Con "Pia contessa", i Fuoricentro affrontano il tema dell'omofobia dal punto di vista dell'omofobo represso


I Fuoricentro sono una band milanese con parecchi anni di attività musicale alle spalle, nonché gli autori del brano "Pia contessa" che tocca un argomento delicato ed estremamente attuale come l’omofobia. E lo fanno con un tono ironico e quasi favolistico, con la storia di un uomo moralista di giorno e peccaminoso di notte che, una volta scoperto per le sue scappatelle tra parchi e parcheggi, riceverà lo stesso trattamento da lui solitamente riservato al prossimo.
La band ci racconta che l'obiettivo è quello di «sensibilizzare maggiormente l'opinione pubblica circa il tema dell'omofobia, in maniera totalmente "diversa", ovvero dal lato e secondo il punto di vista dell'omofobo "represso". Una visione alquanto critica e provocatoria ma supportata da parecchi studi oggi ripresi da svariate università e studi vari che sostengono come il troppo accanimento o la la troppa paura del "diverso" nasconda una paura recondita legata a quella parte non accettata ma presente in taluni individui».
A riprova di quella teoria esistono alcuni studi scientifici che hanno osservato, ad esempio, che se si prende un gruppo di eterosessuali e li si divide in omofobi e tolleranti, mostrando loro scene pornografiche gay solo il nel primo gruppo verrà registrata una reazione di eccitamento sessuale.
L'immagine rappresentata nel brano è dunque quella che la band descrive come «l'omofobo etero fasullo e represso, quasi invidioso e spaventato della libertà altrui. Uno frustrato che nutre pulsioni irrefrenabili verso coloro che al bar con amici, al ristorante, tra i discorsi con i familiari, rifiuta e disprezza. Un "carnefice" che è a sua volta vittima di se stesso e della sua educazione, costretto a manifestare le proprie pulsioni in gran segreto, con il travestitismo o banalmente attraverso incontri occasionali, nei momenti liberi rubati, nei parcheggi, insomma in posti e con persone che non potranno essere testimoni dell’inconfessabile. Ho voluto raccontare il tutto in maniera molto ironica ed inaspettata, fornire l’altro lato della medaglia del fenomeno legato all’omofobia, proprio per far venire a galla i "peccati" di una certa frangia di popolazione che molti non si aspetterebbero e non immaginerebbero neanche».

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