Costanza Miriano rivendica il diritto dei "cattolici" a giudicare e fare pressioni psicologiche sulle donne


In Francia il mondo cattolico è nuovamente sul piede di guerra dinnanzi ad una proposta di legge che estende anche al web il reato di ostacolo all'interruzione volontaria di gravidanza, previsto dalla normativa francese dal 1993. L'obiettivo dei promotori è ottenere la condanna dei siti internet che «inducono deliberatamente in errore, intimidendo o esercitando pressioni psicologiche o morali» con l’obiettivo di dissuadere il ricorso all’aborto» sulla base del principio per cui «la donna non deve rendere conto a nessuno della sua decisione».
La Conferenza episcopale francese, per voce del suo presidente Georges Pontier, ha inviato al presidente Francoise Hollande una lettera volta a chiedere l'immediata interruzione dell'iter del provvedimento, così come Radio Vaticana già parla di «legge bavaglio ai siti che difendono la vita». Insomma, i cattolici esigono di poter colpevolizzare e giudicare chiunque abortisca e sostengono che la loro ingerenza nella vita altrui sia un diritto che non si ferma solo alla camera da letto. Vogliono decidere come una persona debba nascere (rapporto sessuale vaginale), come debba vivere (correzione mediante "terapie riparative" se l'adolescente non ha rapporti sessuali di loro gradimento), come debba morire (dolore obbligatorio per i malati terminali) in una visione in cui ogni libertà individuale sia calpestata nel nome dei loro diktat.
E se nessuno dice che l'aborto debba essere una scelta presa alla leggere, qualcuno suggerisce che non sia legittimo promettere l'Inferno, tirare in ballo diavoli o giudizi morali atti a far sostenere che chiunque vi ricorra sia una poco di buono. E tutto questo generalizzando e condannando urbi et orbi, nello spirito che Adinolfi ben rappresenta nel suo essere divorziato ma pronto a puntare il dito contro il divorzio mentre racconta che la sua storia è particolare, diversa e meritevole di specifici giudizi, non come gli altri che meritano di essere giudicati e condannati per partito preso.

Anche in Italia le lobby integraliste sono scese in campo contro quell'inutile libertà personale, sostenendo che i "cattolici" debbano essere liberi di poter dire tutto ciò che vogliono a danno di chicchessia, si tratti di una famiglia gay a cui vogliono negare pari dignità o di un bambino che vogliono obbligare a nascere (evidentemente sostenendo che gli unici a non dover avere questa possibilità siano i figli delle famiglie omogenitoriali). Tra le generalizzazioni più feroci c'è quella che Costanza Miriano ha propinato ai suoi seguaci, nella quale racconta:

Se abiti in Francia, conosci una donna che stia decidendo se abortire o no, e le dici che sei disposto a darle una mano, ad aiutarla col suo bambino nel caso decidesse di farlo nascere, se le provi a suggerire, delicatamente, di non abortire, perché ucciderlo potrebbe portare tanto dolore nella sua vita, adesso rischi due anni di carcere e 30 mila euro di multa, ammesso che il senato il 7 dicembre approvi la legge già passata alla Camera. C’è stato un angoscioso slittamento della realtà. Da facoltà depenalizzata – “nel caso di estremo pericolo per la vita della donna, nel caso che non ce la faccia, provati tutti gli aiuti, se proprio non c’è un’altra via, si può anche uccidere il bambino, e non si sta commettendo reato”: questo era lo spirito della legge – l’aborto diventa diritto arrogante, talmente prepotente da schiacciare tutto il resto, libertà di parola compresa (eppure liberté, egalité bla bla bla, eppure Je suis Charlie come se piovesse…).

Interessante è osservare come la donna parli di persone che conoscono qualcuno indeciso sull'aborto in riferimento ad una legge che contempla solo i siti web, presentando dunque una premessa falsa atta a sostenere che l'aborto debba essere concesso solo se la madre rischia di morire.
Ma la generalizzazione diventa feroce quando la Miriano suggerisce alle future mamme di non prendere precauzioni per la salute del bambino e di metterlo al mondo sulla base del "forse andrà tutto bene". E se lei si dice disposta a mettere al mondo un bambino malato che non avrà mai una vita normale, lecito sarebbe rispettare chi crede che i figli non siano un diritto dei genitori e che meritino di poter avere una vita serena anche al di là dell'egoismo di una madre. Ma è partendo dall'idea che la sua personale opinione sia una verità rivelata che la Miriano scrive:

Già, li capisco i difensori dell’aborto. Hanno paura della verità. Hanno paura che qualcuno abbia il coraggio di dirla, e per cancellare la verità non sanno usare che la violenza. Se l’aborto fosse davvero una conquista e un diritto, se le donne fossero così tranquille nelle loro scelte non avrebbero paura di niente. Io non ho mica denunciato chi mi ha detto di “fare i controlli presto, prima del terzo mese”, “perché poi signora se vuole decidere qualcosa è meglio farlo subito”. Semplicemente, non li ho ascoltati (e, sì, ho cambiato ginecologa, ovviamente). Non ho denunciato chi continuava a propormi l’amniocentesi a 27 anni (quando è maggiore il rischio di danneggiare il feto che quello di malformazioni). Semplicemente, ho cambiato ginecologo, di nuovo. Come si dice a Roma, “me rimbalza”. La verità è scritta nel cuore della mamma, di ogni mamma, e chi sa la verità e la ascolta non ha paura di niente.

La Miriano passa poi a sostenere che tante donne le abbiano personalmente detto di essersi pentite, anche se pare difficile potessero sostenere tesi diverse se anche loro inserite in quel contesto in cui la condanna è unanime anche se presa per il bene del bambino. In fondo viviamo in un mondo in cui questa gente non si fa problemi se il veterinario fa un'iniezione letale al loro cane se sofferente e senza possibilità di guarigione, ma poi esige che ad una persona venga negata la medesima umanità solo perché l'infliggere l'obbligo del dolore al prossimo li fa sentire meglio.

Con un populismo privo di ritegno, la Miriano ostenta la sua convinzione nel dirsi certa che il suo ruolo sia quella di impedire l'autodeterminazione alle altre donne. Scrive:

Come vorrei abbracciare tutte le donne che hanno questo lutto nel cuore, e come vorrei invece prendere a pugni tutti quelli che le hanno riempite di bugie, parlando di diritto all’autodeterminazione, quelli che non le hanno aiutate [...] La balla del diritto di autodeterminazione della donna non regge più, e allora bisogna mandare in carcere la gente che lo fa scricchiolare.

Si passa così a puntare il dito conto chiunque impedisca ai cattolici di andare da una donna e dirle che andrà all'inferno se non fa come loro gli dicono, dato che qui è di bambini malformati che si parla e non certo di quei gay che lei manderebbe in quei campi di rieducazione che spesso e volentieri hanno determinato la morte di numerosi adolescenti. Il "cattolico" promuove la nascita, mica la crescita di un bambino! Dice la Miriano:

Già un anno fa era stata eliminata, con un’altra legge, la settimana obbligatoria di riflessione, e non c’è più nessuna figura con cui la donna debba confrontarsi prima del gesto irreparabile. Così, poverina, se è sola, non ci sarà nessuno che potrà tenderle la mano. Non potrà cercare aiuto neanche in rete: verrà punito anche chi farà campagne a favore della vita su Internet, e visto che la rete non è territoriale, accomodatevi: venite a prenderci, arrestateci. Noi saremo liberi anche in carcere, voi però sarete schiavi delle vostre bugie per tutta la vita, e anche dopo.

E immancabile è la solita strumentalizzazione politica, volta a sostenere che l'estrema destra sia tutto ciò a cui ogni buon "cattolico" debba ambire per assicurarsi che nessuno possa avere il diritto di compiere scelte a loro sgradite:

Dicono che questa legge è una strizzata d’occhi all’elettorato liberale da parte dei socialisti. Eppure pare che non ci sia più tanto consenso verso questo concetto di libertà talmente libera che diventa dittatura – che brividi, seriamente, la possibilità di andare in carcere per delle parole, e non insulti o offese, ma parole a difesa dei bambini! Chissà se la mossa dei socialisti funzionerà: la destra avanza e Hollande ha appena annunciato che non si ricandiderà. Non aveva una faccia allegrissima mentre lo diceva. Forse la mia analisi politica “le unioni civili portano sfiga” non brilla per raffinatezza, ma ha un fondo di verità. Queste battaglie (vedi anche Zapatero) sono travestite da battaglie per i diritti, in realtà incarnano solo i vezzi, i tic ideologici di una elite, non sfiorano minimamente il cuore di noi persone comuni che sudiamo per mandare avanti famiglie normali. Una elite tecnocratica e prepotente preoccupata solo di cambiare la percezione comune della verità, non di risolvere i veri problemi. Un vagito li seppellirà.

Ed è così che la Miriano, giornalista Rai fatta assumere dal suo futuro marito (sposato in chiesa ma non in comune proprio per non incappare nelle leggi che impedivano l'assunzione di familiari) si autoproclama come rappresentante delle «persone normali» quasi come se chiunque la pensasse diversamente da lei fosse da ritenersi anormale. E tutto questo senza mancare di accostare l'aborto al matrimonio egualitario voluto da Zapero e a lei sgradito dato che i gay fanno evidentemente parte di quei bambini che dovevano nascere ma a cui lei vuole togliere il diritto di vivere sulla base della sua personalissima
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