Maria Rachele Ruiu sostiene che la nomina del Ministro Fedeli sia «una vendetta» contro di lei

Fa sorridere a quale livello sia arrivata l'ossessione "gender" di Maria Rachele Ruiu, la co-fondatrice del comitato omofobo di Massimo Gandolfini nonché esponente del coordinamento nazionale della La Manif Pour Tous Italia. Sappiamo che la signorina Ruiu vive in un mondo in cui nessuno crea nulla, ma tutti si impegnano a distrugge. In fondo lei non chiede dignità per le famiglie, esige solo che altre famiglie non abbiano la sua stessa dignità. Lei non si accontenta di avere libertà di poter decidere con chi sposarsi, vuole che ad altri sia negata la medesima opportunità. Lei non lotta per creare qualcosa, solo per distruggere la vita altrui e per lasciare ai suoi figli un mondo in cui si debba ever paura ad essere gay.
In quell'ottica distruttiva, non stupisce come lei sia una di quelle persone che ha sostenuto la necessità di trasformare il referendum costituzionale in un'occasione di vendetta contro quel Renzi che ha osato dato dignità a migliaia di famiglie contro il suo volere. E non si sta certo parlando di grandi diritti, dato che ad essere approvata è stata una legge che si limita a riconoscere il minimo dei diritti costituzionali sanciti dalla Consulta (la quale aveva indicato la necessità di aprire le porte al matrimonio egualitario o, quantomeno, di creare un istituto parallelo che non discriminasse le famiglie gay).

Ma è in quella convinzione che i diritti costituzionali altrui siano un attacco al inviolabile diritto all'odio che la donna si è lanciata nel sostenere che la nomina della Fedeli all'Istruzione sarebbe «una vendetta» di Renzi contro di lei. Evidentemente nel suo cervello non è neppure passata l'idea che il garantire un mondo sicuro e rispettoso a tutti sia un dovere che va anche a suo vantaggio (dato che nessuno le garantisce che lei non avrà figli gay che rischieranno di essere massacrati di botte a scuola o discriminati sul posto di lavoro proprio a causa dell'odio che lei ha fomentato). Lei non crede che i gay vogliano vivere sereni perché sia giusto così, lei sostiene che la vita altrui sia una vendetta contro la sua totale incapacità di accettare che al mondo possano esistere delle differenze e che lei non è l'emblema del modo "giusto" di esistere.

Anche Hitler condivideva un'ideologia simile. Nel suo "Mein Kampf", sosteneva che le razze non avrebbero mai potuto convivere pacificamente e che fosse necessario sopraffare l'altro per ottenere il diritto di dominare gli altri popoli. nel suo sostenere che non si possa pensare ad una convivenza tra gay ed etero e nel suo inneggiare a leggi che possano sopraffare l'altro per imporre il suo dominio, pare di essere tornati al 1925.


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