La Manif pour Tous insulta la Cirinnà: «Ha difficoltà a leggere e capire più di tre parole di fila»
Maria Rachele Ruiu risulta la co-fondatrice del comitato "Difendiamo i nostri figli" di Gandolfini e un membro del coordinamento nazionale dell'organizzazione omofoba La Manif Pour Tous Italia. È anche una curatrice di quel progetto di presunta educazione sessuale che l'associazione Provita promuove con tanta enfasi e che risulta essere è già entrato nelle scuole italiane in una curiosa ottica in cui a voler insegnare educazione sessuale ai nostri sono quelle stesse persone che dal palco del Family Day strillavano che «il sesso non è il piacere, è la procreazione».
Da sempre impegnata in un uso politico della religione quale strumento di propaganda, non si è mai risparmiata nell'elargire giudizi morali contro interi gruppi gruppi sociali che lei sostiene siano immeritevoli di avere pari dignità giuridica. Al solito il distinguo da lei promosso è volto a sostenere che la sua attività sessuale debba essere premiata con soldi pubblici e maggiore dignità. Sostiene che alcuni amori valgano meno di altri ed esige che a fronte di pari doveri ci siano diversi diritti. Per farla breve, lei è una di quelle persone che vorrebbe obbligare i gay a pagare tasse destinate a finire nelle sue tasche per garantirle sicurezza durante la vecchiaia mediante quella reversibilità che lei esige sia negata alle altre famiglie, forse ritenendo che un gay può anche morire di fame se lei può appropriarsi dei suoi contributi per ottenere più di quanto ha versato.
Forse è ispirandosi alla violenza della campagna elettorale di quel Donald Trump che tanto le piace, la leader integralista si è scagliata contro Monica Cirinnà, tramutando in un attacco personale il suo disaccordo da un messaggio in cui la senatrice auspicava che le parole del Papa sul perdono di chi effettua un aborto potesse finalmente porre fine al fenomeno di quei medici "obiettori" che calpestano il diritto di scelta delle donne. In un messaggio pubblicato su Facebook, la Ruiu scrive:
Monica, adesso giurah che hai letto la lettera!
Repubblica titola l'articolo sulla lettera apostolica di Papa Francesco a membro di segugio.
Monicona, che evidentemente si ferma al titolo perché ha difficoltà a leggere e capire più di tre parole di fila, ne approfitta e usa il titolo di Repubblica per strumentalizzare il Papa (quello che ha detto più e più volte che il matrimonio è tra uomo e donna, Monicò!!!) per veicolare la propria pappuglia ideologica, anche questa volta mortifera. Monica Cirinnà. Quella che "non vedo l'ora che passa la Riforma così quello che decidiamo in assemblea diventa programma di governo". Monica Cirinnà. Quella che sta svendendo per l'ennesima volta la salute (e la vita) delle donne per una poltrona.
Da donna mi fa veramente pena.
Insomma, la solita sfilza di insulti fini a sé stessi con gli immancabili giudizi morali e qualche "dotta" citazioni di Ambra Angiolini. E se forse la signora Ruiu farebbe bene ad occuparsi di quanto la sua ideologia possa ispirare pena a molte persone per bene, interessante è notare come l'insulto paia l'unico linguaggio conosciuto da questa gente, sempre pronta a condannare gli altri ma evidentemente incapace di portare argomentazioni a proprio favore (altrimenti non si capirebbe perché parlino per offese e non secondo principi).
Nell'evidenza di come la Ruiu ami strumentalizzare la religione a fini politici senza tollerare che altri possano mettere in discussione il suo pensiero unico, nel suo messaggio la donna accusa la senatrice di «strumentalizzare» il Papa, caso vuole che non abbia avuto la medesima reazione quando il presidente della sua associazione ha strumentalizzato un vecchio discorso del pontefice per attribuirgli una qualche valenza che, a suo dire, dovrebbe spingere a votare al referendum costituzionale secondo le sue indicazioni.
Al solito pare anche che si critichi chi concede libertà di scelta, lodando chi usa il cristianesimo per fare propaganda e per assicurarsi un guadagno personale. È un po' come il riferimento ai matrimoni tra persone dello stesso sesso che la donna ha prontamente buttato nel discorso: se è lecito che lei possa essere contraria all'unione tra due donne, meno lecito è che non si limiti a non sposare una donna ma pretenda di imporre la sua decisione agli altri nel più totale disinteresse per le loro scelte e per il loro vissuto. Una disinteresse che pare riguardare anche le donne che prendono la difficile decisione di abortire, immancabilmente da lei giudicate e condannate senza neppure conoscere le loro storie le loro motivazioni. E, al pari del matrimonio gay, anche qui la signora Rachele pretende che la sua scelta sia imposta agli altri attraverso una "obiezione" che possa rendere inaccessibile quei diritti previsti dalla legge.
E se l'integralista avesse letto la lettera del Papa al posto di strumentalizzarla, forse saprebbe che Francesco ha sconfessato quegli uomini che si arrogano il diritto di negare il perdono di Dio, in quell'ottica in cui è giusto che ognuno possa assumersi la responsabilità delle proprie scelte. Scelte che evidentemente la signora Rachele vuole vietare. Dunque chi è che sta strumentalizzando chi?
Tutto questo, ovviamente, senza voler entrare nel merito di come la signora citi il volere Papa quasi come se l'Italia fosse una colonia vaticana che non può opporsi al volere di un capo di stato estero. Ma per fortuna non è così e non basta citare Dio per sentirsi superiore alla legge così come la sua organizzazione, troppo spesso in combutta con la Lega Nord, vorrebbe sancire.