Carlo Giovanardi vorrebbe imporre agli altri stati la discriminazione dei gay italiani
Se non fosse un senatore piagato dai contribuenti, ci sarebbe forse da ridere dinnanzi all'ossessione contro i gay del senatore Carlo Giovanardi. Nel corso degli anni ci ha abituato a prese di posizioni ridicole, anche se la sua vulcanica mente pare capace di partorirne sempre di nuove. È il caso di una sua dichiarazione diffusa dall'agenzia Agenpress.
Si parte dal suo sostenere che il principale problema dell'Italia sia quello di trovare un modo per impedire che i sindaci possano indossare una fascia tricolore durante la celebrazioni delle unioni civili. Un fatto che evidentemente lui reputa prioritario rispetto alla disoccupazione, alla crescente povertà e all'inesistenza di una prospettiva di futuro. Recita il comunicato:
Intervenendo in Commissione Giustizia del Senato dove il 5 ottobre sono pervenuti i tre decreti legislativi del Governo Renzi attuativi della Legge sulle unioni civili sui quali i pareri della Commissione devono essere espressi entro il 5 dicembre.
Il Sen. Carlo Giovanardi ha sollecitato l’inizio della discussione in tempo utile, denunciando clamorosi superamenti dei limiti della delega del Parlamento.
Ma è a quel punto che il senatore supera sé stesso nell'affermare:
Secondo il Governo infatti l’ufficiale dello stato civile sarà obbligato a indossare la fascia tricolore analogamente a quanto avviene nel matrimonio tra un uomo e una donna, al cittadino italiano che stipula una unione civile all’estero non si applica la legge italiana ma la legge dello stato davanti alla cui autorità l’unione è stata costituita, compresi quelli che permettono l’adozione e per ultimo i cittadini di tutti gli stati del mondo potranno stipulare una unione civile in Italia anche in mancanza del nullaosta del loro stato di appartenenza.
Siamo di fronte ad un ulteriore passo, secondo Giovanardi, per arrivare al vero obiettivo del Governo e della maggioranza che è quello di permettere alle coppie gay di adottare un bambino ed il loro assemblaggio a pagamento attraverso l’odiosa pratica dell’utero in affitto.
Ad di là della solita conslusione tipica della propaganda integralista, appare interessante osservare come Giovanardi paia non gradire il sistema di diritto internazionale. Perché è vero che chi si sposa all'estero risulterà sposato sotto quelle leggi e verrà declassato ad una coppia unita civilmente solo in Italia, ma la legge funziona così: in ogni Paese vigono le leggi di quel Paese e il fatto che a Giovanardi non piacciano non è certo motivo per cui non dovrebbero essere applicate. In fondo anche un etero può sposarsi secondo le leggi del singolo Paese, così come dimostra anche il matrimonio a Las Vegas del suo amico Adinolfi che qui non avrebbe certo potuto "sposarsi" in un casinò.
Interessante è anche il suo sostenere che per i cittadini stranieri lui esiga un nulla osta dallo stato di provenienza, magari anche da quelli che criminalizzano l'omosessualità e che mai sarebbero disposti a garantire quei diritti che la Costituzione italiana garantisce a chiunque sia sul territorio nazionale.
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