Prosegue la promozione dell'odio di Adinolfi: ora dice che è colpa dei gay se esistono bambini poveri
A tutto c'è un limite e pare proprio che Mario Adinolfi l'abbia ormai sorpassato da tempo. Incessantemente impegnato nel tradurre in un profitto economico e politico personale un commercio di pregiudizio e morte contro un intero gruppo sociale, l'ultra-integralista ha superato sé stesso. Qualcuno avrebbe anche potuto pensare che non sarebbe potuto andare oltre la sua criminale promozione di quelle torture psicologiche che hanno provocato la morte di innumerevoli adolescenti gay, ma Adinolfi è riuscito a fare di peggio. Dalle pagine del suo "giornale" integralista, scrive:
La Croce apre oggi sui dati dell'Atlante dell'Infanzia che in Italia certifica 1.131.000 bambini che vivono in povertà assoluta: abitano in case senza riscaldamento, non possono consumare un pasto proteico, non sono mai andati in vacanza, non hanno i soldi per festeggiare il loro compleanno, non hanno un luogo adeguato dove fare i compiti, non possono fare attività sportive o extrascolastiche. A un numero così enorme, nell'editoriale contrapponiamo l'indecenza di politici che usano le risorse pubbliche per leggi vergognose che consentono truffe come quella dei due finti gay di Schio che la Cirinnà benedice nella loro unione civile finalizzata a lucrare la pensione di reversibilità. I dati sui bimbi poveri non sono citati su nessuna prima pagina, solo su La Croce, sostenete l'informazione libera.
Se definire «stampa libera» un mezzo di disinformazione che mette un prezzo di copertina alla legittimazione all'odio e e alla violenza mostra la bassezza intellettuale del soggetto in questione, il suo tentativo di voler sostenere che la responsabilità della povertà infantile sia da attribuire alla unioni civili è una menzogna propagandistica che mira a creare odio contro un intero gruppo sociale. E tutto ciò non è tollerabile.
Perché sappiamo bene che Adinolfi si dice convinto che la sua presunta attività sessuale debba essere premiata garantendogli a lui di poter avere due famiglie mentre lui vuole negarne anche una sola agli altri. Sappiamo che da divorziato vuole vietare il divorzio agli altri. Sappiamo pure che va in giro a vantarsi di aver spaventato a morte sua figlia raccontandole finte minacce di morte, anche se dinnanzi a quella dimostrazione di scarsa capacità genitoriale lo troviamo in prima fila nel pretendere di poter decidere come debbano essere educati i figli degli altri. Ma che osa voglia usare per il suo profitto anche la povertà dei bambini è troppo. Non gli basta cercare di strappare i genitori ai bambini che non gli vanno a genio? Davvero ora vuole lucrare persino sulla povertà per arricchirsi con il suo commercio dell'odio?
E dato che il soggetto in questione lancia accuse ben precise per fingersi un buon samaritano, allora come spiega che da anni il suo giornale, il suo partito e i suoi comizi vertano esclusivamente sulla promozione dell'odio contro i gay e non verso un reale interesse per quai bambini che oggi sta sfruttando a proprio vantaggi? Quanti bambini sarebbero potuto essere sfamati se i soldi delle chiese e dei gruppi religiosi non fossero stati dirottati verso la sua promozione dell'intolleranza? E quanto ci si sarebbe potuti occupare d'altro se le lobby a cui lui ha aderito non avessero bloccato per mesi e mesi il parlamento nel tentativo di negare i diritti costituzionali di una parte della popolazione?
E che dire delle sue allusioni alle unioni di comodo? L'unica evidenza è che se qualcuno le sta cercando allora non è vero quello che lui spergiurava quando diceva che «i diritti ci sono già tutti». Perché se davvero ci fossero stati, allora lui oggi non potrebbe dire che qualcuno voglia quei diritti che lui spergiurava già ci fossero. Ma forse a risultare patetico e strumentale è il suo sostenere che due persone a Schio dovrebbero essere un pretesto valido per togliere i diritti di tutti gli altri solo perché hanno fatto ciò che migliaia di donne e uomini eterosessuali compiono nel disinteresse di Adinolfi attraverso matrimoni di convenienza? O forse lui crede che quelle ventenni che si sposano degli ultra-ottantenni li amino davvero e non siano minimamente interessati ai loro soldi?
Qui l'unica certezza è una: che avvenga un terremoto o che un gay starnutisce, si può star certo che Adinolfi cavalcherà l'onda per cercare di fomentare odio contro le vittime della sua sanguinosa persecuzione. Il tutto sottolineando la vergogna di uno stato che non lo ha ancora chiamato dinnanzi ad un giudice per chiarire su quelle basi dica certe cose, perché non è tollerabile che possa impunemente accusare i gay di essere la causa della povertà infantile o andare in giro a dire che siano tutti assassini perché un gay ha commesso un omicidio. E se il giudice riconoscerà che Adinolfi ha mentito e fomentato odio solo per interessi personali, allora sarebbe doveroso che lo stato gli imponga di risarcire i danni creati, magari pagando anche per quelle vite che sono state spezzate dal suo pregiudizio.