ProVita: «L'hiv è colpa dei gay ed è la loro mancata emarginazione che ha infettare noi eterosessuali»
È all'interno dell'incessante propaganda d'odio condotta dall'organizzazione integralista ProVita Onlus che troviamo materiale di inaudita indeiscenza in cui l'organizzazione guidata da Toni Brandi cerca di sostenere che sia tutta cola dei gay se gli eterosessuali possono contrarre l'hiv. Già, perché se le persone normali sono solite pensare che la diffusione del contagio possa dipendere da quei bravi padri di tradizionali famiglie cristiane che amano lasciare mogli e figli casa per andarsene a prostitute (magari pagando pure un extra per non usare il preservativo), l'organizzazione di Brandi preferisce sostenere che la colpa vada attribuita ad una mancata emarginazione dei gay. Scrivono:
Il fenomeno della Sindrome da Immunodeficienza Acquisita (AIDS), non si può che constatarne un forte cambiamento dalla sua comparsa all’attuale dilatazione ed entità dell’evento. Inizialmente, infatti, due distinti gruppi sociali costituivano la fonte di diffusione del contagio: omosessuali e tossicodipendenti, “classi a rischio”, circoscritte entro i confini dell’emarginazione precauzionale. In seguito, i progressi nel campo medico-sanitario e la conversione socio-culturale degli ultimi decenni, confermarono la drammaticità di una consistente estensione del rischio all’eterosessualità, portando ambienti saturi di potenziali untori.
Ed è sempre nel tentativo di puntare il dito contro i gay che l'organizzazione integralista aggiunge:
I più aggiornati dati dell’OMS rivelano come un buon 80% dei casi sia dovuto a contagio per via sessuale, e prevalentemente i i dati più allarmanti continuano a registrarsi tra uomini che fanno sesso con altri uomini. Circa 100.000 persone vivono in Italia affette dalla sindrome.
E se sappiamo che il rischio del contagio è legato ad un mancato uso dei metodi di protezione, al solito l'organizzazione di Brandi preferisce sostenere che il preservativo sia «una pseudo-prevenzione ingannevole» e che l'Aids derivi da «un male sociale, che mette e rischio l’incolumità del popolo» che loro intravedono nella «promiscuità sessuale». Si passa così a sostenere che solo l'attenzione dal sesso possa prevenire l'hiv, anche se pare follia anche solo il pensare di voler accotonare qualunque forma di prevenzione per cercare di imporre un integralismo che demonizzi il sesso.
Ma è al di là delle assurde teorie che piacciono così tanto a questa gente, a rappresentare una vera e propria aggressione alla comunità lgbt è il loro tentativo di sostenere che sia la loro mancata emarginazione ad aver creato l'aids.