La Poleggi vuole ridefinire il matrimonio e indica la Romania quale meta a cui tendere


Già a priori ci sarebbe da domandarsi se la Romania possa essere considerata una terra da cui trarre ispirazione per i diritti umani così come l'associazione ProVita sostiene. Eppure, all'interno di quella incessante propaganda del gruppo integralista, la solita Francesca Romana Poleggi pare dirsi certa che vincerà l'odio che i suoi distinguo verranno imposti per legge alle persone che risultano vittima della sua violenta persecuzione.

In un assurdo articolo intitolato "Matrimonio solo fra uomo e donna: un altro passo avanti in Romania", la signora Poleggi suggerisce ai suoi lettori che sia necessario ritenere che la famiglia debba essere obbligatoriamente ridefinita in una chiave eteronormativa che garantisca la totale esclusione dei gay da qualunque diritti civile. Ed è buffo che lo dica, dato che il solo fatto di doverlo dire è di per sé una dimostrazione di come quei distinguo appartengano ad una ideologia e non certo alla natura. Ma è nella noncuranza di tutto ciò che scrive:

Torniamo a parlare di Romania e della ridefinizione di matrimonio che in quel paese sembra procedere per la strada giusta.
Si tratta infatti non di una vera e propria “ridefinizione” ma della specificazione della definizione che è sempre stata fin dalla notte dei tempi per tutti i consessi umani: il matrimonio fonda la famiglia ed è l’unione stabile di un uomo e una donna allo scopo di generare, istruire ed educare i figli.

Ovviamente, se così fosse, non si capirebbe perché non vi è un obbligo alla procreazione. Ed ancora, non si capirebbe perché ci si possa sposare senza aver prima avuto dei figli se lo scopo del matrimonio è la prole. Ma è sempre negando l'evidenza ed osannando ogni atteggiamento omofobico che la signora prosegue:

Da un lato il Senato, tempo fa, ha respinto per la terza volta il tentativo di legalizzare il matrimonio gay, dall’altro il popolo romeno aveva già depositato 3 milioni di firme per avviare l’iter di riforma della Costituzione. Quando questo sarà completo, la Costituzione romena definirà – appunto – come matrimonio solo l’unione di un uomo e una donna.
La Commissione giustizia del Senato ha votato in questi giorni all’unanimità a favore dell’iniziativa popolare. Il cambiamento della costituzione avverrà tramite referendum.

E dato che la signora si dice convinta che non sia possibile non odiare i gay e che chi non ostenta disprezzo nei loro confronti è sicuramente vittima di una non meglio precisata «propaganda», è con i soliti toni offensivi che aggiunge:

Non mancano, anche in Romania politici e intellettuali sensibili alla propaganda LGBT: la signora Raluca Pruna, ministro della Giustizia, Cristian Pârvulescu, il decano del Dipartimento di Scienze Politiche della Scuola Nazionale di Studi Politici e Amministrativi.
Costoro, come tanti nostri politici che si autodefiniscono democratici, hanno un concetto un po’ strabico della democrazia: tre milioni di cittadini possono sbagliare. Quindi gli “ottimati”, coloro che sanno davvero cosa è bene e male, sono legittimati a fare come gli pare a loro, a ignorare le istanze popolari.
Quindi, se il popolo chiedesse a gran voce il matrimonio gay, la democrazia sarebbe un bene e bisognerebbe starlo a sentire. Se il popolo chiede di salvaguardare il matrimonio vero, il matrimonio solo tra uomo e donna, allora il popolo va rieducato, non ascoltato, e gli “ottimati” devono far passare il matrimonio egalitario per far capire al popolo ignorante come si deve vivere e come si deve pensare.

Stando a questa teoria, se il popolo chiudesse l'abolizione delle tasse sarebbe giusto farlo? Se qualcuno volesse ripristinare la schiavitù, sarebbe giusto farlo? Non sarà forse che una visione così populista in cui si attribuisce all'ignoranza del popolo il pieno diritto di calpestare i diritti umani altrui non sia altro che un voile tentativo di giustificare quella Chiesa che sta manipolando il popolo per imporre i suoi dogmi?

Eppure la Poleggi non ha dubbi: i diritti umani non contano nulla se il popolo ha pregiudizi contro interi gruppi sociali:

Questo “bispensiero” (bisogna proprio rileggersi Orwell), tipico dei peggiori totalitarismi ricorda tanto i discorsi di quelli che stanno oggi al Governo in Italia… sono loro che sanno quel che è bene per noi, popolo ignorante. Noi dobbiamo stare zitti, guardare la TV, pagare le tasse e con quel che resta fare shopping.

Insomma, lei dice di sentirsi esclusa se non le viene permesso di negare agli altri i diritti di cui lei gode. Interessante sarebbe se la penserebbe allo stesso modo se qualcuno volesse togliere a lei la famiglia o forse dobbiamo presumere che le sue teorie sulla "democrazia" incostituzionale valgano solo se lei risulta intoccabile e non coinvolta dalle sue scelte?
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