il canale televisivo inglese BBC regala posti di lavoro ai gay, imponendo quote LGBT nei propri programmi e nel suo organico.
Esatto, in quel miscuglio in cui questa gente ama prendere pezzi di notizie decontestualizzate e correlarle a loro uso e consumo, si passa a vomitare odio su un altro tema:
Charlotte Moore, direttrice per i contenuti della BBC, ha dichiarato: “Il futuro della BBC dipende dal rimanere rilevanti per tutti i nostri contribuenti e dal riflettere la moderna Gran Bretagna in modo autentico. Il pubblico rimarrà sintonizzato se percepisce che le loro vite e le loro aspirazioni vengono riflesse in Tv”. Detto fatto. Entro il 2020 la BBC si è impegnata a raggiungere una quota minima sindacale di gay e trans sia tra coloro che stanno davanti alla telecamera sia tra chi sta dietro. Parimenti per altre categorie ritenute “socialmente fragili” quali le minoranze etniche, i disabili e le donne (50% di presenza minima). In merito alle persone omosessuali, ci troviamo di fronte sicuramente ad una sovra-rappresentanza, dato che le persone omosessuali sono circa l’1-2% della popolazione. Quindi al bando il principio meritocratico: meglio un omosessuale inetto che un bravo etero ma fuori quota.
Altro che quote latte o quote rosa, queste sono quote arcobaleno volute addirittura dal governo inglese, il quale ha tirato le orecchie ai vertici della BBC: 8% è poco, dobbiamo arrivare al 10% altrimenti scattano sanzioni pecuniarie. Manco si parlasse del PIL. John Whittingdale, segretario di Stato per la cultura, ha infatti dichiarato che l’emittente dovrà arrivare “entro il 2020 al 15% dei ruoli di leadership per le minoranze etniche, al 10% per gli LGBT e all’8% per i disabili”. Non solo la sicurezza del posto fisso, ma pure di livello dirigenziale.
Ma la teoria a cui Scandroglio giunge è al limite del patetico:
Insomma se sei gay hai una marcia in più nel mondo del lavoro e se non lo sei magari ti viene pure la tentazione di cambiar “parrocchia”, spernacchiando il mostro della disoccupazione che ormai sbranerà solo maschi bianchi, eterosessuali e con famiglia naturale a carico. Se poi sei nera, lesbica e con una certa percentuale di invalidità stai pur certa che un posto alla BBC non te lo potrà negare nessuno.
La quota minima di omosessualità ricorda tanto le percentuali minime che troviamo indicate nei prodotti alimentari. Ad esempio per dirsi aranciata un liquido zuccheroso deve avere almeno il 12% di arance. E così per dirsi democratica ed inclusiva una società, un’azienda e forse un giorno anche un’intera nazione dovranno avere almeno un decimo di omosessuali al loro interno. Al di sotto si fa discriminazione.
A dimostrazione di come dietro questa promozione dell'odio ci sia sempre un'unica regia legate alla lobby statunitensi di estrema destra è come il riferimento all'aranciata sia già stata proposta anche dagli integralisti di ProVita e sia stata coniata dai siti statunitensi di Brown quale slogan che i miliziani cristiani avevano il compito di diffondere.