Il rabbino capo: «La legge ebraica prevede che i gay debbano essere puniti con la morte»
Ad un anno dalla drammatica vicenda dell'ebreo che pugnalò alcuni partecipanti del gay Pride di Gerusalemme ed uccise una ragazza di 16 anni, il rabbino capo Shlomo Amar è tornato a fomentare l'odio omofobico dichiarando ad un giornale israeliano che la legge ebraica prevede che l'omosessualità debba essere punita con la morte.
L'uomo ha dapprima sostenuto che «gli omosessuali sono una setta disgustosa», poi si è lanciato nell'aggiungere che l'omosessualità «è in prima fila fra i peccati più gravi. Per la Torah, va punita con la morte». Il rabbino ha mostrato freddezza anche verso la ragazza che è stata uccisa dal pregiudizio che lui stesso sta contribuendo a creare, liquidando la questione con l'affermare: «Manifestai profondo dolore, e mi opposi nei termini più forti possibili al gesto di quell'uomo. Tuttavia non posso esprimermi diversamente: se la Bibbia dice che (l'omosessualità) è disgustosa, allora è disgustosa. Si dice in giro che sarebbe una "tendenza", "una devianza": stupidaggini. Le passioni esistono e l'uomo deve saper vincerle. Quella è una passione vietata».
Dato che quelle affermazioni non sono attribuibili ad un qualche sermone omofobo pronunciato in una qualche sperduta sinagoga ma a dichiarazioni di un alto funzionario pubblico che viene stipendiato con i soldi di tutti i contribuenti, Amar dovrà probabilmente rispondere delle sua affermazioni dopo che i membri del Parlamento hanno inviato un'interrogazione al Primo ministro chiedendo la sua sostituzione. Va infatti ricordato che Israele infatti è uno degli stati più tolleranti ed aperti alla comunità lgbt di tutto il Medio Oriente e tali posizioni estremiste non sono state ben accolte da gran parte della popolazione.
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