Mario Adinolfi già strumentalizza il referendum: «Renzi è caduto perché prono alla lobby lgbt»
Mario Adinolfi è convinto che il mondo giri attorno a lui e al suo smisurato odio contro i gay. Ed è così che se il popolo italiano è stato chiamato alle urne per esprimersi su una riforma ben specifica, lui preferisce sostenere che chiunque abbia votato «no» volesse esprimere solo disprezzo contro i gay. Ed è così che su Twitter scrive: «Dopo Hollande, Obama, Zapatero e Cameron un altro politico prono alla lobby Lgbt cade. Renzi ce ne siamo ricordati».
Il riferimento è allo slogan esposto al Family day, dove un manipolo di sedicenti "cattolici" si erano radunato per sbraitare il loro odio contro le famiglie gay e per inneggiare a quella ideologia adinolfiniana che vedrebbe nei rapporti eterosessuali un distinguo che determinerebbe famiglie più ariane delle altre. Ma ora quello stesso uomo che alle urne è stato respinto con un miserabile 0.6% di preferenze, ora cerca di salire sul carro del vincitore e si dice certo che sia stato lui condizionare l'Italia intera e che sia lui a dettare legge nel suggerire che l'odio contro i gay sia l'unica cosa su cui si basa il mondo. Ciò spiegherebbe la sua imperturbabilità dinnanzi al suo sostenere che la sua ferocia sarebbe a vantaggio dei bambini, anche se poi tace dinnanzi ai minori che lui vorrebbe strappare dalle braccia dei genitori o quelli che venivano abusati sessualmente nei confessionali da parte degli ospiti dei suoi convegni omofobi.
E tutto questo senza voler ricordare come Mario Adinolfi fosse l'uomo che girava l'Italia in camper per promuovere la candidatura di Renzi.