Mario Adinolfi: «Io sghignazzo quando Scalfari parla di cristianesimo»
Mario Adinolfi non è solo il più bravo e meritevole giornalista di tutti i tempi così come sostiene il suo compare Gianfranco Amato, ma è anche il più cristiano tra i cristiani. Il più meritevole. L'uomo che incarna la perfezione e che rappresenta l'unico vero volto di Dio.
Ogni giorno Adinolfi parla per conto di Dio e rassicura i suoi seguaci sul fatto che Dio la pensi esattamente come lui: è Dio ad odiare i gay, è Dio a volere che alcuni bambini abbiano meno diritti di altri ed è Dio ad esigere che le leggi italiane tramutino i suoi dogmi in obblighi. Certo, a leggere i Vangeli potremmo tranquillamente scambiarlo per uno di quei mercanti che Gesù scacciò dal tempio o per uno di quelle persone che non avrebbero accettato alcun cambiamento e che sicuramente avrebbero chiesto la liberazione di Barabba... ma questo solo perché siamo noi i cattivi e non comprendiamo come non sia il suo profitto e la sua convenienza a spingerlo a bestemmiare quotidianamente il nome di Dio, ma un preciso mandato che lo avrebbe conferito il diritto di modificare il messaggio della Chiesa per tramutarla in una setta assetata di odio. Lui sì che saprebbe insegnare a Gesù cosa significhi essere cristiani, dato che effettivamente il Figlio di Dio è parso un po' sprovveduto a parlare di amore anziché promuovere l'odio contro il prossimo. Ma fortunatamente quell'inetto è morto duemila anni fa e oggi abbiamo un nuovo messia che sopperisce alle mancanze di un Gesù che non ha mai detto nulla contro l'omosessualità, mentre il grande Adinolfi fortunatamente sa che bisogna condannarla e che lui ha il dovere di promuovere persino quelle fantomatiche "terapie riparative" che rischiano di costare la vita ai ragazzi che lui vorrebbe sottoporre a quelle barbare torture. Ma dato che lui ripete che è così tanto cristiano e che lo fa per i bambini, evidentemente siamo noi stupidi a non comprendere che è per il loro bene che quei ragazzi devono morire.
Ed è da quel piedistallo che Adinolfi continua a ripetere ai suoi seguaci quanto lui sia migliore, più cristiano e più meritevole. Lui deve decidere come debbano vivere e cosa debbano pensare gli altri e si è pure comprato il simbolo cristiano per eccellenza e l'ha tramutato in un giornale di promozione dell'odio: il copyright dice chiaramente che ormai è lui e solo lui ad aver il diritto di bestemmiare vecchio Dio per attribuirgli qualunque ideologia passi nella sua mente e possa portargli un qualche profitto o guadagno personale. Ed è così che alla viglia di Natale, scrive:
Quanto fa ridere Scalfari quando vuole fare l'esperto di cristianesimo: "I Vangeli sinottici, cioè quelli riconosciuti dalle Autorità successive alla prima generazione cristiana, sono quattro". No caro Eugenio, quattro sono le castronerie contenute in una sola tua frase. Non sai cosa significa "Vangeli sinottici", i Vangeli sinottici non sono quattro ma sono tre, Giovanni non è tra i sinottici ed è stato scritto comunque da un tizio piuttosto autorevole non successivo alla prima generazione cristiana, visto che era un Apostolo di Gesù testimone diretto degli eventi narrati. Capisci, caro Scalfari, che così ci diventa difficile leggere senza sghignazzare un tuo articolo in cui pretendi di spiegarci con tanto di titolo il "senso del Natale cristiano"?
Insomma, lui ride, ride, ride tantissimo se qualcun altro osa parlare di Dio dato che Dio ormai è uno strumento della sua propaganda e lui solo ha il diritto di poterlo sfruttare come meglio crede. E neppure parla dei contenuti degli articolo, ma solo di nomi e di dogmi quasi come se fosse quello a importare. Ancor più perché fa sorridere che spergiuri che lui sappia riconoscere il pensiero di chi ha conosciuto Gesù mentre nega quei matrimoni che i primi cristiani (ossia quelli che conoscevano Gesù) celebravano senza alcun problema.
Perché forse Adinolfi non riuscirà a leggere Scalfari senza sghignazzare nel ritenersi superiore a lui, ma per il resto del mondo pare quasi impossibile leggere Adinolfi senza percepire la sua esistenza come una bestemmia a Dio e la sua ideologia come una minaccia per tutto ciò che di bello e di buono è rimasto in questo mondo. Ridi, caro Adinolfi, tanto rideremo noi quando dovrai rendere contro a Dio della tua violenta ideologia, della e bestemmie e della tua inaccettabile superbia.