ProVita: «Siamo in guerra contro i gay. Le loro famiglie valgano meno delle nostre»
Sappiamo che l'Australia ha deciso di non far tenere un referendum sul matrimonio egualitario per ragioni ben precise: gli enormi costi della consultazione, un referendum che non avrebbe modificato la legge senza voto parlamentare, una certezza statistica sull'opinione favorevole degli australiani verso l'eguaglianza e il timore degli effetti nocivi di quella campagna d'odio che la Chiesa Cattolica era già in procinto di avviare come già accaduto in altri stati.
Ma queste evidenze paiono essere ignote all'associazione ProVita, la quale preferisce raccontare una storia alternativa. Ovviamente per l'organizzazione di Brandi i gay sono i cattivi, forse ben sapendo come sia stato scientificamente provato che una continua campagna d'odio contro un gruppo social possa creare un odio ossessivo che possa spingere i suoi lettori ad atti sempre più violenti, magari giungendo sino a dare il loro voto ai gruppi di estrema destra che si celano dietro quel gruppo. Incurante dei sondaggi che mostrano la popolazione australiana ampliamene favorevole al matrimonio egualitario, loro preferiscono scrivere:
Sul cosiddetto matrimonio gay la gente non deve votare. La voce del popolo non deve potersi esprimere. C’è il rischio che dica “no”. Sembra questa la paura che ha spinto il Senato australiano a respingere (con 33 voti contro 29) la proposta del governo di indire un referendum per decidere se legalizzare o meno lo pseudo-matrimonio omosessuale, chiamato in neo-lingua “matrimonio egualitario”.
Precisato che il matrimonio di Brandi è un vero matrimonio e che i gay hanno "pseudo-matrimoni" perché evidentemente ritenuti pseudo-esseri umani immeritevoli pari dignità, si arriva a rirare in ballo il loro amatissimo Donald Trump:
In effetti – lo vediamo sempre più spesso e da ultimo nelle recenti elezioni americane – pare che le élite non amino più la democrazia. O, meglio, questa va bene solo se i cittadini votano come dice e vuole l’establishment. Pertanto, dobbiamo desumere che, nonostante tutto, in Australia la gente è ancora legata alla famiglia naturale e conserva un minimo di buon senso e ragionevolezza. Se così non fosse probabilmente il referendum si sarebbe tenuto.
Al solito va ricordato che l'associazione di toni brandi è solita definire come "famiglia naturale" non tanto la famiglia dettata dalla natura, ma una famiglia basata sulla teorizzazione che solo l'eterosessualità sia naturale e che dunque qualsiasi altra forma di unione debba essere ritenuta innaturale oltre che peccaminosa, gradita a Dio ed meritevole di un forte stigma sociale che neghi pari dignità e uguali diritti.
Si passa così a sostenere che ogni minoranza non merita alcun diritto perché i diritti non sarebbero tali per definizioni, ma devono essere percepito come concessioni da parte della maggioranze. L'opinione di ProVita è dunque che se una maggioranza può trarre beneficio economico dall'oppressione di una minoranza, quella minoranza deve subire in silenzio e immolare la propria vita per compiacere l'oppressore:
Il governo australiano, guidato da un centrodestra molto liberale dal punto di vista dei valori, aveva intenzione di chiamare alle urne gli elettori il prossimo 11 febbraio, sottoponendo loro il quesito: “Si dovrebbe cambiare la legge per consentire che le coppie dello stesso sesso contraggano matrimonio?“. Ma la sinistra e l’associazionismo LGBT si sono opposti perché votare su questo argomento avrebbe incitato l’omofobia. Ovvio che per questi gruppi – minoritari – è molto meglio imporre le proprie idee e la propria agenda passando sopra la testa del popolo e impedendogli di esprimere la propria opinione al riguardo.
Si passa così a sostenere che le famiglie dei gay siano inferiori a quelle degli eterosessuali sulla base di una posizione che pare ricordare troppo da vicino le teoria sulla razza di epoca nazista:
Da notare che l’Australia, pur ammettendo diversi tipi di unione civile, ha ricevuto molte critiche per non aver ancora legalizzato il cosiddetto matrimonio gay. Dimostrazione del fatto che alla lobby LGBT interessa la totale e piena equiparazione della “famiglia” omosessuale a quella naturale.
Finora però il Tribunale Superiore ha sempre bocciato legislazioni sul “matrimonio” gay approvate da alcuni Stati federati, in quanto ritenute in contrasto con la Legge attualmente in vigore in tema di matrimonio, risalente al 1961.Ma la guerra, come è evidente, continua.
Esatto, ProVita dice che loro sono in guerra contro i diritti dei gay. Ed evidentemente in guerra non ci si fa problemi ad uccidere quelli che loro indicano come i "nemici" da sconfiggere...