Referendum. Il fronte del «no» si sta spartendo la torta e l'integralismo cattolico vuole la sua fetta

Dopo l'annuncio delle dimissioni di Matteo Renzi, il fronte del «no»p; pare già alla carica per cercare di sfruttare il risultato a proprio vantaggio e per cercare di accaparrarsi quanto più potere possibile. Se Salvini e il M5S sono già al lavoro per cercare di salire al potere, anche l'integralismo cattolico pare voglia mettere a frutto la sua crociata contro quel Renzi che ha osato riconoscere i diritti costituzionali di quei gay che loro proprio non tollerano
A poche ore dall'esito delle urne, anche la Nuova Bussola Quotidiana appare già pronta a mettere a frutto la campagna politica che hanno condotto negli ultimi mesi. In fondo sappiamo bene che Gandolfini ha già un simbolo politico, un colore di partito e cartelloni prestampati da distribuire ai manifestanti in modo che possano essere liberi di esprimere "la sua" opinione senza correre il rischio che possano dire ciò che davvero li anima. In un articolo firmato da Alfredo Mantovano, dicono:

Il fronte del No ha una composizione varia, che non permette a nessuno di vantare la vittoria esclusivamente come propria. Anche le motivazioni sono varie, e spaziano da quelle meramente conservative degli apologeti della Costituzione “la più bella del mondo” all’opposizione alla riforma come conseguenza dell’opposizione a Renzi, che accomuna M5s e Lega, fino alle riserve sul merito sollevate da ambienti differenti, incluso quello del popolo del Family day. Un popolo che ha da subito individuato nella riforma il contrasto con quel che ha di più caro, e che ora può dire a pieno titolo “Matteo, ci siamo ricordati”. Sarebbe grave se questa componente del No fosse ignorata ancora adesso, dopo esserlo stata dai media, dai commentatori e dallo stesso premier per l’intera campagna referendaria; sarebbe grave per il rispetto che si deve agli elettori e alla verità.

Auto-attribuitasi l'appellativo di «popolo» ed attribuitasi il diritto di poter sfruttare i partecipanti del "family day" per questioni politiche che diverse dall'odio anti-gay che chiamò a raccolto quella gente, si è già dinnanzi a chi rivendica la sua fetta della torta. Immancabile è anche il vittimismo di chi lamenta di essere oscurato ai giornali, quasi come se a questa gente non bastasse più il rivendicare una presunta superiorità che deriverebbe dalla loro vita sessuale ma anche una superiorità che deriverebbe dalla loro smania di potere.

Ed è sempre auto-attribuendosi il diritto di parlare a nome di tutte le famiglia italiane in virtù di come i loro teorici dell'odio abbiano rubato la parola «famiglia» per renderla un'ideologia da imporre con la forza attraverso distinguo che neghino il costituzionale diritto ad alcune famiglie di essere riconosciuta come tali, si arriva al solito uso politico di un voto riguardante una specifica riforma che loro vorrebbero attribuire ad una pagella su Renzi:

E i media perseverano: i primi commenti continuano sull’onda delle sciagure che nell’immediato il successo del No provocherebbe all’Italia… Si spiega con il giudizio negativo per una esperienza di governo che non ha dato seguito a uno solo degli annunci di maggiore dignità in Europa, di rientro dall’indebitamento, di incremento dell’occupazione, di contenimento dell’immigrazione. Si spiega, nel quadro di tale giudizio negativo, con l’amarezza e la mortificazione subita dalle famiglie italiane negli ultimi tre anni, con leggi e azioni di governo mai così pesantemente ostili.
Certo, non consola che vada via Renzi, quando resta una legge così contraria al buon senso e alla natura come quella c.d. sulle unioni civili, rivendicata dallo stesso premier all’atto delle dimissioni. Ma il tempo è galantuomo sempre: il conto è stato presentato presto.

Eccoli lì, sempre pronto a sostenere che l'unica ragione della loro vita sia la volontà di danneggiare la famiglie altrui, aggredire io loro affetti e rendere più complicata la vita di un intero gruppo sociale. I gay sono per loro come carne da macello, persone sacrificabili al fine di raggiungere il totalitarismo a cui loro ambiscono. Nel loro mondo tutto è sempre e solo motivato da un violento odio anti-gay, persino una modifica costituzionale che di fatto non aveva nulla a che vedere con quel tema. Ma dato che i loro consensi derivano da chi vorrebbe vedere gli adolescenti gay rinchiusi in capo di rieducazione ideologica che li spingano al suicidio nel nome di Dio o dato che loro esigono che alle donne si dica che il loro ruolo sociale è una piena sottomissione all'uomo, è sempre e solo su quello che loro fanno leva. Insistentemente, con chiare modalità propagandistiche di altri tempi.

Ed è tornando insistentemente a sostenere che gandolfini debba avere voce su tutto e su tutti senza neppure bisogno di passare dalle urne (forse sapendo come il tentativo di fuga di Adinolfi sia stato respinto con un misero 0,6% di preferenze ad indicare come l'appoggio incondizionato della Chiesa non abbia effetti sulla popolazione ma solo sui politici), l'articolo aggiunge:

Il Sì ha potuto vantare uno spiegamento di forze impressionante: risorse senza limite, media proni, sponde e sostegni di ogni tipo negli ambienti che contano in Europa e sulla scena internazionale e finanziaria. Il No ha opposto le mani nude ai lanciafiamme e ai mitragliatori. Del No hanno fatto parte piazza San Giovanni e il Circo Massimo: quei milioni di persone hanno manifestato anche nelle urne. Nel No - lo ripeto - non c’è solo quel popolo, evidentemente. Ma c’è anch’esso.

Insomma, è gente che sfrutta la mancanza di lavoro e di futuro come specchietto per le allodole a fronte di una loro proposta che vede nella discriminazione, nella diseguaglianza sociale e nella persecuzione di interi gruppi sociali l'unico motivo della loro esistenza. È gente che ha deciso di non vivere la propria vita per cercare di danneggiare la vita altrui, in una serie di rivendicazioni che non portano nulla a sé ma vogliono solo togliere agli altri. E ora vogliono mettere a frutto il loro investimento.


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