ProVita loda il servizio antigender della Liguria: «Insegnare il rispetto è un abuso sui minori, bisogna insegnare che i gay sono deviati»
A dispetto dell'ingannevole nome, l'associazione ProVita Onlus pare inarrestabile nella sua promozione di una cultura dell'odio. Nata come costola di Forza Nuova, è grazie al suo uso politico della religione e al suo connubio con l'estrema destra che l'organizzazione sta riportando in vita un nuovo nazismo. Oggi non ci sono più gli le teorie sulla razza ma c'è quella fantomatica "ideologia gender" che gli ultra-cattolici hanno teorizzato come scudo per la loro omofobia. Non ci sono più i centri di sterminio ma ci sono quelle torture psicologiche che loro definiscono "terapie riparative" e che già hanno procurato la morte di troppi adolescenti. Non ci sono più gli ariani ma c'è l'esaltazione dell'eterosessualità quale caratteristica fisica che loro sostengono debba garantire una sorta di su superiorità giuridica e sociale ad una parte della popolazione. L'unica costante pare l'uso politico di Dio quale strumento di offesa che possa garantire la più completa impunità ai crimini d'odio e l'indiscriminato uso di slogan volti a sostenere che quella cultura della morte servirebbe a "difendere" i bambini da una fantomatica minaccia rappresenta da qualunque diversità (si tratti di etnia, colore della pelle o orientamento sessuale).
Dinnanzi all'iniziativa ideologica con cui Regione Liguria ha attivato un servizio telefonico "anti-gender" volta a permettere la segnalazione di tutte le iniziative che promuovano l'eguaglianza sociale a danno dei distinguo dell'integralismo cattolico, l'associazione integralista non poteva che festeggiare e sfruttare l'occasione per sostenere che i genitori debbano essere terrorizzati da chiunque osi dire loro che i bambini gay meritino di essere accettati e non certo perseguitati. Scrivono:
Sul modello della Lombardia, anche la Regione Liguria ha deliberato l’apertura di uno sportello per i genitori che denuncino episodi di bullismo, discriminazione, spaccio di droga e indottrinamento gender nelle scuole dei figli. Ovviamente è insorto il centrosinistra, il Movimento Cinque Stelle e l’Arcigay.
Usato il loro solito vittimismo, si passa all'ostentazione di come tutto quell'odio abbia sempre e solo una motivazione politica e partitica: non pare certo un caso se l'associazione arriva pubblicare liste di prescrizione dei partiti che non sposano la loro crociata per la promozione di pregiudizi e discriminazioni. Ed è attraverso i soliti processi di beatificazione della violenza che aggiungono:
Il Secolo XIX riporta i commenti degli oppositori che aggrediscono il promotore dell’iniziativa, il capogruppo di Fratelli d’Italia Matteo Rosso, accusandolo di oscurantismo, medievalità ecc. ecc.
Uno sportello per le famiglie che possano denunciare bullismo, razzismo, vandalismo e violenza andrebbe anche bene. Ma che denuncino indottrinamento gender no: “è gravissimo. Il ministero ha già precisato che non esistono insegnamenti simili nelle scuole”.
Continua il giornale: Rosso ha detto che lo «sportello è aperto a segnalazioni e richieste di supporto da parte dei comitati di genitori per denunciare episodi prevalentemente in ambiente scolastico di bullismo, razzismo, vandalismo, droga ma anche di promozione delle teorie gender». «Un baluardo – ha detto – contro le eventuali minacce al corretto sviluppo della personalità dei figli» e contro «proselitismi di teorie gender, da parte di soggetti preposti alla formazione dei ragazzi».
Se siamo abituati alle strumentalizzazioni e alle bugie dell'integralismo cattolico, da parte delle istituzioni pare doveroso pretendere prove tangibili di ciò che viene detto. Perché se tutti gli enti competenti sostengono che l'educazione al rispetto sia a beneficio dei ragazzi (peraltro di tutti, non solo chi verrà difeso dalla violenza omofobica), incomprensibile è come un rappresentante delle istituzioni possa ricorrere ad un procurato allarme sostenendo che la pari dignità dei cittadini danneggerebbe la crescita dei ragazzi. Il tutto, ovviamente, senza portare prove di ciò che pare venga affermato sulla base del suo personal pregiudizio anche mentre si sta ricoprendo un ruolo pubblico.
E che l'iniziativa sia meramente ideologica viene dimostrato dal fatto che la Regione non ha alcuna competenza sui piani d'istruzione e pertanto simili servizi servono solo a far credere che quelle fantomatiche teorie siano vere e che si debba aver paura della diversità e dell'inclusione sociale.
Immancabili arrivano anche i soliti insulti isterici con cui l'organizzazione guidata da Toni Brandi si lancia nel sostenere che il voler negare il diritto alla vita alle minoranze sia una lecita "opinione". Autocitandosi come indiscutibile fonte, affermano:
Nel leggere le proteste indignate, veementi – e anche abbastanza offensive – di tutti questi nobili paladini dei diritti umani c’è da preoccuparsi davvero. Ancora insistono che il gender non esiste: magari – per un ripassino – si può dare un’occhiata qui e qui e qui e qui); ancora insistono che i gusti sessuali sono tutti “naturali” (anche gli ecosessuali, ovviamente); e soprattutto, candidamente, danno per scontato che i genitori debbano accettare che qualcuno vada in classe a insegnarlo ai loro figli…
Dato che la fantomatica "ideologia gender" è una invenzione dei gruppi legati all'integralismo cattolico, non stupisce che ProVita si citi come una fonte delle sue affermazione. I quattro articoli indicati riguardano infatti il discutibile "dossier" con cui l'organizzazione sostiene che ad alcuni bambini sia stato imposto l'uso del rossetto, le loro teorie sul fatto che l'Oms voglia de-sessualizzare i ragazzi, i loro attacchi politici contro l'Unesco, gli attacchi contro invita a non usare il maschile in modo sessista o le spassosissime interviste di Alessandro Fiore (figlio del leader di Forza Nuovo e responsabile delle pubblicazioni dell'associazione ultra-integralista). Viene citato pure un articolo volto a sostenere che l'omosessualità sia paragonabile a chi dimostra amore verso la terra, in quel gioco alla ridicolizzazione del prossimo in cui la loro gente ama paragonare i gay a qualunque fenomeno da baraccone possa comparire sui giornali (difficile è dimenticare come già in passato paragonarono i gay a chi fa sesso vestito da cane). E questo non tanto per sadico divertimento, ma solo perché è accostando queste notizie ai gay che sulle loro pagine possiamo trovare l'ultra-integralista Federico Catani pronto a sostenere che «nel nuovo mondo che avanza pare che non vi sia più nulla di anormale e innaturale e ciascuno può dare libero sfogo alle sue perversioni e agli istinti più strani. Addirittura vantandosene».
Ma è per farla breve che si può tranquillamente concludere il discorso osservando come Brandi sostenga di aver ragione perché si è dato ragione da solo. E vien da sé che i veri obbiettivi della propaganda dell'organizzazione integralista emergono chiaramente dinnanzi alle rivendicazioni in cui si lanciano nel sostenere che l'omosessualità non sia naturale o in cui dicono che la persecuzione e la violenza omofonica sarebbe da intendersi come un loro inviolabile diritto:
Queste persone evidentemente non vedono l’ora che anche la RAI proponga programmi che spiegano il transgenderismo e il cambiamento di sesso a bambini di sei anni, come fa la BBC.
E, “democraticamente” parlando, nessuno ha diritto di pensarla diversamente da loro, nessuno ha diritto di esprimere le proprie idee – se diverse dalle loro, e soprattutto l’ente pubblico non può preoccuparsi degli abusi e della violenza sui ragazzini: se la violenza è ideologica e serve a imporre idee deviate dalla natura e dalla ragionevolezza del comune buon senso, anche la violenza sui minori va bene?
Ovviamente a sostenere questa "libertà di violenza" è quello stesso gruppo integralista che ha presentato decine e decine di denunce volte a cercare di intimidire e perseguitare chiunque abbia osato contrattate il loro pensiero unico e la la loro propaganda a favore della discriminazione e dell'oppressione di chiunque non sia da loro riconosciuto come un esponente di quella nuova razza ariana che Brandi ha teorizzato e basato sui sui giusti sessuali.. Ma si sa, nel totalitarismo l'altro non conta nulla e la loro oppressione non deve certo preoccuparsi degli inutili diritti di tutta quella gente che è quotidianamente vittima della loro persecuzione e le cui vite vengono calpestate nel nome di un profitto personale.
Leggi l'articolo completo su Gayburg