L'associazione cattolica Famiglia Domani: «Esigiamo che la Rai presenti i gay come degli anormali»
Su spinta dell'ultra-integralista Mario Adionolfi, è la sedicente associazione cristiana Famiglia Domani ad aver lanciato una petizione volta a chiedere che la Rai promuova la figura dei gay come degli esseri anomali che non devono godere di pari dignità e di pari diritti. Nulla di nuovo a fronte di un gruppo d'odio che negli anni ha sostenuto che i gay debbano essere deportati perché da reputare dei deviati anormali e malati di Aids paragonabili a bestie e a cui deve necessariamente essere negato il battesimo. Ovviamente spergiurano anche che l'omosessualità sarebbe «una scelta» e che debba essere ritenuta «una malattia giustamente stigmatizzata».
Non stupisce, dunque, come i promotori di una simili violenza si trovino a loro agio ad andare a braccetto con Adinolfi (ossia quel tizio che dichiara di ridere all'idea che lo stigma da lui creato possa contribuire ad accorciare la vita dei gay) e non stupisce come possano aver dato vita ad una petizione dall'inquietante titolo di "Diciamo no alla normalità dei gay sulle reti pubbliche".
L'obiettivo è ovviamente la censura del programma "Stato Civile", sgradito ad Adinolfi e alle lobby integraliste perché osa raccontare le storie e le vite di quelle famiglie che da tempo sono vittima loro sua persecuzione. Non tollerano che quegli amori possano avere visibilità dato che potrebbero mettere in crisi la loro ideologia basata sul loro sostenere che le sue due famiglie di Adinolfi meritino maggiori diritti civili in virtù di come lui abbia eiaculato nella vagina di almeno due mogli diverse.
Nella sua petizione l'associazione Famiglia Domani, legata al Pontificio Consiglio per la Famiglia e vicina ai gruppi neofascisti che popolano la Marcia Nazionale per la Vita di Roma, afferma: «A partire da ieri sera e per cinque prime serate consecutive, con un'operazione televisiva di indottrinamento forzato che non ha precedenti nella storia della TV Italiana, Rai 3 manda in onda nell'orario di massimo ascolto il programma Stato Civile finalizzato a promuovere la "normalità" gay».
Sullo sfondo propongono alcune immagini del Family day di Gandolfini, con cartelli in bell'evidenza con cui alcuni integralisti sostengono che l'amore tra due persone dello stesso sesso debba essere ritenuto «sbagliato» in quella nuova crociata dell'integralismo cattolico in cui i loro militanti dicono di essere spaventati dai preti che partecipano ai loro convegni dopo aver abusato di alcuni minorenni persino nel confessionale, ma da due persone che si amano e si promettono aiuto e sostegno reciproco.
Ad attendere i firmatari, l'associazione propone un articolo firmato da Ludovico Biglia in cui si santifica Gianluigi Marcora e il suo sostenere che si debba poter sostenere che i gay non sono esseri normali. Il tutto sentenziando che: «Leggendo le dichiarazioni di Marcora sulla presunta “normalità” omosessuale vengono alle mente le profetiche parole dello scrittore cattolico Marcel de Corte quanto mai attuali: In questo nostro strano mondo, dire che il bianco è bianco, e che il nero è nero, è un atto che suscita la disapprovazione, se non l’ira, dei nostri contemporanei, e che pone l’autore al bando della società; rappresenta un’audacia che si paga talvolta con una pallottola nella nuca, e quasi sempre con un silenzio ostile dell’opinione pubblica, e degli intellettuali che la governano. Chi vien fuori con una affermazione così categorica, è considerato un povero di spirito, se non un antidiluviano, un disadattato alla sua epoca. Impossibile ottenere attenzione dagli uomini del nostro tempo, se non si volta la schiena al vero, al bello, al buono».
Più tecnico ma non meno curioso è come il form proposto da Famiglia Domani invii i dati inseriti alla piattaforma di Leadpages.io, ossia una piattaforma di email marketing. Se già di per sé è illegale collezionare dati sensibili e indirizzi email senza l'esplicita accettazione di una provacy policy, lo è ancor di più se quei dati servono a fini commerciali per poter essere usati o rivenduti quale archivio di persone ben profilate in virtù della loro propensione anti-gay.
Ma non solo. Anche il generico link alle "informazioni legali" non punta al alcuna pagina, così come risulta del tutto assente anche l'informativa sui cookie di terze parti che è prevista dalla normativa europea. Insomma, l'ennesima riprova di come questa gente non vogliano stare alle regole e vogliano poter fare tutto ciò che vogliono in barba alla legge.