L'integralismo contro la pubblicità del latte. Dicono sia "digustoso" vedere un padre che gioca con la figlia
È dinnanzi ad una semplice fotografia che ritrae un momento di gioco fra un padre e sua figlia che il gruppo integralista della Manif pour Tous Italia ha versato fiumi di inchiostro per dare libero sfogo alla sua ira. In quel loro costante tentativo di imporre regole che possano ridefinire la "famiglia" per plasmarla alla loro ideologia, pare proprio ormai non si accontentino più di inneggiare a distinguo basati sull'orientamento sessuale ma pretendano di mettere il loro becco su ciò che i genitori possono o non possono fare con i loro figli. E sulla possibilità che un uomo possa lasciarsi truccare per gioco da loro figlia pare rientri in uno dei casi in cui vige un loro fermo divieto.
Nel tipico stile comunicativo di un gruppo che passa le proprie giornate a dispensare giudizi e condanne contro il prossimo, è dalla sua pagina Facebook che il gruppo integralista scrive:
Secondo la centrale del latte di Brescia nei "nuovi formati" di famiglia il papà (ma forse è il Genitore 1) si trucca da donna, e a quel punto a che serve la mamma? A niente, quindi scompare. Ma il loro latte è di mucca o di qualche altro strano animale surrogato? C'è di che dubitarne se questa è la pubblicità del prodotto. Diffidate.
L'invito è dunque a danneggiare economicamente l'azienda perché ha osato legittimare l'idea che un padre possa dedicare un po' di tempo ad una figlia femmina, così come immancabile p il loro lamentarsi per l'assenza di una madre (evidentemente la figura che reputano sia reputata "per natura" ad occuparsi dei figli, soprattutto se femmine e poco interessate ad attività più maschili come potrebbe essere il calcio).
L'intimidazione pare voler anche far comprendere che nessuno deve poter esprimere opinioni o idee diverse dalle loro se non vuole finire al centro di una qualche loro campagna denigratoria in cui non mancano espliciti inviti a punire chi ha osato dissentire.
Ed è così che se la pubblicità faceva leva su quei genitori che ritengono che le passioni dei loro figli vadano incoraggiate e che sia importante dedicare loro del tempo, da parte loro giunge la visione più oscurantista di chi pensa che degli stereotipi sessisti valgano molto più della felicità dei propri figli. Un'idea peraltro neppure così nuova dato che questo è solo l'ultimo dei vari attacchi che l'integralismo cattolico ha riservato a chiunque abbia osato raffigurare un padre che dedica tempo ad una figlia femmina. Già lo scorso luglio si scagliarono con inaudita ferocia contro la pubblicità della Atimel che mostrava un uomo che prendeva il té insieme alla figlia accompagnata "I tuoi amici non sapranno mai che sei stato reginetta per un giorno".
Incredibile è anche constatare come sul web ci siano stati personaggi pronti a dar credito a quelle sterile polemica, spalleggiando l'associazione integralista nel sostenere che quell'immagine rappresenti una minaccia alla loro italica virilità. C'è chi dice definisce la pubblicità "penosa", "diabolica, ipocrita, codarda e capziosa" e pare immancabile anche chi sostiene che la Centrale del latte abbia " finanziamenti da parte delle lobby lgbt". Ed è così che appare chiaro come nel nuovo totalitarismo dell'integralismo cattolico, la polemica è il mezzo con cui ci potremo attendere sempre più rappresaglie organizzate da organizzazioni che vorrebbero imporre delle rigide regole su come debbano funzionare le famiglie altrui.
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