Il legista Alessandro Pagano si appropria del termine "famiglia" per tramutarlo in uno strumento di odio
La Lega Nord è un partito che sopravvive attraverso la legittimazione dell'odio e dell'ignoranza. In passato ha cercato di ottener voti promettendo che Bossi avrebbe epurato l'Italia da qui luridi meridionali che facevano schifo a Salvini, poi si è passato a dire che la Lega avrebbe espulso tutti quegli stranieri che fanno schifo a Salvini ed oggi ci dicono che la Lega promuoverà una discriminazione istituzionalizzata contro quei luridi gay che non devono meritare alcun rispetto sotto l'egemonia di Salvini. Ma non solo. Il partito guidato dall'ariano Salvini ha deciso si scagliarsi anche contro tutte quelle fetide coppie eterosessuali che hanno osato partorire figli froci, ossia cittadini che la Lega reputa immeritevoli del diritto alla vita che sperano di poter discriminare in cambio di voti.
È offensivo e disgustoso il commento con cui il deputato Alessandro Pagano (Lega dei Popoli-Salvini) ha deciso di appropriarsi del termine "famiglia" per tramutarlo in un termine d'odio che nella sua bocca appare quasi come un sinonimo del concetto di "ariano" teorizzato dai nazisti. Sostenendo che sia inammissibile che al Miur possa sedere una senatrice che non disprezza i gay e premettendo la sua convinzione sul fatto che i bambini debbano essere indottrinati all'odio verso quei luridi gay che la Lega disprezza e discrimina ogni singolo giorno, ha dichiarato: «Il Pd ha gettato finalmente la maschera e si pone contro la libertà di educazione dei nostri figli e contro le famiglie. Mi chiedo cosa diranno adesso gli alleati centristi, quale imbarazzo, fino a che punto saranno disposti a digerire qualunque cosa pur di non dare la parola ai cittadini. È chiaro ormai che sono complici della sinistra e del disegno del Pd».
Pagano pare dunque sostenere che i figli debbano essere necessariamente eterosessuali e che i genitori abbiano il diritto di esigere che la scuola dica loro che i gay sono inferiori, disgustosi, malati e immeritevoli. E se per caso dei genitori avessero figli gay o osassero non desiderare quell'indottrinamento omofobico per la propria prole, allora Pagano dice che quelle non sono famiglie perché incompatibili con il suo pensiero unico e con la sua definizione incentrata sul suo cieco odio verso un'intera comunità.
Resta il fatto che ritenere che il rispetto per i gay sia un'offesa per le famiglie è un atto violento, illegittimo e contrario ad una Costituzione che impone il riconoscimento delle famiglie e non certo la possibilità di ridefinirle sulla base del proprio pregiudizio. Ma la Lega non pare essersi mai occupata di quell'inutile carta che spreca tempo a predicare l'uguaglianza e la pari dignità a fronte di un partito che vive sul commercio di odio contro interi gruppi sociali.