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Uci Cinemas cede alle pressioni di Giovanardi: tornano gli spot propagandistici dell'associazione che vuole curare i gay

L'associazione ProVita Onlus nasce come costola di Forza Nuova ed è da anni impegnata in una strenua promozione dell'omofobia e del pregiudizio. Negli anni ha pubblicato innumerevoli articoli propagandistici volti a sostenere che i gay debbano essere considerati anormali, meritevoli di discriminazione, pericolosi per la società, deviati, da curare, immeritevoli di tutele giuridiche, da lapidare a morte...
Basterebbe anche solo questo elenco a far comprendere perché qualcuno si sarà sentito offedo nel dover subire la presenza dell'organizzazione politica all'interno di una sala cinematografica, peraltro dopo aver pure pagato un costoso biglietto. Ma purtroppo è quanto sta accadendo nelle sale del circuito Uci Cienmas, dove agli spettatori vengono imposti vergognosi spot propagandistici realizzati dall'associazione integralista con lo scopo di propinare ai presenti una visione della Gpa basata su assurde semplificazioni. Tutto questo anche in presenza di bambini.
E se sappiamo bene che per interi decenni a quell'organizzazione non è importato nulla della gestazione per altri, è negando l'evidenza di come tale pratica risulti più diffusa tra gli eterosessuali che tra gli omosessuali che l'evidente intento è qyello di cavalcare alcune generalizzazioni per creare ulteriore odio contro un gruppo sociale che è costantemente vittima dalla loro persecuzione.
Tanti spettatori si sono sentiti offesi dinnanzi alle immagini malamente doppiate che mostravano una donna che strillava e che racconyava di come le avessero portato via il suo bambino, prima che un cartello si lanciasse nel parlare della nascita di alcuni bambini etichettati come «oggetti». Non si menzionavano le donne che avevano un'opinione diversa, così come non si diceva manco che quella donna è una delle sei attiviste statunitensi che per contro di un'organizzazione religiosa vorrebbero impedire che altre donne di poter avere la medesima libertà di scelta che le ha portate a scegliere, senza costrizione alcuna, di portare avanti delle gravidanze per altri (cosa che la donna aveva già fatto altre volte sino a quando l'ultima gravidanza la portò a portare alla luce un bambino gravemente deformato che lei non volle abortire come le suggerì il padre dato che non avrebbe mai potuto avere una vita lunga o quantomeno dignitosa).
Non si dice nulla perché si è dinnanzi ad un filmato che generalizza un caso specifico e lo propina al pubblico sperando che la loro disinformazione possa far accettare il loro messaggio. Sarebbe come chiedere di vietare la Chiesa attraverso un video di interviste effettuate ai minori che venivano molestati sessualmente nel confessionale da don Inzoli (violenza che guardacaso pare non abbia minimamente interessato l'organizzazione, nonostante lei sostenga di lavorare per "difendere" i bambini, forse proprio perché poco interessati a salvarli dagli abusi dei preti quanto li si può strumentalizzare per poter imporre per legge regole su come le donne debbano usare il proprio utero).

Nei giorni scorsi, a seguito di innumerevoli proteste da parte degli spettatori, l'Uci Cinemas garantì che il filmato era stato rimosso da tutti i loro preshow. Una decisione di puro buonsenso dinnanzi ad un messaggio politico imposto con violenza agli spettatori a nome di un'associazione come quella. Al solito, lamentele dell'organizzazione guidata da Toni Brandi non si fecero attendere e fu proprio lui a firmare il solito articolo vittimistico in cui asseriva che il suo gruppo fosese stato vittima di ingiusta censura:

Ebbene, cari Lettori, lo spot di ProVita è stato boicottato: UCI Cinemas ne ha infatti sospeso la proiezione, violando così il contratto che prevedeva circa 190 proiezioni prima dei diversi film programmati. La motivazione di questa scelta? Non certo le proteste dei normali cittadini e dei fruitori dei cinema, bensì quella di una associazione omosessualista.

Se le parole hanno ancora un senso, il poter esprimere il proprio proiettati da un cinema che si è pagato a caro prezzo è prerogativa di quel mondo libero che loro vorrebbero mettere in discussione. Il tutto condito con il loro sostenere che la "colpa" sarebbe di fantomatiche "associazioni omosessualiste" e non di quei cittadini a cui loro piace far dire ciò che vogliono sulla base della loro convenienza. Ma non solo. Interessante è anche osservare come quella stessa organizzazione che ha chiesto di censurare qualunque spot contenesse la presenza di gay, che ha denunciato chiunque osasse contrastare il loro pensiero e che ha vomitato odio in qualunque forma fosse possibile, sia la medesima che oggi scrive: «Di fronte a tale censura ci chiediamo: siamo ancora in un Paese libero? E siamo ancora un Paese dove la legge serve a qualcosa?»

Ma è a quel punto che si è verificato l'inaccettabile. Sulla base delle pressioni che sarebbero giunte da parte di Carlo Giovanardi, l'Uci Cinemas ha deciso di privilegiare gli interessi politici dell'estrema destra alla dignità della donna e dei suoi spettatori ed ha deciso che il vergognoso video propagandistico tornerà ad essere propinato ai loro clienti con almeno 190 passaggi.

Ad annunciare l'assurda decisione è sempre Toni Brandi, il quale si premura di utilizzare i suoi soliti toni offensivi e lesivi della dignità umana per parlare di «una vittoria del buon senso, della ragione e della morale». Dice poi che «la direzione di UCI Cinemas si è resa conto della situazione e di chi fossero coloro che avevano protestato contro lo spot di ProVita» e che da lì avrebbe decuso che l'opinione di gay e di donne non era di loro interesse a fronte di un'organizzazione vicina a Forza Nuova che calpesta la dignità umana a fini elettorali. Ed è empre mischiando insulti ad una bieca propaganda politica che Brandi aggiunge:

Un gruppo LGBT aveva denunciato lo spot, perché prodotto da ProVita, associazione che accusavano di omofobia. Avvenire riporta le dichiarazione del portavoce di Uci Cinemas: «In seguito ad alcune segnalazioni ricevute nei giorni scorsi da alcuni clienti, Uci Cinemas ha sospeso per tre giorni la programmazione di uno spot contro l’utero in affitto nell’ambito del pre-show che precede la proiezione dei film. Effettuate le dovute e opportune verifiche, il Circuito ha deciso di riammetterla».
Il giornale spiega anche la soddisfazione del senatore Giovanardi, che durante la conferenza stampa di ieri aveva denunciato con indignazione il boicottaggio. Ora ringrazia UCI Cinemas «per la sensibilità dimostrata. La ripresa della programmazione salvaguarda la libertà di espressione, in riferimento per di più a una pratica che è penalmente perseguibile», in quanto l’art.12, comma 6, della l.40/2004 prevede l’utero in affitto come reato.
Anche ProVita onlus ringrazia l’UCI Cinemas per la pronta soluzione dello spiacevole incidente. Si tratta di una importante vittoria del buon senso e della civiltà. Una vittoria della ragione. Una vittoria del sentimento di cura e rispetto per le donne e per i bambini che a parole tutti dicono di nutrire, ma che con i fatti, invero, molti calpestano.

E se fino a ieri essere gay in Italia significava dover subire gli insulti e le offese di un gruppo integralista che ogni singolo giorno dell'anno immetteva in rete notizie tendenziose e propagandistiche al solo fine di fomentare l'odio, da oggi non sarà neppure più possibile frequentare una sala cinematografica senza doversi sorbire la loro violenta propaganda politica. E in quel piano inclinato in cui la ferocia di Brandi pare diventare sempre maggiore di giorno in giorno, c'è da domandarsi tra quanto tempo si inizierà a parlare di camere a gas o si proporrà di lanciare i gay dai tetti di palazzi, magari con tanto di spot proiettati al cinema.


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