Famiglia Domani invita a discriminare perché "forse" non è detto che si tolgano 12 anni di vita ai gay


Sono ormai anni che l'associazione integralista Famiglia Domani promuove l'odio e l'intolleranza verso i gay. Tra i loro militanti più efferati c'è Rodolfo de Mattei, il quale passa le proprie giornate a raccontare che i gay sarebbero malati, intollerabili, infettivi e anormali. Ed è in quel clima di continua promozione dell'odio che Rodolfo de Mattei firma un articolo dal titolo "Un nuovo studio di Mark Regnerus smentisce le bugie gay sullo stigma sociale".

L'ultra-integralista afferma che:

Una delle motivazioni abituali dei sostenitori delle politiche gender e della legittimazione di ogni tendenza sessuale consiste nella necessità di porre fine al clima di stigmatizzazione sociale responsabile della cosiddetta “omofobia interiorizzata“. Il non riconoscimento della “normalità” omosessuale sarebbe infatti alla base del “bullismo omofobico” che porta a comportamenti ed azioni negative, come la discriminazione sul lavoro, espressioni e crimini di odio.
Tale assunto ideologico, nel 2014, aveva ricevuto una sua “consacrazione scientifica” con la pubblicazione dello studio
Structural stigma and all-cause mortality in sexual minority populations, condotto da alcuni ricercatori della Columbia University, nel quale si denunciava come il pregiudizio e lo stigma sociale nei confronti delle persone omosessuali fossero causa di una significativa riduzione della loro aspettativa di vita.
Il documento, pubblicato sulla rivista Social Science & Medicine e prontamente ripreso e propagandato da tutto l’establishment mass-mediatico, aveva infatti messo in luce come le persone che vivevano in comunità caratterizzate da alti livelli di pregiudizio anti-gay avessero una speranza di vita più breve, pari a 12 anni in media, rispetto ai loro coetanei cresciuti in comunità più “aperte” e liberal.

Tale affermazione appare gravissima, dato che De Mattei sostiene implicitamente che sino a ieri era a conoscenza di dati scientifici che lo rendevano responsabile di un danno tangibile inflitto ai gay, indicandoci anche come il suo odio potesse comportare un'aspettativa di vita che può scendere di dodici anni. E una persona che toglie vent'anni di vita ad un'altra persona ha un nome ben chiaro a fronte di un'azione che risulta un evidente reato.
Inoltre De Mattei pare sconfessare le teorie sostenute dal resto dell'integralismo, dato che il tentativo di assolvere gli omofobi dalle conseguenze del loro odio appare come una costante della propaganda integralista. Ad esempio, già lo scorso giugno l'Uccr sostenne di aver trovato una "prova scientifica" di quella teoria anche se poi dovettero vedersela con gli autori dello studio che denunciarono la manipolazione dei risultati. Chissà se non sia questo il motivo per cui l'associazione Famiglia Domani non fornisce alcun riferimento al presunto studio citato.
E il fatto che si facci ail nome di Mark Regnerus come prova di qualcosa appare un affronto all'intelligenza umana a fronte di come il sacerdote sia noto per essere l'unico a sostenere che i gay non possono essere bravi genitori. Non a caso la Manif pour tous finanziò anche una sua conferenza in Italia con lo scopo di sfruttare la sua omofobia per promuovere una cattiva scienza a danno della comunità lgbt.

Ma è nella sua promozione del pregiudizio che De Mattei spergiura:

Il senso, ovvio, del messaggio è che il pregiudizio uccide e, per questo, va combattuto con ogni mezzo, primo fra tutti l’adozione di una legislazione che punisca esemplarmente il presunto reato di omofobia.
L’autore dello studio, il dottor Mark L. Hatzenbuehler, pur ammettendo che le persone che si oppongono al matrimonio omosessuale in realtà non hanno “voglia di ferire le persone“, conclude dichiarando come, nei fatti, essi con i loro pensieri finiscano col danneggiare le persone LGBT+.

E se l'omofobo De Mattei spergiura che l'omofobia sarebbe solo «presunta» e che chi non disprezza i gay lo faccia solo per non ferite quei luridi esseri che a lui fanno così tanto schifo, si spinge a sostenere che:

La ricerca, che in questi due anni è stata largamente presentata come un eccellente atto d’accusa nei confronti degli “omofobi”, è stata ora sconfessata da un nuovo autorevole studio, pubblicato sulla stessa rivista, ad opera di Mark Regnerus, professore presso l’Università del Texas a Austin, noto per i suoi importanti studi sulle famiglie same-sex intervistato qualche tempo fa dall’Osservatorio Gender.
Regnerus ha infatti resto noto come, malgrado i suoi ripetuti tentativi di analizzare i dati di Hatzenbuehler, in nessuno di questi egli sia riuscito a riprodurre i risultati rivendicati dall’autore nell’articolo originale.

In che modo ciò sconfesserebbe la ricerca non è chiaro, ma per De Mattei tutto ciò che legittima l'odio e la violenza contro interi gruppi sociali deve essere presentata come un dato di fatto. E se basterebbe anche un po' di buonsenso a comprendere che lo stigma non faccia bene alle vittime di una persecuzione, veramente labili e patetiche sono le motivazioni che Famiglia Domani spaccia per prove esaustive. Dicono:

Hatzenbuehler – precisa Regnerus – ha usato i dati raccolti tra il 1988 e il 2002 nell’ambito del General Social Survey, in cui erano presenti alcune domande sul pregiudizio gay, e il National Death Index. Tuttavia, i dati del censimento generale, alla prova dei fatti, hanno dimostrato gravi carenze metodologiche.
Le domande poste non erano infatti le stesse ogni anno, cosicché Hatzenbuehler si è ritrovato a fare delle semplici ipotesi al fine di tirare fuori dei risultati utilizzabili per la propria ricerca. Un metodo, evidentemente approssimativo e scorretto, che ha portato il professore di Austin ha dichiarare: “Per questo, le affermazioni dello studio secondo il quale tale stigma sia la causa di una aspettativa di vita ridotta di 12 anni tra le minoranze sessuali sembra infondata”.

Il fatto che si citi una persona pronta a sostenere che «sembrano» sbagliate delle tesi non significa che lo siano realmente e quando De Mattei invita a discriminare in virtù di una falsa evidenza, l'attacco pare potenzialmente mortale per chi dovesse essere vittima della sua ferocia.

Ed è sempre ostentando la sua omofobia e la sua contrarietà all'esistenza stessa di quell'omosessualità che lui condanna nel nome di Dio e di quella sedicente associazione "cattolica" che rappresentanza attraverso questi suoi rantoli d'odio, conclude:

Eppure, nonostante la scarsa attendibilità, i risultati dello studio di Hatzenbuehler, che imputavano allo “stigma sociale” la causa della riduzione dell’aspettativa di vita delle persone omosessuali, hanno goduto di un eco mediatico enorme, contribuendo, in tal modo, ad alimentare il mare di disinformazione globale esistente attorno al tema dell’omosessualità. Ci auguriamo ora, che le recenti opposte conclusioni scientifiche del prof. Mark Regnerus riscuotano altrettanta visibilità e popolarità chiarendo, una volta per tutte, la totale infondatezza che la disapprovazione sociale sia la fonte dei tanti problemi che affliggono le persone che rivendicando e mettono in pratica comportamenti contro la natura dell’uomo.

E se il signor De Matteo avesse un minimo di etica o di coscienza, provai a darci prova di ciò che sostiene. Accetto che gli si dica che il suo matrimonio non merita di essere riconosciuto, che lai suoi affetti valgano mano e che la sua patologia mentale sia gravissima. Accetti aggressioni verbali quotidiane (magari del tenore violento che lui è solito riservare ai gay) e sperimenti cosa significa dover aver paura a camminare per strada perché "un cattolico" potrebbe ammazzarlo di botte per il solo fatto che lui esista. Poi vedremo se sarebbe ancora così disposto a sostenere che l'odio e il pregiudizio non uccidano...
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