Adinolfi sta con Kirill: «Di buon senso il suo paragone tra nazismo e nozze gay»
Nella vite esistono assai poche certezze, ma una di queste è che Adinolfi si schiererà sempre dalla parte di chiunque offenda e denigri i gay. Ed infatti è dalle pagine del sito Intelligonews che il leader ultra-integralista si è affrettato prendere le difese delle inaccettabili parole del patriarca russo Kirill volte a sostenere che le unioni gay siano paragonabili alle leggi naziste.
Adinolfi ha esordito con il sostenere che «le parole del patriarca Kirill sono dettate dal buon senso», lanciandosi poi nell'affermare che «così come erano leggi contro la natura umana quelle naziste che sancivano la supremazia di una razza sull'altra, sono oggi contro la natura umana quelle leggi che non vogliono riconoscere come il matrimonio sia unicamente quello fra un uomo e una donna. La frase di Kirill è dunque molto meno illogica e insensata di come la si vorrebbe far apparire».
Ovviamente bisognerebbe ricordare ad Adinolfi che storicamente il matrimonio veniva celebrato anche tra persone dello stesso sesso sino a quando l'avvento del cristianesimo ha tentato di ridefinire il sesso come un qualcosa che dovesse necessariamente avere la procreazione come suo unico fine. Vien da sé che per tentare di imporre quella concezione della sessualità umana, si tentò di ridefinire il matrimonio in una forma strettamente eterosessuale. E dunque non è certo di natura che si parla, ma solo di un pregiudizio che la Chiesa ha contribuito a costruire negli ultimi mille anni (ossia un tempo praticamente irrilevante se paragonato alla nascita della vita e della natura).
Interessante è anche osservare come tenti di criticare l'ideologia della supremazia della razza mentre si promuove l'ideologia della supremazia di una famiglia sulle altre. In fondo erano i nazisti a sostenere che la razza ariana doveva essere "difesa" dagli altri esattamente come lui sostiene che la famiglia eterosessuale debba essere "difesa" dagli altri, così come il voler decidere a tavolino che la natura debba essere ritenuta specchio di sé stessi pare venir rievocata dai convegni elettorali in cui sosteneva che i gay dovessero essere "curati" e rieducati per assomigliare a lui quale massima espressione della famiglia ariana. Vien da sé che il tentativo di condannare un distinguo mentre se ne sta creando uno nuovo non pare avere molto senso.
Parte così il solito attacco alla laicità dello stato, biasimato da Adinolfi per il mancato riconoscimento di una presunta superiorità che lui vorrebbe fosse attribuita ai gruppi che strumentalizzano Dio e che si dicono "cristiani" pur con posizioni assolutamente anticristiane. La sua idea è che ogni qualvolta lui citi Dio, la sua volontà dovrebbe essere ritenuta legge anche se a danno del benessere e della vita stessa di interi gruppi sociali. Strumentalizzando persino la Costituzione a suo uso e consumo, Adinolfi afferma: «Kirill fa un richiamo all'Occidente a mio modo di vedere molto stimolante. La Chiesa e i cattolici non sono lasciati liberi di difendere i temi etici. Sono molto in difficoltà e questo è un dato di fatto. Oggi diventa quasi impossibile difendere i principi espressi dall'articolo 29 della Costituzione che sancisce come la famiglia sia il nucleo fondante della società, fondata sul matrimonio fra uomo e donna. In Italia c’è stato addirittura il tentativo di approvare una legge per mandare in galera chiunque sostenesse certe posizioni. Ci sono siti gay che ogni giorno invocano arresti e processi nei miei confronti per le dichiarazioni che rilascio in difesa della famiglia naturale. Alcune lobby tentano di azzerare la libertà di quanti vogliono tutelare la famiglia fondata sul matrimonio. Una sensazione che tutti percepiamo».
A questo punto bisognerebbe ricordare che la Costituzione non definisce il matrimonio come un'unione fra un uomo e una donna, tant'è che la specifica dei sessi è contenuta solo ed esclusivamente nel codice civile. E a fronte di un uomo che si inventa finte minacce di morte un giorno sì e l'altro pure, pareva immancabile il suo solito vittimismo associato dichiarazioni false strumentali. Ovviamente nessuno chiede che sia processato per ciò che pensa, ma solo sulla base della falsità di ciò che dichiara pubblicamente. Perché non basta che sia lui a sostenere che sia "in difesa della famiglia" il suo promuovere torture psicologiche che possano spingere al suicidio alcuni adolescenti gay o il chiedere che alcuni bambini siano privati da qualunque tutela giuridica, dato che anche chi viene minacciato dalla sua propaganda ha diritto a chiedere giustizia.
Non troppo tempo fa Adinolfi dichiarò che lui sarebbe stato pronto ad uccidere chiunque fosse stato da lui considerato una minaccia per i suoi affetti, ma ora si lagna se chi vede i propri affetti e i propri figli minacciati dalla sua propaganda osa chiedere un giusto processo. E tra un Adinolfi che vuole sparare in fronte agli altri e quei cattivoni che chiedono per lui un giusto processo, pare strano che si erga a vittima. Anche perché la questione è semplice: un giudice non può processare il pensiero ma solo il dolo, motivo per cui non avrebbe nulla da preoccuparsi se fosse certo di non aver deliberatamente mentito e strumentalizzato delle informazioni al solo fine di creare un danno al prossimo per un tornaconto personale. E dalla sua dichiarazione qualcuno potrebbe persino domandarsi se non abbia la coda di paglia e la coscienza non troppo pulita...
La realtà è una: lui ha una famiglia e nessuno sta mettendo in discussione la sua dignità e i suoi diritti, gli altri non hanno una famiglia con pari dignità dato che lui li reputa inferiori a lui in base alla presunta supremazia che lui sostiene derivi dalla sua attività sessuale. Nessuno lo obbliga a sposare un uomo, ma lui esige che i gay siano obbligati a potersi sposare solo con una donna che non amano. Nessuno propone leggi che tolgano diritti alle sue figlie, ma lui chiede che i figli dei gay non abbiano medesime tutele. È dunque di potersi ergere a vittima nel momento stesso in cui la sua famiglia non è in pericolo mentre lui minaccia le famiglie altrui, peraltro sostenendo di dover "difendere" qualcuno dai diritti civili altrui? Se non gli piacciono i matrimoni gay, non spossi un gay. Punto. Ma se lui vuole imporre un divieto agli altri, difficile è non cogliere lo stile tipico dei peggiori totalitarismo.
Nel finale Adinolfi pare aver sposato la libera politica delle lobby di estrema destra, inneggiando a Putin e alla Chiesa Ortodossa in maniera sfacciata. Afferma: «Io ho molto rispetto della Chiesa ortodossa russa abbracciata da Papa Francesco, sono nostri fratelli e come tali li considero. Rigetto l’idea secondo cui parlare con Putin equivale a parlare con un fascista. Il nuovo presidente degli Stati Uniti Donald Trump dialogherà presto con lui, così come filo-russo è il vincitore delle primarie francesi del centrodestra Francois Fillon considerato l'astro nascente della politica francese. Di fronte all'opzione secondo cui sui temi etici l'unico verbo da accettare sia quello rappresentato dalle leggi Hollande-Zapatero si sta alzando un vento opposto in varie parti del mondo. Trump che batte la laicista Hillary Clinton che sulla difesa delle unioni gay ha fatto il cavallo di battaglia della sua campagna elettorale, è senza dubbio un segnale inequivocabile del vento che cambia nel mondo. Stiano attenti i radical chic a demonizzare chi rappresenta questo vento, visto che non gli sta portando fortuna. Stanno perdendo ovunque, segno che i popoli sono sempre più lontani dal pensiero unico che vorrebbero imporre».
Anche qui andrebbe notato che l'analisi politica pare molto labile. Se è vero che le destre stanno prendendo piede, facile è immaginare che siano la conseguenza della crisi economica e di un impoverimento della popolazione che spesso porta vantaggio a chi promette soldi e fortuna attraverso l'oppressione altrui. Difficile è ritenere che la discriminazione dei gay siano la questione di maggior interesse per chi non arriva alla fine del mese, ma altrettanto evidente è come pare che Adinolfi si stia comportando come una banderuola pronta a piegarsi al vento che soffia (o che lui crede soffierà).